Blade Runner 2049, Sean Young contro Ridley Scott: "Il mio cameo è stato l'insulto finale"

Sean Young torna a svelare nuovi retroscena del suo rapporto conflittuale col regista Ridley Scott che si è vendicato sostituendola, in Blade Runner 2049, con un cameo virtuale.

Sean Young torna a scagliarsi contro il regista Ridley Scott svelando che il cameo virtuale in Blade Runner 2049, di cui Scott è produttore, è stato l'insulto finale contro di lei.

Sean Young in Blade Runner - una scena del film
Sean Young in Blade Runner - una scena del film

In una recente intervista col Daily Beast, Sean Young, oggi 61enne, si è tolta qualche sassolino dalla scarpa puntando il dito contro i comportamenti tossici di Warren Beatty, Steven Spielberg e Ridley Scott. Ridley Scott, in particolare, brillerebbe per il suo cattivo comportamento visto che, dopo che Sean Young aveva rifiutato le sue avances più di una volta all'inizio della lavorazione di Blade Runner, si è vendicato inserendola in una scena di sesso violento con Harrison Ford:

"Penso che Ridley abbia pensato: 'Fanculo, ora ti faccio vedere io!' ed io, incredula, dall'altra parte mi chiedevo 'Perché deve essere così? Qual è il punto?'. Ora penso che fosse un modo non troppo sottile per dirmi che stava pareggiando i conti".

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Ma la vendetta non è terminata qui. Dopo Blade Runner, Ridley Scott non ha più voluto lavorare con lei il che, come nota l'attrice, "era piuttosto strano. E che cavolo! Ingaggi Russell Crowe un miliardo di volte e non mi chiami più? e io sono stata gentile con Ridley nel corso degli anni. Non ho mai parlato male di lui. Solo più tardi mi è venuto in mente che forse l'avevo offeso."

Un'ulteriore offesa a Sean Young e ai suoi fan è arrivata con Blade Runner 2049: l'insulto finale è stato inserire un cameo virtuale del suo personaggio usando gli effetti speciali per riprodurre la sua bellezza senza richiamare l'attrice sul set.

"Non è schifoso?" si chiede la Young. "E non c'è stato niente che potessi fare. Sapevano che il pubblico sarebbe rimasto sconvolto dal fatto che io non ci fossi presente, ma non volevano che me ne lamentassi pubblicamente. Quindi, mi hanno pagato dei soldi, mi hanno fatto firmare un accordo di non divulgazione e mi hanno dato 30 secondi. Hanno dato a mio figlio Quinn un lavoro in Blade Runner 2049 nelle arti visive, e ho detto che era tutto perdonato. Ha grandi capacità."