Westworld 3, la recensione del primo episodio: ciò che è nuovo non lo sembra

La nostra recensione del primo episodio della terza stagione di Westworld: dopo quasi due anni di attesa, la serie creata da Jonathan Nolan e Lisa Joy ritorna con una premiere che apre nuove strade narrative, ma senza sorprendere.

Ww303 050219 Jj  0181
Westworld 3: Evan Rachel Wood in un'immagine della stagione 3 della serie HBO

Finalmente! Ci credete? State leggendo la recensione del primo episodio di Westworld 3, la serie HBO creata da Jonathan Nolan e Lisa Joy che non si vedeva sui nostri schermi da quasi due anni. Un'attesa che forse rischia di non generare il meritato hype visto il ritmo con cui ci appassioniamo a nuove serie durante il corso dell'anno e tenendo in considerazione che la seconda stagione dello show non è risultata un prodotto di fino piacevole e innovativo come la prima stagione del 2016. A rifletterci bene, nonostante i ben noti difetti, la seconda stagione sviluppava coerentemente le tematiche introdotte (e a dirla tutta, già ben sviscerate) nella prima stagione e apriva a nuove strade narrative. Il ritorno nel mondo di Westworld si svela in un'ora parecchio introduttiva dove pregi e difetti della serie sembrano essere rimasti inalterati. Se decidete di proseguire nella lettura sappiate che questa recensione contiene spoiler!

Dove eravamo rimasti

814332 4751312 6720X4480
Westworld 3: Tessa Thompson nella premiere di stagione

In questo primo episodio la trama di Westworld 3 decide di procedere col freno a mano tirato, rispettando il ritmo compassato della serie, svolgendosi tre mesi dopo il finale della seconda stagione. La rivolta dei residenti nel parco trasformata in carneficina si è conclusa con Dolores ormai inserita nel mondo reale che procede lentamente nel suo piano vendicativo di sterminare la razza umana (o liberarla per usare le sue parole). Conscia del suo potere, Dolores utilizza la falsa identità di una donna di successo, compagna del figlio di un uomo d'affari potente, per uccidere e sostituire con una copia artificiale le personalità di spicco e di potere in Cina, poi a Londra, fino ad arrivare a Los Angeles dove verrà a conoscenza del sistema Rehoboam, una sfera tecnologica che sembra raccogliere dati e comportamenti umani per poi consigliarne e prevederne il cammino della loro vita. A Los Angeles vive anche Caleb, un ex-soldato con il lutto di un compagno da elaborare (e con cui parla attraverso una simulazione telefonica), che per sopravvivere è costretto a compiere delle "missioni" notturne illegali scelte su un'App. La sua storia e quella di Dolores si incroceranno solo alla fine. Da tutt'altra parte si trova Bernard, ricercato come unico responsabile del massacro del parco, nascosto dagli occhi di tutti tenta di vivere una vita anonima, anche lui con un'altra identità, con poco successo. Piacevole sorpresa la scena dopo i titoli di coda di cui, però, preferiamo non rivelarvi nulla.

Westworld: I 10 migliori momenti della serie

Ciò che è nuovo appare già visto

Ww Aaronpaulandgeorge Credit Hbo Lt
Westworld 3: Aaron Paul in un'immagine della stagione 3 della serie HBO

È una sensazione strana ritrovarsi dopo tutto questo tempo ad affrontare Westworld e rendersi conto del tempo che è passato dal primo impatto con la serie. Iniziata come l'erede spirituale di Il trono di spade, Westworld pur non raggiungendo la popolarità della serie fantasy dei record sembrava partita col piede giusto. Il mondo western unito alla fantascienza mescolato con temi filosofici esistenziali e una struttura narrativa che, dopo aver chiesto molto allo spettatore, ripagava degnamente della pazienza. A quattro anni circa dal primissimo episodio, spostandosi in un'ambiente più metropolitano e futuristico, spiace notare come Westworld sembri solo una serie come tante altre. Si ha una strana sensazione di deja-vu nel vedere la Los Angeles del futuro che, unita a una narrazione dilatata, può dare la peggiore emozione possibile per una serie di questo tipo: l'indifferenza. Dal prologo che ricorda troppo da vicino un episodio simile di Mr. Robot, passando al design dei veicoli e all'estetica generale della serie, fino ad arrivare alla storyline del personaggio interpretato da Aaron Paul che richiama distopie, traumi e app sullo smartphone già viste su Black Mirror, questo nuovo inizio di Westworld non esalta affatto. È come se, una volta spogliata della mitologia quasi epica che il genere western infondeva di per sé all'opera, Westworld abbia perso la sua unicità e sembri clamorosamente in ritardo sui tempi.

Puntare sull'aspetto tecnico

Mv5Bzgnmzjlhywytzdlizc00Zgfmlwe0Yjetnjllzwi1Nji1Ztk1Xkeyxkfqcgdeqxvymjywnda2Mde V1
Westworld 3: Aaron Paul in una scena della premiere

Una piacevole conferma, invece, la possiamo trovare nel lato visivo della serie. Westworld 3 mantiene alto il production value dimostrandosi, ancora una volta, un prodotto di qualità capace di portare la grandeur solitamente destinata ai blockbuster più spettacolari nel piccolo schermo televisivo. Prosegue l'esigenza della HBO di alzare sempre più l'asticella qualitativa dell'apparato tecnico già portata a un punto di non ritorno con l'ultima stagione di Il trono di spade. La Los Angeles che vediamo in questo primo episodio è ricca di dettagli, rappresentata spesso con panoramiche aeree e, nonostante possa avere un'estetica derivata da altre opere sci-fi di successo (Blade Runner in primis) rimane comunque un bel vedere. Da apprezzare anche la regia di Jonathan Nolan che è pulita, quadrata e chiara, capace anche di abbracciare scelte particolari che non possono che farci piacere. È il caso della sequenza finale: una semplice sparatoria viene ripresa dall'interno del veicolo lasciando l'azione sullo sfondo e giocando con un lento carrello in avanti e continui cambi di fuoco. Un momento violentissimo con una Evan Rachel Wood, atomica bionda artificiale, che sarebbe abbastanza classico per il genere action, ma che viene rappresentato con una tale eleganza e raffinatezza che non può che lasciare soddisfatti. È in queste trovate che si ha finalmente l'impressione di star assistendo a qualcosa di fresco, originale, diverso.

Dobbiamo ritornare sull'isola

814332 4751128 6720X4480
Westworld 3: Jeffrey Wright nella premiere di stagione

La casualità che ci piace. Nel finale della terza stagione di Lost, la serie che ha rivoluzionato il mondo televisivo con la trama orizzontale, i misteri, la complessità e i temi mitologico-esistenziali (una versione beta di Westworld se vogliamo), Jack diceva a Kate, in una scena indimenticabile, che "dovevano tornare sull'isola", lo stesso accade nell'ultima scena dell'episodio che, in qualche modo, rappresenta perfettamente questa prima ora. Bernard paga due pescatori per salire con loro sulla barca e arrivare in un'isola: vuole tornare nel parco, vuole tornare a Westworld. Se nella seconda stagione la frammentazione temporale era dettata dalle problematiche interne di Bernard che diventava così il personaggio su cui il pubblico si rifletteva, lo stesso legame si mantiene in questa terza stagione: come Bernard anche noi non vediamo l'ora di tornare nel parco. E, dopo i titoli di coda, veniamo accontentati. Maeve si sveglia in una stanza, trova un prigioniero, apre la finestra. Si trova in un paese occupato dai nazisti. Mancano solo sette episodi e se affrontiamo questo primo approccio al "Nuovo mondo" come un capitolo introduttivo siamo ben curiosi di vedere quali snodi narrativi e quali sorprese abbiano in serbo per noi i due creatori. Gioiamo quando basta un'inquadratura finale per far riaffiorare il nostro interesse nei confronti della serie. Sperando che la nostra pazienza venga ripagata.

Westworld e Lost: 10 somiglianze tra le serie tv di J.J. Abrams

Conclusioni

Concludiamo la nostra recensione del primo episodio della terza stagione di Westworld con un augurio: nonostante non si tratti di un’ora di televisione innovativa e appassionante, ci sono tutti gli ingredienti per replicare quanto di buono era stato fatto con la prima stagione. Se Lisa Joy e Jonathan Nolan dimostreranno ancora una volta di giocare con le nostre aspettative e saranno capaci di sorprenderci, potremmo finalmente tornare ad amare Westworld. In caso contrario, il rischio di annoiarsi rimane alto.

Movieplayer.it
3.0/5

Perché ci piace

  • Buoni spunti filosofici che sono il perno centrale della serie.
  • L’episodio si conclude con la voglia di sapere come proseguirà la storia.

Cosa non va

  • Per essere una premiere a due anni dalla precedente il ritmo appare fin troppo compassato e introduttivo.
  • Nonostante la nuova ambientazione si ha un senso di “già visto” che rischia di depotenziare l’effetto di novità e di eccellenza della serie.