Birds of Prey sta subendo ogni tipo di attacco mediatico. L'ultima trovata per mettere in cattiva luce il nuovo film con protagonista Harley Quinn è una finta campagna di sabotaggio da parte di finti fan nei confronti di Sonic Il film. L'operazione ha veramente dell'assurdo, ma in molti su Twitter hanno abboccato e il processo a Birds of Prey non smette di prendere pieghe sempre più allucinanti.
Dove sta il problema? Il problema di Birds of Prey è che Harley Quinn è il capo, almeno nelle piccole e insicure menti degli haters che se ne sentono minacciati. Senza voler per forza fare delle generalizzazioni (sicuramente è una situazione che non coinvolge tutti gli uomini), è innegabile che il film di Cathy Yan stia subendo un trattamento di discriminazione misogina.
Nella storia dei cinecomic non è una novità: ogni volta che un film mette al centro della scena una donna al comando c'è qualcuno che se ne lamenta, come se una singola rappresentazione di potere femminile potesse sradicare in due ore di finzione la salda presa che gli uomini hanno da decenni sul cinema di supereroi. Magari. Dopo le foto compiaciute delle sale vuote durante le proiezioni e le recensioni pessime, si è arrivati al sabotaggio coi bot.
Su Twitter sono infatti sbucate accuse a Sonic Il Film di razzismo e omofobia da parte di ipotetici fan di Birds of Prey. La reiterazione e il contenuto sempre uguale ha ben presto fatto capire che i commenti venivano da bot programmati appositamente, come se non fosse già sospetto che accuse del genere venissero indirizzate a un prodotto PG-13, ovvero adatto anche a ragazzi e bambini, che negli Stati Uniti ancora non è uscito in sala!