Yann Arthus-Bertrand: Human e il senso dell'essere umani nel mondo

Human di Yann Arthus-Bertrand sarà presentato alla stampa nella giornata di domani, in contemporanea con una prestigiosa proiezione presso le Nazioni Unite cui prenderà parte anche il segretario generale Ban Ki-moon. Noi di Movieplayer lo abbiamo visto in anteprima e ne abbiamo parlato con il sessantanovenne fotografo e regista transalpino.

Già autore di un apprezzato documentario dedicato ai cambiamenti climatici in atto nel nostro pianeta (Home, 2009), il noto fotografo francese Yann Arthus-Bertrand, specializzato ormai da decenni in scatti aerei, con il suo ultimo straordinario lavoro ha realizzato un'opera emozionante e potente come poche tra quelle presenti quest'anno alla Mostra di Venezia. Grazie alla sistematica alternanza di interviste in primo piano di decine di persone provenienti da tutto il mondo, le quali si raccontano senza filtri e con grande sincerità, e di inquadrature aeree mozzafiato dei più disparati luoghi del pianeta, ora evocative ora più esplicitamente metaforiche, Bertrand riesce a toccare vette di liricità davvero notevoli. Ricorrendo a due tipi di inquadrature totalmente opposti, infatti, egli conduce con grazia lo spettatore a riflettere sul senso più profondo del nostro essere umani nel mondo.

Human: una intrigante immagine tratta dal documentario di Yann Arthus-Bertrand
Human: una intrigante immagine tratta dal documentario di Yann Arthus-Bertrand

Human uscirà in Francia in ben 540 sale e, a quanto ci hanno riferito i produttori, dovrebbe essere distribuito in Italia nel mese di dicembre, prima di venire poi diffuso anche online a livello internazionale grazie ad un accordo con Google che prevede la suddivisione del film in 11 parti corredate da un dietro le quinte e da altri contenuti speciali. Per capire più a fondo la natura di un lavoro così complesso e ambizioso, abbiamo fatto qualche domanda direttamente al fotografo e documentarista transalpino.

Human: uno dei molti primi piani femminili del lavoro di Yann Arthus-Bertrand
Human: uno dei molti primi piani femminili del lavoro di Yann Arthus-Bertrand

Come è nata l'idea alla base di Human?

Tutto è iniziato negli anni Novanta, quando durante la realizzazione del progetto televisivo La terra vista dal cielo ho avuto un guasto all'elicottero e mi sono trovato costretto a fermarmi in un villaggio del Mali, presso la casa di un contadino che praticava agricoltura di sussistenza. Sono stati due giorni meravigliosi e che mi hanno profondamente segnato. Con l'uomo si è creato fin da subito un legame speciale ed egli mi ha reso partecipe delle sue preoccupazioni riguardo le condizioni climatiche e meteorologiche che avrebbero compromesso il suo raccolto. Riprendendo in seguito il mio lavoro, mi sono iniziato a chiedere quali storie quegli uomini che vedevo dall'alto, così piccoli, avrebbero potuto raccontare. L'ispirazione finale per Human mi è poi giunta vedendo come Terrence Malick in The Tree of Life abbia avuto il coraggio di porre in stretta interconnessione immagini riguardanti una storia familiare molto intima e immagini relative alla creazione del mondo.

In effetti, l'accostamento nel suo film tra il particolare (i primi piani) e l'universale (le immagini aeree dall'alto) mi ha immediatamente riportato alla mente l'operazione compiuta, nell'ambito del cinema di finzione, da Malick in The Tree of Life...

Esattamente, ma in tutta sincerità credo che il finale di The Tree of Life sia meno riuscito di quello del mio film!

Al di là delle battute e delle ispirazioni cinematografiche, dalla sua opera emerge un profondo interesse nei confronti dei grandi temi d'attualità al centro della contemporaneità.

È stata senz'altro l'attualità ad essere la mia maggiore fonte d'ispirazione e l'elaborazione del film è stata fortemente influenzata da temi importanti quali il cambiamento climatico e la questione dei rifugiati o dai conflitti avvenuti nello scorso anno in Siria, Iraq o lungo la Striscia di Gaza. Mi affascina molto interrogarmi su cosa accade nel mondo per cercare di riflettere sulla direzione che stiamo prendendo, per quanto essa possa essere difficilmente prevedibile. Ad esempio, il fenomeno dei rifugiati che stiamo vivendo in questi giorni a mio modo di vedere rappresenta solo l'inizio di un cambiamento nel nostro pianeta che nei prossimi anni sarà assolutamente radicale.

Human: un fotogramma del film diretto dal francese Yann Arthus-Bertrand
Human: un fotogramma del film diretto dal francese Yann Arthus-Bertrand

Credo che il pregio più grande del suo lavoro sia soprattutto quello di far riflettere in maniera poetica, ma allo stesso tempo concreta, sulla nostra natura di esseri umani.

Sono convinto che per ciascuno di noi riuscire nella vita professionale sia relativamente facile. Quello che è molto più complicato è riuscire come esseri umani e, quindi, nelle relazioni che abbiamo con i nostri simili. Come dice il bambino di strada intervistato alla fine del film, tutti abbiamo una missione nella vita e il nostro obiettivo deve essere quello di capire quale essa sia per poi sforzarci di portarla avanti, allo scopo di provare a migliorare il mondo che ci circonda. Tutte le interviste presenti nel film ci riguardano intimamente e possono insegnarci qualcosa. Personalmente ormai mi avvicino ai settant'anni e credo fermamente che sia sempre più importante cercare di andare all'essenziale. "Che cos'è un essere umano?", "Qual è il ruolo di noi esseri umani nel mondo?", "Sono un uomo buono?", "Come sono nei miei rapporti familiari e nei miei rapporti interpersonali?". Ecco spero che Human, attraverso le parole delle persone intervistate e il loro connubio con le immagini, possa portare gli spettatori a porsi questo genere di domande.

Movieplayer.it

4.0/5