Che piacevole novità iniziare un nuovo capitolo del Marvel Cinematic Universe non con un film, come era previsto inizialmente, ma con ben due serie inedite, entrambe disponibili su Disney+. La Fase Quattro è quella più rischiosa, perché deve proseguire una storia che con Avengers: Endgame sembrava già terminata e, allo stesso tempo, cominciare una serie di nuove avventure. Le due serie, WandaVision prima e The Falcon and The Winter Soldier appena conclusa, sembrano quindi corrispondere perfettamente a ciò che rende i Marvel Studios unici, facce di una stessa medaglia che non poteva che essere perfetto inizio per nuove storie. Vediamo quali sono analogie e differenze delle due serie.
1. Focus sui personaggi
Avendo molto più minutaggio a disposizione, il grande merito di queste due serie originali è stato quello di concentrarsi sui personaggi protagonisti, scavandone nel passato e nell'approfondimento psicologico. Potrebbe sembrare un elemento di poco conto e, forse, da un certo punto di vista anche scontato, ma in un parco di personaggi esteso come quello dell'Universo Marvel, questa diventa l'occasione per portare sotto i riflettori alcuni eroi che, nei film, sembravano sacrificati eccessivamente. Se per Sam Wilson e Bucky Barnes la serie a loro dedicata è riuscita a donare della tridimensionalità a due personaggi che, per quanto presenti, necessitavano a questo punto della storia una profondità maggiore, è Wanda Maximoff il personaggio che ne esce più vincente. Attraverso le nove puntate di WandaVision, non solo ne scopriamo il passato (un intero episodio è dedicato proprio a ciò che veniva riassunto nel film in cui appariva la prima volta nella saga), ma ne conosciamo meglio il carattere. D'altronde WandaVision, con un gioco di parole vincente, non è solo la serie con protagonisti Wanda e Visione, ma è anche "la visione di Wanda", il suo punto di vista sulla vita. Il prodotto seriale ha permesso che il semplice proseguimento del puro e semplice racconto venisse portato in secondo piano a favore di un focus sui personaggi, sacrificandone un po' l'azione e la spettacolarità (per quanto non siano mancate) per concentrarsi sugli eroi: d'altronde sono loro il nostro punto di riferimento. È grazie a loro che la saga Marvel può proseguire.
2. Tra novità e tradizione
Eppure sia WandaVision che The Falcon and The Winter Soldier sembrano dei prodotti ibridi a cavallo tra cinema e televisione. Non solo per la messa in scena di gran pregio (una scena d'apertura iniziale come quella di The Falcon and The Winter Soldier rende invisibili i limiti tra tv e grande schermo), ma anche per la struttura stessa delle serie. Due serie che hanno giocato con lo spettatore e l'appassionato, tra novità e tradizione, in maniere opposte. WandaVision è una serie che è conscia di essere tale: otto episodi, ognuno quasi del tutto autoconclusivo e ambientato in un periodo temporale diverso, dagli anni Sessanta ai Duemila, e che ne replica il modello televisivo del tempo, sino a unire le due storyline principali, quella ambientata a Westview e quella "fuori" dalla cittadina controllata da Wanda. Il linguaggio televisivo e seriale è l'essenza stessa della serie, tanto da causare, nel corso delle prime puntate, qualche critica da parte dello spettatore, sorpreso da una visione in 4:3 e in bianco e nero. Il percorso di WandaVision è stato un lungo tragitto verso il canone e l'ordinario, concludendosi con un ultimo episodio ben appartenente allo stile Marvel a cui siamo abituati. Si potrebbe dire che la forza di WandaVision si trovi proprio nel linguaggio scelto anziché nella semplice storia. Discorso, invece, inverso per The Falcon and the Winter Soldier in cui la sensazione di trovarsi di fronte a un film di sei ore diviso in tranche è ben più percettibile. Sin dalla prima puntata, la serie con protagonista Sam Wilson è più accomodante rispetto quella con Wanda, con molta azione, il divertimento da buddy movie e parecchi richiami stilistici a uno dei film più osannati del Marvel Cinematic Universe quale Captain America: The Winter Soldier. Ovviamente, il grosso minutaggio a disposizione ha permesso un rallentamento del ritmo narrativo per concentrarsi sulla psicologia dei protagonisti. Ciò che, invece, è davvero una novità della serie creata da Malcolm Spellman è il forte legame con l'attualità, il potente messaggio politico che lo scudo di Captain America simboleggia e il ritratto americano che viene raccontato. Decisamente un'opera di stampo più adulto e maturo rispetto a ciò che i Marvel Studios avevano costruito finora.
3. Riempire il vuoto
Non si dovrebbe, però, confondere l'impianto politico di The Falcon and The Winter Soldier mettendolo a paragone con la maturità presente, invece, in WandaVision. Anche la serie con Elizabeth Olsen affronta tematiche per niente banali come la depressione e la difficoltà del superare un lutto. Anzi, proprio questo tema diventa comune per entrambi i protagonisti delle due serie, che si ritrovano a dover fare i conti con un trascorso tragico per poi risorgere a nuova vita. Wanda è una giovane donna che ha perso tutto: la famiglia, una vita normale, il fratello a cui era molto legata e, per più di una volta, l'amore della sua vita. La sua vita a Westview nasce da un urlo di dolore. Wanda si lascia abbandonare ad una fantasia idilliaca, prodotta grazie ai suoi poteri, una via decisamente più semplice che affrontare il dolore del mondo reale. Nonostante un leggero spaesamento, lo spettatore entra piano piano nel dolore della protagonista, fino a comprenderla. Sempre un lutto è alla base del percorso di Sam Wilson: la morte di Steve Rogers, un sentimento di non risultare adatto a portare con sé lo scudo di Captain America, ma anche l'abbandono della stessa America che Sam ama davvero. Non è lo stesso dolore di Wanda, ma è un dolore che ha origine nella stessa Storia americana, nello stesso DNA degli afroamericani, relegati ai margini anche quando sono gli Avengers, gli eroi più potenti del mondo. Il vuoto è più esistenziale, nel ritrovare il proprio posto ed essere consci di quello che si è. Allo stesso modo, anche Bucky deve superare un vuoto che sembra incolmabile, quello di essere stato una macchina omicida incontrollabile, divorato dai sensi di colpa di ciò che ha commesso nel passato. Anche per lui si tratterrà di una rinascita.
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4. Nuove identità
Perché, come le fenici, i protagonisti sono destinati a rinascere rinnovati, portatori di una nuova identità. Wanda abbraccerà finalmente il suo vero "io" e diventerà Scarlet Witch, una strega così potente da risultare mitologica. Si ritirerà in una baita di montagna, intenta a studiare il Darkhold, il libro di magia. Sam, invece, dopo aver cercato di rinunciare al ruolo, smetterà di essere Falcon per impersonare l'unico e vero Captain America. In entrambi i casi si tratta di due identità simboliche, storiche, che non sostituiscono quella primaria e personale (Wanda/Sam), ma la usano come base per diventare qualcun altro. Il gioco di queste due serie tv è stato proprio quello del cambiamento: nei prossimi film non troveremo più Wanda e Falcon, ma Scarlet Witch e Captain America. Un cambiamento necessario, proprio in virtù del fatto di proseguire la lunga saga potenzialmente infinita dei film Marvel, e che risulta vincente proprio perché la transizione è raccontata in maniera approfondita. Una volta compresi i personaggi, la loro sofferenza e il loro percorso, lo spettatore riconosce il cambiamento. D'altronde, non c'è sviluppo (nemmeno narrativo) se si rimane fermi su sé stessi.
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5. Il discorso metalinguistico
Ultimo punto di contatto tra le due serie è il gioco metalinguistico che il prodotto instaura con lo spettatore, ormai grande affezionato del progetto dopo più di dieci anni di storie. La novità di trovarsi di fronte a serie televisive canoniche si è reso ancora più innovativo dal dialogo che questi prodotti hanno stimolato. WandaVision fa del linguaggio seriale il suo punto di forza: è perfettamente conscia di essere una serie televisiva, gli episodi terminano con un cartello in cui si annuncia che le trasmissioni riprenderanno il più presto possibile e sono inframezzati da finti spot pubblicitari. Consapevole di essere una serie da un episodio a settimana, WandaVision è vissuta attraverso teorie, ipotesi, imprevedibilità, ha smosso le fantasie degli spettatori come si vede sempre meno spesso. Nel rilascio settimanale si è riscoperta l'attesa che oggigiorno il binge-watching e il rilascio di un'intera stagione in un'unica soluzione non permettono. Anche in The Falcon and The Winter Soldier la serie decide di mostrare le carte in tavola nell'episodio finale, quando i titoli di coda certificano e confermano il cambiamento del personaggio. Cambia il titolo della serie, diventando Captain America and The Winter Soldier. Una scelta nient'affatto banale che sorprende lo spettatore: la novità passa anche da qui.