Chiunque sia stato in vacanza, in special modo in un luogo circoscritto come possono essere un villaggio turistico o un hotel, sa benissimo che la propria vita entra brevemente in contatto con quella di altri che, per lo più, andranno per la propria strada al termine del breve periodo di relax e divertimento. Così la struttura turistica diventa un crocevia dove vite diverse si incontrano, o scontrano, tra quelli che non vogliono altro che pace e tranquillità per ricaricare le batterie e quelle, talvolta invadenti, che cercando lo svago ad ogni costro. Restando, però, spesso misteriose e inaccessibili, riuscendo solo a volte ad influenzandosi le une con le altre.
E ancora più raramente l'incontro è così forte da cambiare radicalmente il corso di intere esistenze, anche senza arrivare ad estremi cruenti da horror, senza scomodare pericolose escursioni nel cuore dell'Australia o dell'America Latina, o gite in barca al limite del praticabile. A volte basta avere la (s)fortuna di imbattersi nella coppia giusta (o sbagliata) e quella che potrebbe essere una banale settimana trascorsa a rosolarsi a bordo piscina può diventare qualcosa di più interessante... e potenzialmente pericolosa. Basta tenere gli occhi ben aperti e notare i dettagli che alle persone comuni potrebbero sfuggire.
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Lo sguardo dello scrittore
E uno che è bravo a notare i dettagli è sicuramente uno scrittore, uno abituato a guardarsi sempre intorno per studiare il prossimo ed assimilare tic, comportamenti e situazioni da inglobare nelle proprie idee per arricchirle e renderle più realistiche. Uno come Kenji, che ha esordito con un premio prestigioso, ha proseguito con un secondo romanzo interessante ma ora è svogliatamente a caccia dell'ispirazione per un terzo libro che non sa nemmeno se scriverà mai. Su di lui fa pressione la moglie Aya, editor per una diversa casa editrice e convinta che il marito abbia ancora molto da dare come romanziere. Probabile, perché a dispetto di una ispirazione che latita, lo spirito di osservazione e la curiosità non manca: i due notano infatti, nel villaggio turistico in cui si trovano in vacanza, una coppia di ospiti alquanto bizzarra, formata da un uomo di una certa età, un tale Sahara, che si accompagna ad una ragazza estremamente più giovane, Miki. Lungi dal sembrare padre e figlia, i due attirano l'attenzione di Kenji che entra in confidenza con Sahara abbastanza da scoprire la bizzarra abitudine dell'uomo: ogni notte registra un video della ragazza che dorme, per poi sovrascriverlo il giorno successivo con una nuova registrazione.
L'altra faccia di Kitano
Il nome Beat Takeshi è famigliare a chi conosce l'attività cinematografica di Takeshi Kitano, perché è lo pseudonimo usato dall'autore di Hana-bi, Dolls e Zatoichi nella sua attività di attore. E per While the Women are Sleeping il sessantottenne cineasta nipponico torna dopo dodici anni a lavorare come puro interprete al servizio di un altro regista, il cinese Wayne Wang. E lo fa donando al suo Sahara una intensità notevole, un alone morboso che va al di là dell'inquietante abitudine notturna che ci viene raccontata. Ed è fantastico vederlo tratteggiare un personaggio così inquieto e ricco di sfumature con la sua fredda calma esteriore, in attesa di vederlo tornare dietro la macchina da presa per un nuovo lavoro, possibilmente più profondo e autoriale dei recenti Outrage e relativo seguito.
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Vacanza a tinte fosche
I toni luminosi della vacanza di Kenji ed Aya poco per volta si fanno più cupi, mentre l'uomo si addentra nel mistero relativo alla morbosa coppia oggetto della sua attenzione. Tra discorsi a bordo piscina riguardo la possibilità di uccidere Miki ai dubbi sempre più crescenti riguardo la realtà o meno di quello che sta vivendo, i giorni di vacanza passano scanditi dalla struttura di While the Women are Sleeping, conducendoci in un universo morboso e inquietante fatto di sospetti di tradimento e omicidi, insonnia e apparizioni. Un labirinto, ispirato al racconto dello spagnolo Javier Marias, che tende al delirio e nel quale, purtroppo, il regista Wayne Wang a tratti si perde, lasciando che l'intreccio manchi di coesione e finisca per risultare non sempre chiaro da seguire. È però, almeno in parte, una scelta consapevole che vuole mettere noi spettatori sullo stesso piano del Kenji diHidetoshi Nishijima, scrittore in crisi che forse proprio in questo incontro e in questa avventura può ritrovare la voglia di scrivere e analizzare l'animo umano.
Movieplayer.it
3.0/5