Le discussioni infinite sul fatto che il caffè faccia male o bene, non approderanno mai ad una risposta definitiva, ma in ogni caso c'è qualcuno che dal caffè di Starbucks - tante, tantissime tazze di caffè - ha avuto solo dei benefici, anche se non le ha dovute bere tutte, ma le ha servite alla clientela della celebre catena di bar. Adesso la sua storia, che era stata già raccontata in un libro dal titolo How Starbucks Saved My Life, sarà adattata per il grande schermo.
Nel suo libro Michael Gates Gill racconta di come sia riuscito a superare un periodo difficilissimo della sua vita grazie a Starbucks. A cinquant'anni Michael aveva una bella casa, una famiglia unita e un buon lavoro, ma di lì a poco avrebbe perso tutto: prima il lavoro, poi la moglie, che aveva deciso di lasciarlo dopo aver scoperto che lui aveva un'amante. Come se non bastasse, l'amante era anche incinta, e lui aveva anche un tumore al cervello. Quando non gli è rimasto più nulla, ha trovato lavoro presso un caffè Starbucks di Manhattan e confrontarsi quotidianamente con l'umanità più varia che affollava il locale, gli è servito a ritrovare sè stesso.
Tempo fa si era parlato di affidare il ruolo di protagonista a Tom Hanks e la regia del progetto Gus Van Sant, ma non è certo che i due siano ancora legati a questa produzione, considerato che i diritti - che finora erano detenuti dalla Universal - sono scaduti. In ogni caso Polly Johsen e Christy Ezzell della Polymorhic Pictures si occuperanno della produzione in sinergia con la Weinstein.