Oltre ad essere incredibilmente affezionato alla pellicola, Christopher Nolan respinge la modernità che galoppa anche rifiutandosi di possedere uno smartphone perché, a suo dire, rovina il processo creativo.

Il regista di Oppenheimer, uno dei 15 film più attesi al cinema dell'estate 2023 la cui uscita è fissata per il 23 agosto, ha elencato i pericoli della tecnologia in un'intervista con l'Hollywood Reporter in cui ha rivelato di non possedere uno smartphone e di usare un computer non connesso a internet quando scrive un film. La ragione? Evitare le distrazioni.
"Se sto creando una storia e scrivendo le mie sceneggiature, stare su uno smartphone tutto il giorno non sarebbe molto utile per me" ha spiegato il cineasta inglese.
I pericoli dell'intelligenza artificiale
Schierandosi dalla parte di sceneggiatori e attori in sciopero, Christopher Nolan è entrato anche nella polemica sull'uso dell'intelligenza artificiale nel cinema dicendosi "ottimista", ma mettendo in guardia contro l'uso sregolato del tool:

"Se accordiamo all'IA lo status di essere umano, come a un certo punto legalmente abbiamo fatto con le società, allora sì, avremo enormi problemi. Il problema con l'intelligenza artificiale, per me, è molto semplice. È come il termine 'algoritmo'. Osserviamo le aziende che utilizzano gli algoritmi, e ora anche l'intelligenza artificiale, come scusa per eludere la responsabilità delle proprie azioni. Se sosteniamo l'idea che l'intelligenza artificiale sia onnipotente, stiamo sostenendo l'idea che possa alleviare le persone dalla responsabilità delle loro azioni militarmente, socioeconomicamente, in ogni campo. Il più grande pericolo dell'intelligenza artificiale è che le attribuiamo queste caratteristiche divine e quindi ci sottraiamo a guai e problemi."
In precedenza, Christopher Nolan ha svelato di aver scritto la sceneggiatura di Oppenheimer in prima persona, tattica che "non aveva mai usato prima" durante la sua carriera:
"Non so se qualcuno l'abbia mai fatto prima. Ma il punto è che, con le sequenze di colori, che sono la maggior parte del film, tutto è raccontato dal punto di vista di Oppenheimer: stai letteralmente guardando il mondo attraverso i suoi occhi".