Pur evitando di esporsi spesso in politica, Chris Pratt ha colto l'occasione di un'intervista con Bill Maher per difendere Robert F. Kennedy Jr., suo parente acquisito, nonché Segretario alla Salute e ai Servizi Umani del Presidente Trump. L'attore ha raccontato di apprezzarne l'impegno in campo sanitario e ha invitato a distinguere le persone reali dalle narrazioni polarizzanti.
Pratt tra famiglia e politica
Invitato da Bill Maher al podcast Club Random, Chris Pratt ha affrontato un tema che raramente tocca pubblicamente: la politica. L'attore ha parlato di Robert F. Kennedy Jr., cugino acquisito tramite il matrimonio con Katherine Schwarzenegger e oggi segretario alla salute e ai servizi umani sotto l'amministrazione Trump.

Pratt ha spiegato di aver trascorso diversi momenti con lui in contesti esclusivamente familiari: "Ci siamo frequentati varie volte, sempre in cene di famiglia. Mi sono trovato bene, penso che sia fantastico. È divertente, straordinario. Lo adoro".
Allontanandosi dalle asprezze del dibattito politico, ha ricordato come spesso la percezione pubblica non corrisponda alla realtà delle persone: "La politica è un mondo sporco. Ho visto in prima persona come l'immagine che ti costruiscono possa essere in totale contrasto con chi sei davvero".
Un appello alla ragionevolezza
Pur dichiarando di non conoscere a fondo le posizioni di Kennedy, Pratt ha riconosciuto i meriti di alcune sue iniziative, in particolare il programma Make America Healthy Again, che punta a ridurre i cibi industriali e gli ingredienti nocivi. "Ci sono cose che sembrano avere un ampio sostegno bipartisan, come togliere sostanze tossiche dal cibo dei bambini. Penso che sia una cosa grandiosa" ha affermato.

Pratt ha invitato a non farsi accecare dall'ostilità politica, aggiungendo con tono ironico: "Mi dispiacerebbe essere così intrappolato nell'odio per il presidente da rifiutare ogni successo della sua amministrazione. Non è che se lo fanno loro, io allora metto la candeggina nei cereali dei miei figli!". Un messaggio che ribadisce la sua visione: meno partigianeria e più attenzione concreta al benessere delle persone.
Del resto, già nel 2024, alla vigilia delle elezioni, aveva scritto un editoriale invitando gli americani a restare uniti indipendentemente dall'esito del voto: "Come diventiamo una nazione di vincitori onorevoli e sconfitti dignitosi? Comincia dal ricordare che, chiunque vinca, ci saranno sempre persone che hanno bisogno di aiuto".