Checco Zalone “Senza culo non vai da nessuna parte, ma il successo l'ho meritato”

Checcco Zalone racconta gli inizi della sua carriera e le umiliazioni subite e i primi successi 'quando ho avuto un'occasione ho dimostrato di sapermela meritare'.

Mentre Tolo Tolo continua a riempire le sale cinematografiche, Checco Zalone racconta a Vanity Fair i momenti più difficili della sua carriera, anche quando a Zelig "ero un migrante disperato come tutti i migranti".

Checco Zalone si gode il suo nuovo successo - qui la nostra recensione di Tolo Tolo, sta polverizzando tutti i record di incasso per un film italiano, ma come si dice non sono state sempre rose fiori per Checco che a Vanity Fair racconta i momenti più difficili della sua carriera artistica e come sempre lo fa senza peli sulla lingua iniziando da quelli più umilianti, quando senti che non riuscirai mai a sfondare "Il picco dell'umiliazione fu quando mi chiesero di suonare un pianoforte vestito da Babbo Natale - ha raccontato Prima di approdare a Zelig - ne abbiamo parlato anche nel nostro articolo sulle origini di Checco Zalone - tentò senza fortuna le strade del rappresentante farmaceutico e il concorso in polizia. Una volta approdato a Zelig le cose cominciarono ad andare meglio, anche se era costretto a viaggiare ripetutamente tra Bari e Milano e a dormire a casa di un amico.

Il successo è arrivato piano piano, Checco Zalone se l'è conquistato grazie anche alla sua caparbietà e alla sua bravura e a quella giusta dose di fortuna che non guasta mai "Le ho provate tutte. E non mi sono arreso. Sono stato fortunato, anzi fortunatissimo perché senza una buonissima dose di culo non vai da nessuna parte, ma quando ho avuto un'occasione ho dimostrato di sapermela meritare. Mi mandavano in onda, funzionavo, facevo ridere".

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Tolo Tolo: Checco Zalone in una sequenza

A proposito di Tolo Tolo l'attore racconta "C'è un bambino che mi segue nel film, che mi si affeziona, che mi prende un po' come un secondo padre. Per una questione burocratica non aveva il visto per venire in Italia. Praticamente un'iperbole. Il Kenia non ce lo mandava con Salvini ministro dell'Interno in carica".

Il comico barese si sofferma poi sul suo rapporto con il produttore Pietro Valsecchi. Un primo incontro strano ma che ha portato ad un sodalizio inossidabile "Con la sua voce cavernosa a 5 Megahertz, nella mia vita arriva proprio lui, Pietro Valsecchi. Io non sapevo chi fosse. Al telefono capisco soltanto due parole: Cortina e Aereo. Chiamo Gennaro Nunziante e gli dico: 'Mi ha cercato un certo Valsecchi'. Sento un silenzio dall'altra parte, poi un gorgoglio che somiglia a un'esultanza. 'Ma sai chi è Valsecchi? Dobbiamo portargli subito una storia'. Così in pochi giorni tiriamo giù il canovaccio di Cado dalle nubi".