Black Widow, una star accusa i Marvel Studios dopo il fallimento del film: "Contano solo i biglietti venduti"

L'attore britannico torna a parlare della sua esperienza nel cinecomic Marvel, raccontando le difficoltà creative nate dalle riprese aggiuntive e criticando un'industria che pensa sempre più ai biglietti venduti che alla qualità artistica.

Black Widow

Gli Studios Marvel tornano al centro del dibattito. Ray Winstone, volto del villain Dreykov in Black Widow, ha espresso frustrazione per la sua esperienza sul set, definendo l'approccio della major troppo concentrato sul botteghino e poco attento al processo creativo.

L'attore ha spiegato di aver vissuto con entusiasmo la prima parte delle riprese, lodando il lavoro della regista Cate Shortland, ma di essere rimasto deluso quando la produzione gli ha chiesto di rigirare interamente le sue scene.

Le critiche di Ray Winstone ai metodi Marvel

In una recente intervista, Winstone ha raccontato di essersi trovato costretto a riprendere da zero il suo ruolo di Dreykov, personaggio che controlla la famigerata Stanza Rossa e che segna in maniera decisiva la vita di Natasha Romanoff. "È tutta una questione di vendere biglietti", ha dichiarato, sottolineando come le grandi produzioni preferiscano modificare i film fino all'ultimo istante pur di soddisfare il pubblico, con effetti però devastanti sul lavoro degli attori.

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Black Widow: Scarlett Johansson e Florence Pugh durante un inseguimento

L'attore ha ricordato con piacere la fase iniziale del progetto, quando insieme alla regista aveva costruito un personaggio cupo e inquietante, ma ha spiegato che la ripetizione forzata di ogni scena ha reso difficile ritrovare la stessa intensità: "Torno sul set, indosso di nuovo il costume, ma sento di aver già dato tutto. È un rifiuto naturale, non c'è niente di peggio".

Le difficoltà produttive di Black Widow

Black Widow non è stato un progetto semplice fin dall'inizio. Il film è arrivato al cinema nel 2021, dopo la morte di Natasha in Avengers: Endgame, perdendo parte dell'impatto emotivo che avrebbe potuto avere se distribuito prima. Ambientato tra Captain America: Civil War e Avengers: Infinity War, il titolo ha cercato di dare un'ultima avventura solitaria al personaggio interpretato da Scarlett Johansson, affiancata da Florence Pugh nei panni di Yelena Belova.

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Black Widow: Scarlett Johansson, David Harbour, Florence Pugh in una scena

La pandemia ha complicato ulteriormente le cose: la decisione di distribuire il film contemporaneamente nelle sale e su Disney+ ha portato Johansson ad avviare una causa legale contro la compagnia, poi risolta con un accordo. Nonostante un incasso globale di 379 milioni di dollari, il film è stato percepito come un successo a metà, apprezzato per le interpretazioni ma penalizzato da scelte produttive controverse.

Un bilancio amaro per i Marvel Studios

Le dichiarazioni di Winstone arrivano in un periodo delicato per i Marvel Studios, reduci da risultati altalenanti al botteghino e da critiche sulla mancanza di coerenza narrativa dopo Avengers: Endgame. Titoli come Thor: Love and Thunder e Ant-Man and the Wasp: Quantumania non hanno soddisfatto le aspettative, e la stessa Marvel sta ripensando la direzione della propria fase attuale.

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Thor: Love and Thunder, Chris Hemsworth in una foto del film

Per l'attore britannico, l'esperienza in Black Widow resta significativa ma segnata dall'amarezza di un processo creativo sacrificato alle logiche commerciali: un'osservazione che riaccende il dibattito sul rapporto tra cinema d'autore e blockbuster miliardari.