Il mondo ironico e coloratissimo di Wes Anderson si tinge di nero nell'atteso The Grand Budapest Hotel, anteprima mondiale che ha paralizzato la Berlinale nel giorno inaugurale. Lunghissime file ai botteghini e nelle sale riservate alla stampa per assistere alla pellicola, delicata ed emozionante, che racconta con toni avventurosi e naive e in maniera colorata e fantasiosa l'ascesa del Nazismo. L'attenzione è, però, concentrata su una vicenda privata, quella che riguarda Monsieur Gustave H., leggendario concierge dell'hotel più lussuoso e raffinato d'Europa negli anni '20, una monumentale struttura sita sulla cima di un monte, raggiungibile solo tramite funivia. Gustave, interpretato da un affascinante e baffuto Ralph Fiennes, rende felici anziane e benestanti vedove finché non viene coinvolto nell'omicidio di una loro, interpretata da un'irriconoscibile Tilda Swinton. Da qui prende il via un'avventurosa parabola che coinvolge tutti gli attori feticcio del cinema di Anderson, qui impiegati in brevi cameo. A Berlino sono presenti con Anderson e col protagonista Ralph Fiennes Bill Murray, Edward Norton, Tilda Swinton, la dolce Saoirse Ronan, Jeff Goldblum, Willem Dafoe e la rivelazione Tony Revolori.
Wes, per The Grand Budapest Hotel hai tratto ispirazione dalla vita dello scrittore austriaco Stephen Zweig. Puoi raccontarci chi era?
Wes Anderson: In America e in Inghilterra non sono molti a conoscere Zweig, ma nel resto d'Europa è molto conosciuto. Ho letto il suo meraviglioso memoir e mi ha molto colpito. Il mio film, però, non è basato sulle sue memorie, ma ho tratto atmosfere e ispirazione dal mondo che descrive.
Bill Murray: In realtà ci paga pochissimo. Lavorare con lui è un dispendio economico, ma quando entri in contatto con i mondi meravigliosi che è in grado di creare diventa un'esperienza incredibile. Ricordo quando abbiamo girato in India Il treno per il Darjeeling. Dopo la fine delle riprese sono tornato a casa e poi ho affrontato un secondo volo in India per girare una giornata. Novanta minuti e apparire solo pochi istanti. Pensate voi.
Wes Anderson: Però insieme facciamo un lavoro molto efficiente.
Cosa significa produrre un film come questo in Germania e non a Toronto?
Wes Anderson: Ovviamente ogni film ha una storia a parte. E' sempre un'avventura, ma ogni paese ha le sue caratteristiche. Ma da un punto di vista tecnico abbiamo dovuto adattare il nostro stile nel luogo in cui ci trovavamo. Abbiamo dovuto far sì che il nostro lavoro avesse senso anche in un diverso contesto.
Le citazioni si sprecano. Ho colto molti riferimenti, ad esempio Lubitch.
Wes Anderson: Assolutamente sì. Una delle principali citazioni è Grand Hotel di Goulding, ma anche Essere o non essere di Lubitch.
Edward Norton: E poi Le vie della fortuna di Wyler, Amami stanotte e Bufera mortale con James Stewart.
All'inizio del film Tom Wilkinson dice che le storie vengono alle persone e non il contrario. E' lo stesso per te?
Wes Anderson: La mia ispirazione viene da Zweit, è lui ad aver scritto questo. Anche per me è lo stesso. In questo caso l'idea è nata perché ho amato il suo libro e volevo sviluppare questo sentimento.
Come mai hai scelto di chiamare l'hotel Grand Budapest?
Wes Anderson: Il nome è simbolico, è come dire 'Hotel de Paris'. Quando siamo stati a Budapest abbiamo respirato l'atmosfera storica di cui questo posto è intriso e ho deciso di creare un omaggio, un riferimento simbolico.
Come mai hai scelto di modificare i formati nel corso della narrazione?
Wes Anderson: L'aspect ratio che ho scelto serve a evocare l'atmosfera dei vecchi film degli anni '20, l'epoca in cui la storia è ambientata.
Tilda Swinton: Per il mio personaggo non ho usato alcun make up (ride n.d.r.)
E tu Ronan, cosa hai provato sul set?
Saoirse Ronan: E' stata un'esperienza meravigliosa. Quando mi è arrivato lo script di Wes all'inizio pensavo fosse uno scherzo. Essere coinvolta in un cast meraviglioso come questo è un sogno. Nonostante siano tutte star, e nonostante ognuno girasse scene che non coinvolgevano gli altri, alla sera cenavamo tutti insieme e abbiamo trascorso molto tempo piacevolmente insieme. E poi questo è stato il primo film in cui ho potuto usare il mio accento irlandese.
Tony Revolori: Qando sono stato coinvolto nel progetto ero eccitato. Quasi non ci credevo. Spero che questa esperienza mi aiuti nella mia carriera futura.
Bill, tu partecipi a quasi tutti i film di Wes. Come definiresti la vostra relazione?
Bill Murray: Il nostro romance ormai è finito. Sono un rude veterano. A volte accettto dei lavori che mi rappresentano e in cui anche gli altri possano sentirsi rappresentati, come nel caso di Rushmore. Ormai con Wes ho un legame quasi genitoriale anche se i miei figli non si comportano bene come lui, non sono così ben educati.
Tilda, cosa provi a essere qui a Berlino?
Tilda Swinton: Questo è stato il primo festival dove mi sono recata con il mio film d'esordio, Caravaggio di Derek Jarman e dove ho conosciuto cineasti veri, potendomi relazionare con loro. Sono orgogliosa di essere qui a questo tavolo con Wes e gli altri e sono orgogliosa di presentare anche un altro capolavoro al festival, Snowpiercer.
E' stato divertente fingere di avere una relazione con un uomo molto più giovane di te?
Tilda Swinton: Spero proprio di girare il prequel, visto che Gustave e Madame D. sono amanti da una vita.
Ralph Fiennes: Devo confessare che quando mi è arrivata la sceneggiatura di Wes, mi sono reso conto che era diversa da ogni cosa che avevo letto in precedenza. Wes mi ha chiesto quale parte volessi interpretare e io ho scelto Gustave. E' stata un'esperienza fantastica dal punto di vista umano e attoriale. Wes esplora ogni aspetto del personaggio, fino a diventare estenuante perché vuole fare il film che ha in mente. Sono fortunato perché ho trovato un grande cast, un grande regista e una grande parte.
Wes Anderson: In realtà avevo scritto il ruolo per Ralph e non avevo in mente nessun altro. Devo confessarlo. Ralph è una persona vera, reale. Anche se parla veloce e si comporta in modo strano, anche Gustave H. è una persona reale immersa in un contesto fantastico.
Guardando il tuo cinema, spesso si notrano anche dei riferimenti a Kubrick.
Wes Anderson: Sono tanti gli autori da cui ho rubato senza rendermene conto. Kubrick è uno dei miei principali modelli, lo adoro. Il sistema che ha creato per il suo lavoro, sviluppandolo nel corso degli anni, lo ha reso uno dei maestri del cinema di tutti i tempi.