Clint Eastwood ha rilasciato una rara intervista a Metrograph in cui riflette sul suo approccio ai nuovi progetti che decide di girare. Dopo l'ottima accoglienza da parte della critica e del pubblico alla sua ultima fatica, l'intenso Giurato numero 2, il regista ha ribadito la centralità dell'emozione nella scelta dei lavori.
"Non è uno sport intellettuale, è un mestiere emotivo", ha puntualizzato. "A volte ti piace una sceneggiatura e vuoi farla come attore, a volte ti piace una sceneggiatura perché pensi che vorresti anche dirigerla. Hai un'idea per determinati progetti e vuoi assicurarti di lasciare il segno su di essi, perché se li affidi a qualcun altro, potrebbero iniziare a vedere le cose in modo diverso"_.
Eastwood ha poi omaggiato due degli autori che più hanno influenzato la sua carriera proseguendo: "Se hai qualcuno che dirige e non sente il materiale, non è molto divertente. Se sei con un regista come Sergio Leone o Don Siegel, è divertente. Lo fa venire fuori come speravi che venisse fuori. Se lo dirigi da solo ed è brutto, prendi la batosta, se va bene, avrai la gloria".
Tale è la stima di Clint Eastwood nei confronti di Don Siegel e Sergio Leone da avergli dedicato il suo acclamato western Gli spietati.
Il segreto del successo? Non pensarci
Quando gli è stato chiesto della sua carriera incredibilmente longeva a Hollywood, sia come attore che come regista, Clint Eastwood ha attribuito al pubblico il merito di averlo sostenuto, nonostante qualche film "deludente".
"Dopo che realizzi alcuni film che hanno un discreto successo, le persone ti restano fedeli" chiarisce. "Spetta al pubblico rispondere. Per me è ancora una volta una relazione emotiva. Hai una storia, ne fai un film. Devi semplicemente provarci. Se pensi troppo a come è successo potresti rovinare tutto. Torno indietro e guardo i film che ho realizzato e potrei facilmente chiedermi: 'Perché diavolo ho fatto questo?' Non ricordo!"
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Questo suo metodo emotivo sembra funzionare alla perfezione, visto che alcuni dei successi della star sono stati delle sorprese assolute.
"Quando ho fatto The Mule, mi era piaciuta la sceneggiatura, ma non avevo idea di recitare nel film", ha ammesso Eastwood. "Ho pensato, 'Questo lo dirigerò'. La mia assistente in ufficio ha detto: 'Devi interpretarlo'. Ho risposto: 'Stai scherzando.' Ma a volte devi ascoltare cosa succede intorno a te. Alla fine l'ho trovata una buona idea. Perché no?"
Alla domanda se ritiene che alcuni dei suoi film non abbiano ottenuto il successo meritato, il regista rimane perplesso e risponde: "Forse. Non lo so, non ci avevo mai pensato in questi termini. Se sono soddisfatto, non mi pongo il problema. Se qualcun altro ha una sensazione diversa al riguardo, beh è la loro. Sono sicuro di aver avuto delle delusioni, ma non mi soffermo sul giudizio degli altri".