Carlo Verdone ha ricordato il suo rapporto con Francesco Nuti e Massimo Troisi, definendo imprevedibile il primo e spiegando quanto fosse terrorizzato dalla gente il secondo.
In questi giorni Carlo Verdone è impegnato con la promozione de La carezza della memoria, il nuovo libro nel quale ha raccolto numerosi aneddoti riguardanti la sua vita, compreso il rapporto che lo legava alle maggiori personalità del cinema italiano, tra cui Massimo Troisi e Francesco Nuti. Tra le pagine dell'autobiografia, infatti, spicca una bellissima foto che ritrae Verdone al fianco dei due registi, che lui stesso descrive in una nuova intervista rilasciata a Repubblica: "Il libro è scandito da immagini che ho ritrovato un po' casualmente dentro uno scatolone ed è stato come tornare ad una serie di episodi della mia vita che avevo rimosso. Nel caso della foto di me con Troisi e Nuti, è stata scattata da Alberto Sordi in occasione delle 'Grolle d'Oro'. Quel trio per me rappresentava una nuova pagina della commedia italiana".
Parlando di "nuova pagina", Verdone intende sottolineare la differenza con il trio composto da Tognazzi, Sordi e Gassmann, considerati come i re della risata, a differenza di lui, Nuti e Troisi che invece hanno interpretato soprattutto personaggi fragili. Eppure, i tre non hanno mai lavorato insieme, come lui stesso ha raccontato: "Con Nuti dovevamo fare Cuori nella tormenta ma, a 20 giorni dalle riprese, Francesco sparì, lasciandomi in braghe di tela. All'inizio mi incazzai ma non so portare rancore e alla fine ho pensato 'Vabbè, è chiaro che Nuti ama recitare da solista'". Nella medesima intervista a Repubblica, Verdone ha quindi descritto la sua amicizia con Nuti e Trosi, descrivendo l'imprevedibilità del primo e le paure del secondo: "Sono stato più amico di Massimo che di Francesco. C'eravamo conosciuti a Torino nei tre mesi in cui abbiamo preparato il programma televisivo 'Non stop' che poi avrebbe decretato l'inizio del mio successo. Ricordo che un giorno cercavano Nuti che doveva registrare ma non si trovava. Lo scovai nel bagno seduto sulla tazza con Tex tra le mani. Gli dissi 'Francesco, avevamo un appuntamento, ricordi? Dovevi ascoltare un mio sketch e poi devi registrare, ti stanno cercando' e lui rispose 'Sì, sì, ma ora chiudi la porta che mi girano i coglioni'. Era imprevedibile, incapace di godere del suo talento".
Il regista ed interprete di Viaggi di nozze ha quindi spostato l'attenzione su Massimo Troisi: "Lui era fatto di un'altra pasta, con addosso fragilità diverse. Sei giorni su sette restava chiuso in casa. Ero l'unico, credo, che a forza riusciva a portarlo al cinema. Rigorosamente alle tre del pomeriggio, quando le sale erano vuote. Aveva il terrore della gente che gli veniva addosso per gli autografi". Alla fine, Verdone ha espresso tutto il suo rammarico per ciò che la vita ha riservato ai suoi due colleghi: "La vita è stata diseguale per noi tre. Mi addolora sapere che Massimo non c'è più e Francesco è come se non ci fosse".