A long time ago, we used to be friends. Se queste parole vi dicono qualcosa è perché anche voi siete stati parte del fenomeno chiamato Veronica Mars, la serie che arrivò quasi di soppiatto nella programmazione quotidiana di Italia1 vent'anni fa (il 22 settembre in America), senza più lasciare i cuori degli appassionati.
Lo show, che si presentava come un teen drama dai risvolti gialli, vedeva protagonista un'ancora sconosciuta Kristen Bell nei panni del personaggio titolare, un'adolescente che si dilettava con le indagini da investigatore privato, lavoro del padre che un tempo era sceriffo di Neptune, la città californiana fittizia al centro della storia. Già da questi pochi elementi si possono cogliere gli omaggi al noir e all'hard boiled, oltre che al crime che guardava ad una fetta di pubblico nuova: quella giovane appassionata di Nancy Drew.
Alla (ri)scoperta di Veronica Mars
Il materiale però in questo caso era originale, pur pescando da varie ispirazioni, e creando un unicum nel panorama seriale. La nostra indomita protagonista era brillante ed intelligente e se vogliamo molto più matura della sua età, ma anche cocciuta e testarda come qualsiasi adolescente. Era dovuta crescere in fretta non solo per la madre che se n'era andata ma soprattutto per la morte di Lilly Kane (un altro talento lanciato dallo show insieme a Mean Girls, Amanda Seyfried), la sua migliore amica nonché sorella del suo ragazzo, Duncan (Teddy Dunn). La sua vita da quel momento va in pezzi, facendole rivalutare tutto ciò in cui aveva creduto, mentre il padre viene incolpato della non-risoluzione del caso ed estraniato dall'intera comunità. Veronica, tramite Lilly e Duncan, aveva avuto accesso alla parte privilegiata di quel microcosmo che rappresentava la società americana, e ne era rimasta schifata.
Kristen Bell, Atomica bionda
Questo è uno degli aspetti che più ci ha fatto avvicinare a lei da subito: il dualismo della sua persona, rappresentato anche dai flashback di quanto accaduto anni prima e del perché ora volesse a tutti i costi riaprire il caso. Una diversa fotografia e acconciatura fanno il resto, prendendo in giro l'archetipo della bionda slavata e un po' sciocchina, su cui Kristen Bell (che presto rivedremo su Netflix in Nobody Wants This) ha saputo giocare in maniera incredibile nel corso degli anni e delle stagioni del serial, oltre che dietro le quinte. Come se il velo della consapevolezza si fosse improvvisamente aperto davanti agli occhi della sua Veronica e le avesse fatto vedere il mondo sotto una luce completamente diversa.
Altra sua caratteristica, che a tratti la rendeva respingente agli occhi del pubblico oltre che degli altri personaggi, era il voler scovare la verità ad ogni costo, anche a discapito di se stessa e dei propri cari. Un'onestà intellettuale fastidiosa ma rara, avvicinabile al grande giornalismo d'inchiesta, in un certo senso pura ma in realtà cinica e macchiata dalla realtà. L'altro punto di forza della serie, che da subito caratterizzava in modo avvincente ed efficace protagonisti e situazioni, era l'unire il caso della settimana a quello stagionale, iniziando proprio da quello di Lilly.
Chi è il colpevole?
Chi ha ucciso Lilly Kane? è la domanda che campeggiava sul poster del ciclo inaugurale, strizzando ovviamente l'occhio a Twin Peaks e alla sua Laura Palmer, anche perché anche qui si trattava della reginetta della scuola (solo) apparentemente perfetta. I casi si snodavano e complicavano sempre più prima di arrivare alla risoluzione finale (per ben 22 episodi) ma era proprio questo il loro fascino, pur rischiando di perdere spettatori lungo il percorso - oltreoceano andava in onda sulla rete più giovane, UPN divenuta poi The CW, che quindi sopravviveva in virtù degli ascolti oltre che della critica, estremamente positiva.
Il giallo classico con colpo di scena veniva celebrato in svariati modi unendoli a citazioni continue alla cultura pop, alla letteratura e alle altre arti, con un ritmo sempre avvincente, la risposta sempre pronta da parte dei personaggi e un umorismo sardonico e sempre un po' nero - "Life's a bitch and then you die". Oltre ad una colonna sonora incredibile come molti teen drama dell'epoca e un cast ricco di nomi anche emergenti (vi dice qualcosa Krysten Ritter?) e guest star tutte da scoprire (un esempio su tutti: Joss Whedon). Eppure sta tutta qui la differenza: Veronica Mars è sempre stato molto più di una serie adolescenziale, trattando temi maturi e affrontando la morte da tutti i punti di vista, tanto investigativo quanto soprattutto umano.
Veronica Mars 4, la recensione: torna la teen detective, ma è definitivamente cresciuta
Molto più che un teen drama
A scuola Veronica viene trattata come una reietta, proprio come il padre, mentre si fa pagare per risolvere qualche mistero a livello adolescenziale (furti, hackeraggio, e così via) come lavoretto extra, grazie ai quali conoscerà una serie di amici che arricchiranno il suo mondo; questo proseguirà anche al college. Il serial parla di privilegio sociale come poche altre, mostrando molto bene tutte le sfaccettature di entrambi i lati della barricata. Se la serie col passare delle stagioni deve far fronte ad uno spezzettamento del caso alla terza stagione, la prima su The CW, con due indagini che racchiudano più episodi e poi casi singoli nell'ultima parte - stavamo pur sempre parlando di 20 episodi a stagione e il pubblico generalista iniziava a stancarsi.
Eppure non mancano momenti altissimi, appassionanti ed attuali: su tutti, oltre all'arrivo di Chris Lowell a complicare la vita amorosa della protagonista (con un debole per Logan, il migliore amico di Duncan), altro elemento che teneva sulle spine gli spettatori, citiamo il caso dello stupratore del campus e la battuta "Vi starete chiedendo perché vi ho riuniti tutti qui" che ribaltava il senso di un giallo da manuale. Eppure c'è sempre stato talmente tanto amore non solo da parte dei fan ma degli stessi interpreti che sono tutti tornati sempre volentieri per un cameo o qualcosa di più (tanto da riunirsi in Party Down, la comedy di STARZ). E lo show è ritornato dalla morte più volte.
Questo ha reso possibile prima Veronica Mars - Il film (2014, dieci anni dopo l'esordio e sette dopo la cancellazione alla terza stagione), interamente sovvenzionato dai fan - uno dei primi e più rari casi di un'operazione del genere - in cui tornarono praticamente tutti. In seguito ha reso possibile una quarta stagione (2019) ordinata da HULU dove le repliche della serie originale avevano riscosso grande successo e chiacchiericcio intorno a sé - quando ancora le piattaforme salvavano le serie morte e sepolte.
Una stagione che puntava tutto sul caso stagionale e non più su quello di puntata in parallelo, perdendo lustro e arrivando ad un finale da parte del suo creatore ancora oggi discusso e maldigerito, in cui comunque non riusciamo a non trovare per l'ennesima volta guizzi e intuizioni. E noi non vogliamo smettere di credere in Veronica Mars, perché sappiamo che arriverà sempre alla verità, a qualunque costo.