Come vi racconteremo nella nostra recensione di Watcher, si tratta di un film di strani e rivelatori incroci. Sarebbe dovuto essere ambientato a New York City, ma poi i limiti pratici, come ha raccontato la regista, Chloe Okuno, hanno fatto sì che la location diventasse Bucarest. Uno stravolgimento non da poco, calcolando l'iconicità della Grande Mela, eppure la capitale rumena - a giudicare dall'opera finale - sembra perfetta per la storia che racconta, dando al film una sensazione decisamente particolare, nonché volutamente straniante. Un incrocio dettato dalla necessità che, per Watcher, si è rivelato vincente. Del resto, quando si parla di thriller nulla andrebbe lasciato al caso e, ve lo garantiamo, quello che mette in scena Okuno (all'esordio dietro la macchina da presa), su sceneggiatura di Zack Ford, è proprio un thriller contemporaneo dalle venature psicologiche che costruisce la propria tensione attraverso una visione che asciuga gli orpelli e si concentra, invece, sull'incubo assoluto della protagonista, Julia, interpretata da Maika Monroe.
La donna si è appena trasferita a Bucarest per seguire suo marito. Non conosce una parola di rumeno, non conosce nessuno, i dirimpettai sono ambigui e sembra impossibile poter stabilire una connessione con la sua nuova realtà. Come se non bastasse, la città sembra essere assediata dagli omicidi di un serial killer. Non si parla d'altro, e allora Julia, isolata nella sua grande casa, sembra farsi suggestionare da una presenza: si accorge che un uomo, che abita nel palazzo di fronte, la osserva costantemente. Da qui in poi, Watcher di Chloe Okuno gioca sulle apparenze, sulle prospettive ribaltate e su un asfissiante senso di paranoia che, per ammissione della regista, cita la poetica di David Fincher o di Roman Polanski.
Un'ottima scrittura e un'ottima regia
Perché è chiaro quanto siano importanti in fase di regia e di scrittura gli stilemi del genere thriller. L'ossessione di Julia, inserita in un contesto straniero (c'è qualcosa di peggio che trovarsi lontano da casa senza poter comunicare e comprendere il nuovo mondo circostante?), diventa la fiamma che la porterà ad incontrare il proprio incubo, filtrato da vetro e da un paura perpetua che, narrativamente parlando, tiene incollati alla visione. Punti a favore per un film adiacente ai canoni di genere, ma che non rinuncia (anzi, si diverte e ci diverte) a reinventare un universo alienato e incostante, dove la luce è quasi assente e la cornice diventa il personaggio principale. Indirizzando, di conseguenza, l'evoluzione di Julia all'interno di una realtà stravolta e pericolosamente sospesa che, vista la messa in scena, vista la buona scrittura, rende Watcher il thriller da divorare tutto d'un fiato.
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Tanta tensione ma un finale... telefonato
Certo, Chloe Okuno aveva già dimostrato di essere una brava regista nel segmento Storm Drain di V/H/S/94, ma non è comunque facile riuscire a declinare per immagini temi contemporanei come il gaslighting, lo stalking o la "semplice" alienazione psicologica, per farne un inquietante film in cui le apparenze sono così impenetrabili che la stessa figura dello stalker viene ripresa (almeno nella prima parte del film) solo di sfuggita, come fosse un fantasma o un disegno della mente di Julia. Una rappresentazione che funziona, e che non può scaturire fortissima curiosità nello spettatore. Chi è l'uomo che la guarda? Perché sembra sempre sapere dove si trova? E soprattutto, perché nessuno crede alle parole di Julia?
L'uomo in questione, interpretato dalla faccia creepy di Burn Gorman, è la presenza onnisciente di Watcher, e la sua storia, che avremmo voluto approfondire maggiormente, avvolge gli umori filmici fino all'ultimo istante. Ed è qui, sul più bello, che il film con la brava Maika Monroe finisce per scivolare verso un finale facilmente prevedibile, tanto da smorzare (almeno in parte) tutta la tesissima carica accumulata. Nonostante l'epilogo, però, Watcher è un ottimo esempio di thriller immersivo, che cattura e spaventa come quello strano confine che separa la veglia dal sonno.
Conclusioni
Concludiamo la recensione di Watcher sottolineando la bravura di Chloe Okuno, che dosa al meglio la tensione in un thriller strutturato e oscuro. Maika Monroe regge benissimo il ruolo della protagonista e la location, Bucarest, gioca un ruolo chiave. Peccato il finale. In parte decisamente prevedibile.
Perché ci piace
- La tensione, che cresce scena dopo scena.
- La location: una Bucarest onirica e inquietante.
- La protagonista, Maika Monroe, una grande faccia da cinema.
Cosa non va
- Il finale, in parte prevedibile.
- Il "cattivo" non ha tutto lo spazio che meriterebbe.