Margherita Buy è visibilmente molto emozionata nel presentare il suo debutto alla regia, Volare, al cinema da Febbraio 2024 distribuito da Fandango dopo l'anteprima alla Festa del Cinema di Roma 2023. E anche molto ironica e buffa, un aspetto forse visto poco nei suoi film e nelle occasioni promozionali. Ci voleva la sua creatura cinematografica per far emergere al meglio tutte le sua abilità "Il voler dirigere questa storia è nato dalla mia storia personale e da un corso che ho seguito per davvero per provare a vincere la mia paura di volare dopo averlo evitato il più possibile nella mia carriera".
Continua poi: "Mi sono avvicinata ai miei simili, come se mi fossi trovata in una specie di gabbia con altri animali, è stata un'esperienza breve ma per me molto bella di condivisione di una paura che o nascondevo oppure quando ne parlavo avevo la sensazione di essere vista come una persona diversa dagli altri. Un salto nel vuoto che non facevo da anni perché facevo la bellissima vita dell'attrice in cui fai tutto quello che ti dicono di fare, e invece stavolta mi sono buttata. Il corso è servito in qualche modo, ho una consapevolezza di come funziona il mezzo e alla fine sono salita su un aereo. Ora che è passato un po' di tempo forse mi servirebbe un richiamino, come con la vaccinazione (ride)".
Talento comico
Volare fa ridere. Una volontà nata fin dalla sceneggiatura, scritta insieme a Doriana Leondeff e Antonio Leotti. Dice Leondeff: "Per fare commedia ci vuole molta maturità. È un genere che si confà meno a quando sei giovane perché hai troppa ansia di dimostrare quello che sai fare, invece in questo caso avendo tutti noi superato abbondantemente la linea di confine, potevamo creare qualcosa che facesse davvero ridere. Spesso oramai quando c'è il genere commedia lo devi leggere nella descrizione del film, perché non ridi mai durante la visione. Non era il nostro obiettivo principale perché il film tocca tante corde, c'è una malinconia di fondo, la paura di volare è in fondo la paura di stare al mondo, però siamo felici se siamo riusciti a strappare qualche risata".
Aggiunge Leotti: "È stato facile perché Margherita aveva le idee molto più chiare di quanto fosse lecito aspettarsi e perché lei ha un grande talento comico nel creare situazioni in cui si accomoda benissimo. L'unico nostro errore è stato non registrare le sedute di sceneggiatura perché si sarebbe potuto creare un altro film (ride)". Chiude la Buy: "A me piace molto la dimensione della commedia e mi piace potervi inserire tanti generi, perché te ne da l'opportunità, nel film ci sono momenti anche più drammatici e intimisti. Se sono comica, mi avete fatto il più grande complimento della mia vita (ride)".
Volare, la recensione: quando Margherita Buy dirige e prende in giro... Margherita Buy
Tra debutto e meta-cinema
Margherita Buy è una delle tante attrici in pochi giorni ad aver presentato la propria opera prima da regista alla Festa di Roma: "Immagino sia un caso, non credo ci sia una divinità nel cielo che decide che quattro attrici facciano le registe nello stesso momento, o almeno io non la conosco (ride). È una bellissima coincidenza, sono molto contenta che ci sia della competizione tra noi, perché è sana, ci siamo esposte e ci siamo messe in una posizione di grande rischio, mi fa molto piacere ora voglio criticare i film di tutte e che loro lo facciano col mio (ride)". Nella pellicola, grazie alla professione di attrice della protagonista, al personaggio dell'agente spietata interpretata da Anna Bonaiuto e a quello del critico cinematografico d'altri tempi interpretato da Pietro Ragusa, c'è spazio per molto meta-cinema: "Mi sono divertita a prendere un po' in giro la categoria ed una figura che ha rovinato i primi anni della mia carriera, con un'attenzione quasi morbosa dei critici uomini, almeno io l'ho percepita così al tempo, probabilmente era il padre che era in loro che mi terrorizzava".
Poi Margherita Buy torna a parlare della regia di Volare: "Dirigere è la cosa più divertente che ho fatto nella mia vita perché mi sono ritrovata a scoprire che dovevo solo parlare con persone che sapevano già cosa dovevano fare, ma mettendo a posto alcune cose che avendole scritte e pensate avevo bisogno andassero nella direzione giusta. Ciò che ho ricevuto da loro è stato preparazione ed entusiasmo, a volte anche la voglia di puntualizzare e migliorare il personaggio che avevo scritto, è stata la cosa più bella che potesse capitarmi. Erano gli attori che volevo e ad un certo punto quando credevamo di non riuscire più a realizzare il film, mi sono rimasti tutti fedeli e per me è stato molto importante. Sono un'attrice e la mia è davvero una categoria meravigliosa".
Da attrice diretta ad attrice che dirige, ha fatto tesoro di anni di set: "I registi con cui mi sono confrontata negli anni mi hanno dato una direzione, io ho cercato di essere il più possibile il loro contrario. Un atteggiamento di potere che magari non c'è sempre stato ma che io spesso ho percepito.. ho cercato di non prevaricare, io sono una persona nevrotica ad esempio, ma mi sono resa conto che creare una brutta atmosfera su un set non dà dei risultati, quindi non mi sono tolta nessun sassolino dalla scarpa passando dall'altra parte ma ho cercato di non far sentire che sul set comandavo io a tutti i costi".
Madre e figlia
La Buy si è trovata a condividere il set con Caterina De Angelis, sua figlia nella realtà che interpreta anche sua figlia nel film, Serena, il cui obiettivo di andare a Stanford diviene motivo per la protagonista Annabì di voler vincere la paura di volare per poterla accompagnare. Dice l'attrice ora anche regista: "Quello sguardo che ha mia figlia nei miei confronti, di amore, di debolezze, di critiche, di sapere chi sono io, non avrei potuto trovarlo negli occhi di nessun altra attrice. Non so se a lei è piaciuta quest'esperienza (ride) ma ha dato un grandissimo valore aggiunto a questo film". Le fa eco Caterina: "Non ha creato una gerarchia per la quale lei era più importante rispetto a noi. Questo ha fatto sì che ognuno di noi abbia sentito questo progetto un po' proprio. Ognuno si è innamorato del proprio personaggio e ha sentito la responsabilità di portarlo a casa nel miglior modo possibile. Avevamo una sorta di condivisione del lavoro, non era qualcosa di suo a cui noi semplicemente prendevamo parte".
Com'è farsi dirigere da Margherita Buy?
Giunge il momento per le interpreti del film, di raccontare com'è farsi dirigere da una collega attrice. Inizia Euridice Axen: "Il mio personaggio, Cristina, esorcizza proprio questa paura e questa claustrofobia. Margherita è una regista calmissima sul set, che ti lascia fare e poi ti dice quelle tre cose su come risolvere quella scena, che non vanno mai contro ciò che avevi proposto". Tocca ad Alice Ferri, che interpreta Chiara, una dei compagni di viaggio di Annabì: "Mi sono trasformata in quanto a look per il personaggio ma Margherita mi disse di fidarmi e io l'ho fatto, avevo appena partorito, avevo delle forme abbastanza morbide che abbiamo sfruttato per il personaggio e non era scontato. Poi sul set aveva questo potere, di guardarmi e dirmi di piangere, e io piangevo (ride)".
La palla passa ad Anna Bonaiuto, che è l'agente Mariolina: "Io da attrice non ho mai avuto per fortuna esperienze tali con i miei agenti, spesso uomini tra l'altro, a parte forse il primissimo. Per questo film mi si chiedeva di fare una cosa non generica, leggendo la sceneggiatura già mi divertivo. La commedia secondo me è un genere che si fa troppo poco in Italia e spesso in modo troppo volgare, qui invece ho visto una grazia che poi è quella di Margherita. Ci ha lasciato libertà ma non assoluta, sapeva quello che voleva, ed è importante per un attore".
Arriva il turno di Giulia Michelini, che è Roberta, madre e moglie super fan di Annabì: "In un ambiente che è molto gerarchico e molto maschilista, è stato molto interessante osservare la sua padronanza del mezzo e il suo stare sul set. Una regista donna che riesce a far chiamare il silenzio, ma con garbo, grazia e delicatezza. Credo che l'armonia sia ciò che ci portiamo più dietro da quel set". In cui è stata consigliata anche da Marco Bellocchio, come racconta la stessa Buy.
Chiude Vanessa Compagnucci che è la psicologa Ilaria: "Margherita ha scelto un cast di attori umanamente incredibili e questo secondo me conta molto per un'opera prima. Il mio personaggio è colei che nella realtà aveva sostenuto ed incoraggiato Margherita, e mi diceva 'ma Ilaria non faceva così', io ero in difficoltà perché non capivo come essere qualcuno che non conoscevo, ma poi ho avuto l'opportunità di parlarci in aeroporto e ho capito cosa intendeva finalmente. Io sono una persona molto energica quando parlo e invece il personaggio, come psicologa, era molto calmo e compassato, era tutta lì la chiave". Francesco Colella è il pilota Eugenio: "Eravamo una compagnia nomade di disagiati allegri, volevamo andare a teatro, a cena insieme, per creare il senso di squadra. L'intuito felice di Margherita nel dirigerci è stato creare quella misura tale nei personaggi che esponevano delle fragilità pur volendo far ridere, e noi per eccitazione performativa prendevano una determinata strada ma lei riusciva a trovare una dimensione per così dire cecoviana".