Il film Barbie arriverà a luglio nelle sale e Greta Gerwig e la scenografa coinvolta nel progetto hanno condiviso dei dettagli riguardanti il modo in cui è stato creato il mondo in cui vive la protagonista interpretata da Margot Robbie e gli altri personaggi.
Il progetto ha inoltre richiesto l'utilizzo di una quantità record di vernice rosa.
La casa della protagonista
Greta Gerwig ha descritto la Casa dei sogni di Barbie creata per il film sostenendo che dal punto di vista architettonico si presume "che non hai mai niente che vorresti fosse privato, non c'è un posto dove nascondersi".
A occuparsi della creazione dei set e delle scenografie sono state Sarah Greenwood e Katie Spencer che si sono ispirate al modernismo di Palm Springs, epoca che è stata considerata perfetta per far sembrare reale la protagonista all'interno di un mondo totalmente irreale.
Le due non avevano mai avuto una Casa dei sogni di Barbie da ragazzina e hanno quindi dovuto fare un acquisto su Amazon per studiarne le proporzioni: "Erano piuttosto strane. Il tetto è in realtà piuttosto vicino alla testa delle persone e servono solo due passi per attraversare una stanza. Ha lo strano effetto di far sembrare gli attori grandi all'interno dello spazio, ma piccoli in generale".
Il set è stato allestito negli spazi dei Warner Bros Studios di Londra e Greta Gerwig ha ribadito che voleva catturare gli elementi divertenti delle case di Barbie: "Perché scendere dalle scale quando puoi scivolare direttamente in piscina? Perché salire su per i gradini quando puoi prendere un ascensore abbinato al tuo vestito?".
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Un mondo totalmente rosa
Nella camera di Barbie ci sono poi degli armadi che sembrano confezioni di giocattoli. Greenwood ha invece ribadito che si tratta di una casa ideata per una donna single e ha ricordato che quando è stata messa in vendita per la prima volta era raro che una donna potesse essere proprietaria di una casa: "Lei è stata l'icona femminista per eccellenza".
Greta Gerwig ha poi ribadito che era stato importante creare fisicamente un universo alternativo che potesse essere, come i giocattoli, qualcosa di concreto da toccare. Per mantenere lo spirito "giovanile" degli spazi, tutto doveva essere rosa: "Volevo che i colori fossero davvero brillanti e tutto fosse quasi esagerato. Non volevo dimenticare cosa mi aveva fatto innamorare di Barbie quando ero una ragazzina". Per riuscirci, secondo Greenwood, hanno quasi esaurito a livello internazionale la vernice Rosco nella sua sfumatura rosa fluorescente: "Il mondo è rimasto senza rosa".