Quando Ben Affleck ha accettato il ruolo di Batman ha ammesso di non essersi reso conto di quanto fosse così iconico, tanto da rimanere in seguito stupito della portata di dover indossare cappuccio e mantello e salvare Gotham City. La curiosa confessione arriva a margine di una intervista che l'attore ha concesso a GQ in cui ripercorre tutta la sua carriera, dall'Oscar per Will Hunting a quelli per Argo, i blockbuster, i ruoli sbagliati, i problemi di alcolismo e, ovviamente, la sua partecipazione ai due film DC Comics di Zack Snyder.
"Non credo di essermi nemmeno reso conto di quanto fosse iconico il personaggio fino a quando non ho accettato il lavoro", così spiega Ben Affleck; "Ed è successo nel momento in cui Internet si stava evolvendo sul mondo del cinema in modo diverso. I siti dei fan, i rapporti con loro, gli studios, i creatori dei fumetti, tutto stava cambiando ed era in continua evoluzione". Le reazioni alla scelta dell'autore di Argo per interpretare Bruce Wayne in Batman v Superman: Dawn of Justice furono infatti infuocate e divisive ma dopo, in tanti si dovettero ricredere, anche perché Affleck e Snyder lavorarono sodo per rendere il personaggio estremamente malinconico e complesso.
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"Zack mi ha detto che voleva fondamentalmente creare lo stesso tono di The Dark Knight Frank Miller. Dove (Batman ndr.) è più anziano, disilluso e quindi più vulnerabile. Ho pensato che fosse un approccio davvero interessante su Batman. Vederlo come un ragazzo fragile, che sta male quando si alza al mattino e sente su di sé un tormento interiore. È un punto di vista intrigante nel dover interpretare un eroe ed è quello che abbiamo fatto".
Ma nonostante l'ottimo lavoro, dopo Justice league ha abbandonato il progetto di un film incentrato unicamente sul cavaliere oscuro, passando così il testimone a Matt Reeves e Robert Pattinson perché si sentiva svuotato da un ruolo così impegnativo, a cui poi si sono sommate difficoltà personali: "Mi chiesero: 'Ti piacerebbe dirigere e recitare in un film solista di Batman?' Ma mi ero reso conto che, ad un certo punto, avevo perso il mio entusiasmo e la passione per tutto questo e ho pensato che doveva essere realizzato da qualcuno altro che lo vedeva come il suo sogno più ardito. Era chiaro per me che era giunto il tempo di andare oltre".