La cineasta sperimentale belga Chantal Akerman, meticolosa osservatrice della vita interiore delle donne, è morta ieri a Parigi. La conferma ufficiale del decesso è arrivata oggi dalla sorella, Sylviane Akerman, e da Nicola Mazzanti, direttore del Royal Belgian Film Archive. Le cause della morte non sono note, ma si ipotizza il suicidio.
Nata a Bruxelles da genitori polacchi, sopravvissuti all'Olocausto, Chantal Akerman ha iniziato a muovere i primi passi nel cinema ispirata dalla visione de Il bandito delle ore undici di Jean-Luc Godard. La sua opera più nota è Jeanne Dielman, 23 Quai du Commerce, 1080 Bruxelles (1975), pellicola sperimentale in cui segue in tempo reale tre ore di vita di una casalinga. Autori come Todd Haynes, Sally Potter e Michael Haneke hanno ammesso di essere stari profondamente influenzati dall'opera della Akerman.
Il suo ultimo lavoro, No Home Movie, presentato in concorso al Festival di Locarno, è dedicato alla madre Natalia, sopravvissuta ad Auschwitz e scomparsa nel 2014. Il film ha avuto un'accoglienza controversa e le apre critiche avrebbero ferito la regista, non nuova già in passato a crisi nervose.