C'è una città nel mondo della fantasia Disney dove ognuno può essere quel che vuole. Si chiama Zootropolis e dà il titolo al nuovo film in arrivo nelle sale italiane il 18 Febbraio prossimo, pronto ad aggiungersi alla lista sempre più numerosa e ricca dei classici Disney, quella libreria di storie ed emozioni che dal 1937 di Biancaneve e i sette nani arriva ai giorni nostri modernizzata e attualizzata dopo produzioni come Bolt - un eroe a quattro zampe o Big Hero 6 che hanno saputo deviare dalla dimensione favolistica che ne è sempre stata la colonna portante. Una dimensione che, però, viene ripresa nel nuovo lavoro da un altro punto di vista, con un ritorno agli animali parlanti che da Il libro della giungla a Robin Hood ne hanno animato i racconti.
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C'è nel nostro mondo una categoria che può materialmente vivere il sogno di Zootropolis ed essere quel che vuole: l'attore. E forse ancora di più il doppiatore, che nascosto dietro il paravento protettivo del proprio personaggio, può cambiare tono, registro e ambito ad ogni nuovo lavoro. Lo sa bene Massimo Lopez, che si può considerare un professionista del settore e che nel nuovo film Disney dà voce al leone sindaco della variegata città, ma ne sanno qualcosa anche i colleghi che lo hanno accompagnato all'incontro con la stampa romana. Si tratta di Frank Matano, Teresa Mannino, Paolo Ruffini e Diego Abatantuono, cinque esponenti di un cast vocale nostrano che comprende anche Leo Gullotta (Mr. Big), Malika Ayane (la popstar animale Gazelle), Nicola Savino (il bradipo Flash), Paolo Buglioni (Direttore Bogo) e che ha in Alessandro Quarta e Ilaria Latina i due protagonisti, la coniglietta Judy e la volpe Nick.
Spazio ai talent
Una composizione che conferma le tendenze degli ultimi tempi, quella di dare spazio a personaggi del mondo dello spettacolo, e non solo, per dar voce ad alcuni personaggi secondari affiancandoli a professionisti del doppiaggio. Un punto che è stato sollevato non senza un cenno di polemica nell'incontro con le voci italiane di Zootropolis. Abatantuono ha minimizzato il problema: "i professionisti sono più bravi e continueranno a farlo, ma è una scelta dovuta alla volontà di aggiungere un tocco originale." Gli fa eco la Mannino: "Serve a dare un qualcosa in più, una sfumatura diversa, ma è un lavoro non senza difficoltà perché bisogna farlo con la giusta misura. Bisogna esserci ma non troppo." Completa il discorso Paolo Ruffini: "ci sono direttori del doppiaggio molto abili a individuare un carattere da una sensazione. Penso a Frizzi scelto per il Woody di Toy Story: non era un doppiatore professionista ma ha dato la sua impronta al personaggio. E comunque," ha concluso "noi siamo un corollario, la colonna portante del film restano i professionisti."
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Essere animati
Resta però chiaro che per tutti è stata un'esperienza importante e divertente allo stesso tempo. A cominciare da Lopez che ha spiegato come ami giocare con la propria voce, adattarla al personaggio a cui deve prestarla ad ogni occasione. "Mi piaceva l'idea di doppiare il leone" ha detto del caso specifico di Zootropolis "mi piaceva questo suo essere pieno di se e vanesio, ma buono e positivo." Lo stesso vale per Frank Matano, che ha dichiarato di aver dato alla sua donnola "una cadenza un po' acuta" usando registri alti, urlando e respirando in modo percettibile. "È stato divertente ma anche istruttivo." Più all'insegna dell'autoironia e leggerezza il commento della Mannino, che ha detto: "io ho doppiato la Fru Fru, che è un topo ragno eppure mi somiglia: entrambe abbiamo un naso importante e tantissimi capelli! Di mio ho aggiunto un po' di siciliano e la leggerezza, che era presente e ho cercato di riprodurre." Quanto a Ruffini, lui ha il ruolo di Yax, "un bovino un po' figlio dei fiori. E anche io ho potuto mettere un po' di mio nel personaggio." Ha poi scherzato di essersi identificato col personaggio, che fa parte degli animali naturisti che vanno in giro senza vestiti e scandalizzano la protagonista: "sono andato in giro anche io nudo come lui!" L'ultimo ad raccontare l'esperienza è stato Diego Abatantuono, che ha dato vita al fennec Finnick ed ha spiegato come abbia cercato di tenere l'equilibrio tra originalità e riconoscibilità.
Zootropolis e la contemporaneità
Un altro aspetto ovviamente discusso è quello legato alla società contemporanea che il pittoresco mondo animale del film riesce a riflettere. Un mondo dove Massimo Lopez, che non ha mancato di sottolineare l'incredibile lavoro svolto dagli animatori nel mettere in scena i vari animali, si trasferirebbe senza pensarci due volte. "Ho già fatto domanda di trasferimento là, perché si respira una bella armonia tra tutti gli esseri viventi di tutte le razze." Un contesto in cui è importante emerge l'importanza di parlare di discriminazione e accettazione, del non farsi condizionare dalla paura ed il superamento dei pregiudizi, e da questo punto di vista "si tratta di un film politico" spiega Matano. Eppure uno di questi pregiudizi sembra permanere ed è legato al personaggio di Fru Fru e la sua famiglia, che cita in modo esplicito Il Padrino e porta l'immancabile accento siciliano. "Però quel personaggio, che è doppiato da Leo Gullotta, è fantastico!" Precisa Teresa Mannino che dà voce alla figlia di Mr Big, Fru Fru, "e poi sono dei mafiosi un po' strani che alla fine aiutano a risolvere la situazione".
L'importanza dell'animazione
"Chi non ama Disney non ha un cuore" dichiara Ruffini che aggiunge: "se puoi sognarlo, puoi farlo. Io lo sognavo e l'ho fatto". Perché l'animazione fa parte della vita e dei sogni di tutti noi, perché, come spiega Abatantuono, "tutti siamo bambini e poi abbiamo avuto figli e poi quei figli ne hanno avuti a loro volta. In questo senso il mondo dei cartoni non ha mai fine." E per questo motivo abbiamo chiesto ad ognuno di loro quali personaggi dei film della tradizione Disney avrebbero doppiato. Per Lopez "uno qualunque dei personaggi del Libro della giungla. E mi sarebbe piaciuto anche essere me stesso nel film ed essere doppiato a mia volta." Una passione confermata da Abatantuono, che riflette "di solito si affidano i personaggi in relazione all'aspetto fisico, quindi mi avrebbero dato l'orso." Matano, invece, sarebbe voluto essere Rafiki, mentre la Mannino si sarebbe tenuta a distanza da Cenerentola per non rovinarla, ma si sarebbe accontentata dei suoi topini. Ha chiuso con ironia Paolo Ruffini, che spiega che avrebbe dato con piacere voce a Wall-e, "perché è silenzioso e sarei stato protagonista con poco lavoro! Però il mio film Disney preferito è Le follie dell'imperatore."