Wake Up Dead Man: un magnifico finale fra colpa e redenzione

La nostra analisi dell'epilogo di Wake Up Dead Man - Knives Out, il murder mystery di Rian Johnson targato Netflix: un perfetto meccanismo giallo svelato in un finale che trabocca di tensione e di pathos.

Wake Up Dead Man: un'immagine di Josh O'Connor e Daniel Craig

Poco dopo il suo ingresso in Wake Up Dead Man, quando l'indagine sull'omicidio 'impossibile' di Monsignor Jefferson Wicks è ancora nella fase iniziale, il detective Benoit Blanc prende la parola al cospetto del principale indiziato, il giovane prete Jud Duplenticy, e del capo della polizia di Chimney Rock, Geraldine Scott, per ribadire la propria infallibilità e anticipare una convenzione ineludibile del giallo classico: la risoluzione del mistero legato al delitto. "Sono incapace di non risolvere un crimine", dichiara compiaciuto Blanc; "Quel momento di scacco matto, quando prendo la scena e dipano la tela del mio avversario... vedrete, è uno spasso!".

Per un film imperniato sui canoni del murder mystery, si tratta di una battuta quasi metatestuale: una strizzata d'occhio allo spettatore, con la promessa che l'investigatore di turno non mancherà di soddisfare le nostre aspettative.

Lo "scacco matto" di Benoit Blanc e la folgorazione sulla via di Damasco

Wake Up Dead Man Oconnor Craig
Daniel Craig e Josh O'Connor in Wake Up Dead Man

E in una saga, Knives Out, che fin dal capostipite Cena con delitto ha riproposto con squisita fedeltà codici e stilemi del whodunit, un'anticipazione del genere non dovrebbe stupirci affatto; al primo impatto, anzi, suona come una comprensibile spavalderia da parte del 'segugio' di turno, interpretato per la terza volta dal solito, impeccabile Daniel Craig.

Ma, quando giungerà il fatidico "momento di scacco matto", ci renderemo conto che la profezia di Benoit Blanc, stavolta, non è destinata ad avverarsi appieno; perlomeno, non in maniera del tutto coerente con le attese del detective e del pubblico. Perché pur rispettando appieno le regole del giallo, Wake Up Dead Man culmina in un finale in grado al contempo di caricarsi di un significato più profondo, con Blanc che rinuncia al preannunciato trionfo per cedere la scena a qualcun altro (e da qui in poi, ovviamente, vi consigliamo di proseguire la lettura solo dopo la visione del film).

Wake Up Dead Man Cast
Un'immagine con alcuni interpreti del film

Fino a pochi minuti prima, tutto sembra procedere come da manuale del whodunit: al termine di una notte da incubo scandita da presunti miracoli (un morto che si risveglia ed esce dalla tomba, come ci suggeriva il titolo) e da ulteriori delitti, tutti i sospettati - quelli sopravvissuti, beninteso - si riuniscono all'interno della chiesa di Nostra Signora della Fortezza Perpetua insieme a Benoit Blanc e al suo co-protagonista, il Jud Duplenticy impersonato da Josh O'Connor, su cui si addensano ipotesi di colpevolezza ormai drammaticamente gravi.

Mentre l'ispettrice Geraldine Scott di Mila Kunis si accinge a far scattare le manette ai polsi di padre Jud, l'istrionico Blanc di Daniel Craig sale (letteralmente) sul pulpito, prende parola e si prepara a rivelarci tutta la verità... fin quando non viene investito da un bagliore quasi caravaggesco che, al sorgere dell'alba, squarcia di colpo l'atmosfera gotica della chiesa.

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"Grazia per il mio nemico": il momento della verità

Wake Up Dead Man
Un'immagine di Daniel Craig e Josh O'Connor

Non si tratta soltanto del facile simbolismo insito nella contrapposizione fra la luce e le tenebre, l'oscurità impenetrabile del mistero contro il potere del raziocinio: il raggio che all'improvviso illumina Blanc corrisponde anche a un'ideale "folgorazione sulla via di Damasco", già citata in un precedente confronto fra l'investigatore dichiaratamente ateo e padre Jud. "Damasco" è la parola pronunciata da Blanc, per poi aggiungere "Non posso risolvere questo caso": il detective si arrende a un passo dallo scacco matto. Ma non è propriamente una folgorazione religiosa: "La mia rivelazione è venuta da padre Jud, dal suo esempio di avere grazia", chioserà in seguito Blanc; "Grazia per il mio nemico. Grazia per chi è distrutto. Grazia per coloro che meno la meritano, ma che ne hanno più bisogno: per i colpevoli".

Glenn Close
Glenn Close nel ruolo di Martha Delacroix

Benoit Blanc non condivide la fede religiosa di padre Jud, ma può comunque comprendere e riprodurre il suo modello di virtù e di empatia: la predisposizione ad accogliere e perdonare. È il principale nucleo tematico del film di Rian Johnson, già alla radice di un intreccio innescato dal dualismo fra il Monsignor Wicks di Josh Brolin, alfiere di una feroce "guerra santa", e un sacerdote pronto a tendere la mano verso l'altro, ad ascoltarlo anziché giudicarlo. Un sacerdote, padre Jud, che al suo arrivo a Chimney Rock aveva provato a costruire un autentico senso di comunità e a guadagnarsi la fiducia dei parrocchiani; e che, in tale ottica, aveva 'sfidato' la fedelissima di Monsignor Wicks, Martha Delacroix, a confidarsi con lui nel sacramento della confessione. Una sfida che Martha, ruolo affidato a una magistrale Glenn Close, deciderà di accettare solo nell'epilogo.

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La struggente confessione di Josh O'Connor e Glenn Close

Wake Up Dead Man 2
Un primo piano di Josh O'Connor

"Che devo fare?", si domanda padre Jud, turbato; "Quello per cui è nato: sia il suo prete; accolga la sua confessione", gli risponde Blanc. Ecco dunque che uno dei cliché del whodunit, la spiegazione del delitto, si trasforma in qualcosa di ancora più intenso e pregnante: l'estrema opportunità di redenzione per una donna che ha scelto di commettere il male allo scopo di arginare le azioni malvagie dell'uomo in cui aveva riposto la sua assoluta fiducia, Monsignor Wicks. All'apice di uno splendido giallo che è anche e soprattutto un grande film, alla soddisfazione per la cattura dell'assassino - lo "scacco matto" citato da Blanc - si sostituisce invece un momento incredibilmente intimo e commovente fra padre Jud e Martha Delacroix, due personaggi in apparenza agli antipodi, ma uniti da una straordinaria connessione.

Glenn Close Wake Up Dead Man
Un'immagine di Glenn Close nel finale del film

È questo finale magnifico a suggellare la forza narrativa di Wake Up Dead Man: una scena resa memorabile dalla tenerezza che trabocca dalle parole e dallo sguardo di Josh O'Connor, mentre esorta la sua parrocchiana ad abbandonare l'odio, e nel monologo gravido di pathos di Glenn Close, che ci ricorda per l'ennesima volta perché sia una delle migliori attrici di sempre. E le ultime parole rivolte dalla donna a padre Jud, "Tu sei molto bravo, sai" (ma di assai maggior impatto in originale: "Father, you're really good at this"), costituiscono la più bella chiusura che Rian Johnson e i suoi interpreti potessero offrirci: non il conclamato trionfo di un detective infallibile, bensì il riconoscimento verso un giovane uomo afflitto da dubbi e inquietudini, ma forse proprio per questo capace di donare speranza e conforto.