La 68° Berlinale si apre all'insegna della fantasia. Per la prima volta un film d'animazione apre il festival europeo più politicizzato e non è un'opera qualunque, ma la nuova pellicola in stop motion del dandy Wes Anderson, L'isola dei cani. A commentare la scelta rivoluzionaria è il Presidente della Giuria di questa annata, Tom Tykwer: "Non so perché il film sia stato scelto, ma non vedo l'ora di vederlo. Mi sembra una scelta gioiosa e intelligente vedere i cani che parlano e avere le loro voci tutte sul red carpet. Stasera ci sarà una passerella di star. Credo che sia una mossa intelligente".
Tykwer ha molto a cuore il suo festival nazionale e assicura: "E' una celebrazione del cinema, ma noi la prendiamo molto seriamente. Voglio valorizzare l'importanza di questo festival. Non spetta solo a me, ma a tutta la giuria. Vogliamo parlare con una voce forte nella scelta dei vincitori. Qualcuno si è lamentato della debolezza del concorso di questa edizione, ma la selezione cambia ogni anno. A volte i film sono buoni, a volte meno, ma questo non cambia la sostanza".
Tra i giurati l'attenzione è puntata sul maestro giapponese Ryuichi Sakamoto, autore di tante colonne sonore indimenticabili. "Sono felice di vedere 19 film in buona compagnia, mi divertirò molto, sia che siano belli o meno è una sfida. Cercherò di anteporre l'aspetto artistico a quello politico". Sakamoto sottolinea scherzosamente come il talento musicale di Tom Tykwer rischi di togliergli un po' di lavoro. "Tom ha talento come regista e come musicista. Perdo del lavoro come compositore perché fa tutto da solo. Non è carino nei miei confronti". Il tono si fa commosso quando il musicista ricorda il collega Johan Johannsson, suo amico scomparso improvvisamente pochi giorni fa. "E' stata una perdita enorme e sono molto triste".
Prima di concludere, la giuria non può non dare uno sguardo all'attualità riflettendo sul dibattito sorto intorno al movimento #Metoo. Tom Tykwer commenta: "Credo che il problema faccia parte di un dibattito più ampio, che riguarda la gestione del potere. Chi è in basso spesso subisce abusi di ogni tipo e questo accade in tutti i campi". Adele Romanski, produttrice del premio Oscar Moonlight aggiunge: "Come produttrice sono in una posizione di potere. Molte scelte dipendono da me, quindi cerco di essere coscienziosa, di ingaggiare maschi e femmine senza fare distinzioni di sesso o razza. Ma le pressioni ci sono, non lo nego".
Ultima a parlare è l'attrice francese Cécile De France, compiaciuta di trovarsi in giuria perché "15 anni fa sono stata una shooting star, è bello essere di nuovo qui. Sono felice di condividere la visione dei film con i miei amici. Dai film non mi aspetto niente, voglio essere stupita. Sono solo felice di essere qui".
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