Bruce Lee, Jackie Chan e altri classici della cinematografia cinese potrebbero tornare in sala grazie all'IA

L'iniziativa, approvata dal governo e presentata allo Shanghai Film Festival, prevede la "rivitalizzazione" tramite intelligenza artificiale di 100 classici di arti marziali.

Una scena con Bruce Lee

Allo Shanghai Film Festival è stato annunciato un maxi progetto per "riattivare" 100 capolavori del kung fu attraverso l'intelligenza artificiale. Tra i titoli coinvolti figurano Fist of Fury, Drunken Master e Once Upon a Time in China, indicando dunque la volontà di riportare sullo schermo Bruce Lee, Jackie Chan, Jet Li e una schiera di grandi nomi del cinema marziale di tutti i tempi. Sostenuto dalle autorità cinesi, l'iniziativa punta a fondere patrimonio culturale e tecnologia per ridisegnare l'estetica dei film classici.

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Mentre l'industria hollywoodiana si interroga ancora sul posto dell'intelligenza artificiale tra set e storyboard, la Cina accelera senza indugi. Durante il 27° Shanghai International Film Festival è stato ufficializzato un progetto titanico: un gruppo di studi cinematografici locali, con l'approvazione delle autorità statali, ha annunciato la rigenerazione digitale di ben 100 film classici di arti marziali grazie alle nuove tecnologie IA. Tra i primi titoli scelti figurano Fist of Fury (1972) con Bruce Lee, Drunken Master (1978) che consacrò Jackie Chan, e Once Upon a Time in China (1991), il film che fece esplodere la carriera internazionale di Jet Li.

Una foto promo di Bruce Lee da giovane
Una iconica foto di Bruce Lee

Il piano, battezzato Kung Fu Movie Heritage Project - 100 Classics AI Revitalization, mira a riportare in vita quelli che Zhang Pimin, presidente della China Film Foundation, ha definito "tesori storici estetici", aggiornandoli con un linguaggio visivo più aderente alla sensibilità contemporanea. "Non si tratta solo di un'eredità cinematografica, ma anche di una coraggiosa esplorazione dello sviluppo innovativo dell'arte cinematografica", ha dichiarato Zhang, segnalando l'intento di non limitarsi a una semplice operazione nostalgia, ma di riscrivere le regole della conservazione culturale in chiave futurista.

Tra le opere più simboliche dell'iniziativa, spicca anche una rielaborazione animata del cult di John Woo, "A Better Tomorrow" (1986): nel trailer mostrato al festival, l'antieroe interpretato da Chow Yun-fat diventa una figura cyberpunk, all'interno di quello che è stato presentato come "il primo lungometraggio al mondo prodotto interamente tramite intelligenza artificiale". Non solo restauri, quindi, ma vere e proprie metamorfosi visive. A guidare il progetto, oltre alla China Film Foundation, anche Quantum Animation - lo studio responsabile di Cyber Frontier - e il Film and Urban Development Special Fund.

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Tian Ming, presidente di Shanghai Canxing Culture and Media, ha garantito che l'intervento sarà rispettoso dell'anima originale dei film, pur innestandovi una nuova veste grafica, sonora e produttiva: "Renderà omaggio all'opera originale" e allo stesso tempo "rimodellerà l'estetica visiva". A sostegno del progetto è stato stanziato un fondo iniziale da 100 milioni di yuan (circa 13,9 milioni di dollari), e l'appello è stato esteso alle migliori aziende mondiali di animazione IA per "dare il via a una rivoluzione cinematografica che sovverta la tradizione".

L'iniziativa ha raccolto consensi istituzionali anche da figure come Zhai Xuelian, della China Science Fiction Industry Investment Alliance, che ha sottolineato il valore culturale dell'impresa: "Ci ha mostrato le infinite possibilità dell'integrazione tra cultura tradizionale e tecnologia futura". E mentre le immagini generate dall'IA hanno già fatto capolino nel video di apertura del festival, infilate tra scene iconiche di Vacanze romane, il messaggio è chiaro: il passato del cinema, in Cina, sta per essere riscritto pixel dopo pixel.