Alla "50 Giorni di Cinema Internazionale a Firenze" si accenderenno venerdì 30 novembre i riflettori sulla XXXIV edizione del Festival Internazionale di Cinema e Donne, diretto da Paola Paoli e Maresa D'Arcangelo. Un appuntamento ormai consolidato nel panorama cinematografico italiano per fare il punto sull'universo femminile letto dal cinema e sul cinema realizzato da donne, portatrici da sempre di messaggi alternativi rispetto a quelli dominanti. For Love or Money, il titolo di quest'anno, richiama infatti la capacità tutta femminile di portare nella società un complesso di sentimenti e punti di vista che arricchisce la cultura dominante, tutta al maschile, legata al denaro. In un periodo in cui l'economia globale sta vivendo profondi cambiamenti, il festival propone interrogativi stringenti e attuali: come raccontano le donne al cinema la crisi mondiale di cui ogni giorno si parla negli altri media? Che ruolo gioca ora il lavoro, che dovrebbe dare emancipazione ed identità? Quanto conta la contrapposizione tra amore e denaro nella vita quotidiana delle giovani donne?
Dalla ricognizione tra gli ultimi film delle registe di Spagna, Francia, Argentina, Turchia, Germania, Portogallo, Polonia - e ovviamente Italia - proposti dal festival, sembrano ancora dominare, nelle nuove e tante autrici e nelle maestre, contrasti a tinte forti. Ancora oggi, come già nei primi film degli esordi del cinema, come Shoes, del 1916 di Loïs Weber, le donne sono ancora in lotta per l'affermazione dei diritti, in prima linea contro la povertà, impegnate a lavorare e ad essere madri, compagne, semplicemente se stesse. Come ci mostra la regista bosniaca Aida Begic, con Buon anno Sarajevo, vincitore di premi importanti, due folgoranti presenze a Cannes, di cui l'ultima nel 2012 e in uscita a gennaio 2013. Ad Aida Begic, creatrice di un personaggio di donna giovane a tinte forti e universale per la caparbietà con cui si batte contro tutti i pregiudizi di sesso, razza religione, nella vita quotidiana, va il XV Premio Sigillo della Pace, organizzato in collaborazione con il Comune di Firenze.
Il Premio Gilda invece va a Maria de Medeiros, l'attrice lusitana più nota a livello internazionale. Nei suoi film racconta la rivoluzione dei Garofani, che affrancò il Portogallo da una lunga arretratezza politica e sociale nel 1974 (Capitani d'aprile), impersona Eleonora De Fonseca Pimentel, protagonista della rivoluzione napoletana del 1999, per mano sapiente di Antonietta De Lillo: Il resto di niente, uno dei più bei film di storia delle donne. E, di recente, diventa Maria, protagonista del bel film portoghese anteprima di Serge Tréfaut Viagem a Portugal, odissea contemporanea dei respingimenti continui in aeroporto di persone sospettate soltanto di voler vivere e lavorare in Portogallo. In programma anche l'anteprima nazionale di Under Snow, di Ulrike Ottinger, alla presenza della regista, e Eu gosto de ser mulher... Rendere visibile la violenza domestica in Europa di Silvia Lelli, una proiezione in anteprima italiana, che si tiene il 2 dicembre, a pochi giorni di distanza dalla giornata contro la violenza sulle donne del 25 novembre, alla presenza della regista e delle rappresentanti dell'Agenzia Nazionale LLP.