Bret Easton Ellis su Una battaglia dopo l'altra "I critici ne parlano bene solo perché è di sinistra"

Nel panorama delle uscite cinematografiche più discusse dell'anno, Una battaglia dopo l'altra di Paul Thomas Anderson ha diviso la critica tra entusiasmi e scetticismo. Tra le voci fuori dal coro spicca quella di Bret Easton Ellis, che nel suo podcast ha demolito l'euforia collettiva attorno al film con il suo consueto tono tagliente.

Una scena di Una battaglia dopo l'altra

Bret Easton Ellis critica duramente Una battaglia dopo l'altra di Paul Thomas Anderson, accusando la stampa di osannare il film solo per la sua ideologia progressista. Pur ammirando la regia e la fotografia, lo scrittore definisce l'opera "datata" e incapace di leggere la realtà americana.

La disillusione secondo Ellis: un capolavoro "inventato" dalla critica

Autore controverso e mai incline al conformismo, Bret Easton Ellis è tornato a far parlare di sé dopo aver smontato l'accoglienza entusiastica riservata all'ultimo film di Paul Thomas Anderson, Una battaglia dopo l'altra.

Nel suo Bret Easton Ellis Podcast, lo scrittore di American Psycho e Less Than Zero ha espresso ammirazione per il regista - definendo Il petroliere "forse il miglior film di questo secolo" - ma non ha risparmiato critiche alla sua nuova opera. A suo dire, non si tratterebbe affatto di un capolavoro, bensì di un film "celebrato più per ideologia che per valore artistico".

Leonardo Dicaprio One Battle After Another
Leonardo DiCaprio in Una battaglia dopo l'altra

"È quasi scioccante vedere un tale livello di elogi per un film che, mi dispiace dirlo, non è granché. È evidente che i critici reagiscono alla sua ideologia politica, non alla sua qualità", ha dichiarato Ellis, sottolineando come l'entusiasmo della stampa rispecchi un certo "sentire di sinistra" dominante nel panorama culturale americano. Secondo lui, l'opera verrà presto ricordata come "una reliquia ammuffita dell'era post-Kamala Harris, un film che tutti fingono di amare solo per fare una dichiarazione".

Pur riconoscendo alcuni meriti, come "la splendida fotografia" e alcune sequenze riuscite - in particolare quelle dedicate ai tentativi del protagonista di avvicinarsi alla resistenza clandestina - Ellis ritiene che la pellicola manchi di una vera lettura del presente, intrappolata in una bolla ideologica più compiaciuta che lucida.

Tra ideologia e percezione: un film che "non legge la realtà"

Ellis non si limita a criticare Una battaglia dopo l'altra in termini estetici, ma ne smaschera - a suo dire - la debolezza concettuale. Secondo lui, il film non coglie il polso della società americana contemporanea, né riesce a comunicare qualcosa di autentico oltre il suo messaggio politico.

Sean Penn One Battle
Una scena di Una battaglia dopo l'altra

La sua invettiva si è concentrata anche su testate prestigiose come The New York Times e sulla loro principale critica cinematografica, Manohla Dargis, che aveva definito l'opera "importante". "No, non lo è. Non ha davvero capito il momento storico. Non ha letto affatto la realtà, non ha capito cosa stia accadendo in America", ha replicato Ellis con il suo stile diretto e disincantato.

Il romanziere ha poi chiosato con una frase che racchiude tutta la sua disillusione: "C'è una stantia patina liberal su questo film, che già nell'ottobre 2025 suona vecchia. Vecchia e fuori tempo. Legge solo un piccolo angolo della stanza, ma non ciò che accade davvero in America." Una provocazione che, come spesso accade con Ellis, non manca di sollevare riflessioni più ampie sullo stato della critica e del cinema contemporaneo.

Una battaglia dopo l'altra, intervista a Leonardo DiCaprio: "Oggi veniamo costantemente manipolati" Una battaglia dopo l'altra, intervista a Leonardo DiCaprio: 'Oggi veniamo costantemente manipolati'

A margine, si segnala un curioso dettaglio: Quentin Tarantino, amico personale di Ellis, è stato avvistato di recente al New Beverly Cinema durante una proiezione del film, mentre prendeva appunti. Nessuno sa ancora se lo abbia apprezzato - ma in un clima di opinioni polarizzate, anche il silenzio di Tarantino sembra dire molto.