Upload, recensione: il Paradiso digitale su Amazon Prime Video

Recensione di Upload, la nuova serie comedy ideata da Greg Daniels e disponibile su Amazon Prime Video.

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Upload: un'immagine della serie

Cosa fareste se aveste la possibilità di trasferire la vostra essenza in un mondo virtuale dove continuare a esistere dopo la morte fisica? È la domanda che si pone lo showrunner Greg Daniels nella sua nuova fatica televisiva, come potrete leggere in questa recensione di Upload, nuova serie comedy che arriva ad arricchire il catalogo di Amazon Prime Video. Comedy che esplora argomenti non propriamente nuovi (una premessa simile, anche se con toni leggermente diversi, ce l'aveva anche uno degli episodi più belli di Black Mirror, ma che lo fa con brio e intelligenza, rispettando determinate convenzioni - ogni episodio ha una propria identità facilmente riconoscibile, e solo il pilot ha una durata notevolmente superiore ai 30 minuti - ma adattandosi anche al format dello streaming, con una struttura che tiene conto del binge-watching e abbraccia la natura seriale del progetto in un modo che le precedenti produzioni catodiche di Daniels dovevano evitare per esigenze da network.

Vivere e morire virtualmente

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Upload: Robbie Amell in una scena

Al centro della storia di Upload ci sono Nathan (Robbie Amell) e Nora (Andy Allo): lui è prossimo alla morte in seguito a un incidente d'auto, lei lavora per l'azienda che fornisce l'upload, la possibilità di continuare a esistere in una realtà virtuale dopo il decesso fisico, in diversi ambienti a scelta. Grazie alla fidanzata, che finanzia la sua trasferta nell'opzione più lussuosa di questo Paradiso, Nathan può continuare a "vivere" con tutti i comfort possibili, e ad aiutarlo a fare i conti con lo spaesamento iniziale c'è Nora, che fa parte dello staff di "angeli" incaricati di dare una mano ai defunti. Tra i due si crea una complicità che si fa sempre più complicata, mescolando reale e virtuale in modi potenzialmente pericolosi per entrambi, dato che lui dipende dalla benevolenza della fidanzata, con cui i rapporti si fanno progressivamente sempre più freddi, e lei rischia il licenziamento poiché è vietato avere relazioni con i clienti incorporei. A questo si aggiunge un mistero legato alla morte di Nathan: e se non fosse stato un incidente?

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Tensione e risate

John Krasinski e Steve Carell in una scena dell'episodio The Meeting della serie The Office
John Krasinski e Steve Carell in una scena dell'episodio The Meeting della serie The Office

Greg Daniels viene dal mondo delle serie comedy fatte per i network: dopo aver fatto parte dello staff de I Simpson è stato co-creatore della serie animata King of the Hill, e poi ha contribuito al palinsesto della NBC, per l'esattezza all'ambito slot del giovedì sera, prima con The Office e poi con Parks and Recreation (dal cui gruppo di sceneggiatori è successivamente nato The Good Place, anch'esso incentrato su ciò che accade dopo la morte). Tutte creazioni concepite per la televisione lineare, con episodi il più possibile fruibili senza avere presente la storyline dell'intera stagione. Con questa nuova opera, e presumibilmente anche con Space Force (a fine maggio su Netflix), l'autore si cimenta con una struttura diversa, sfruttando la formula dello streaming che prevede la visione tendenzialmente in blocco e tutti gli episodi disponibili subito: una volta spiegata la premessa nel primo capitolo, che è appunto l'unico ad avere una durata più generosa rispetto agli altri, l'impianto seriale si fa sentire, con la duplice trama orizzontale legata al rapporto tra i due protagonisti (e le conseguenze nel mondo reale) e ai dubbi su quanto accaduto prima che Nathan passasse a miglior vita.

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Upload: una scena della serie

Eppure l'impronta di Daniels è molto presente, principalmente nell'equilibrio fra toni diversi: il pilot, per forza di cose, è meno spassoso perché deve introdurre i vari fili narrativi prima di poterli affrontare in chiave comica, ma da un certo punto in poi le risate abbondano, e nel corso dell'intera stagione l'autore passa agevolmente dalla satira economica a momenti di humour più "basso" (la scena del bagno nel primo episodio è un gioiello di comicità senza dialoghi), per poi concedersi segmenti più seri, tra l'elemento thriller e l'intera sottotrama del padre di Nora, che affronta le problematiche spirituali della premessa. Seppure in modo diverso, rimane anche il concetto della workplace comedy, qui applicato in due modi poiché all'ufficio fisico è sovrapposto il mondo virtuale che non è un vero posto di lavoro ma ne riproduce alcune caratteristiche, principalmente nelle interazioni fra Nathan e i suoi interlocutori non umani (l'Intelligenza Artificiale è il comprimario più divertente). Con questi personaggi, e il mondo fantascientifico ma verosimile e molto umano ideato da Daniels, si ride, si piange e si riflette. A tal punto che arrivati al finale di stagione è inevitabile un po' di frustrazione, a causa dell'unico elemento potenzialmente negativo quando si tratta di una comedy per una piattaforma di streaming: il tutto finisce troppo presto. Come la vita di Nathan.

Conclusioni

Chiudiamo la recensione di Upload con non poca soddisfazione, avendo finalmente ritrovato Greg Daniels a cinque anni dalla conclusione della sua precedente serie televisiva. Per la prima volta in collaborazione con una società di streaming, lo sceneggiatore sfrutta le potenzialità del prodotto seriale concepito per il binge-watching ma non rinuncia alle vecchie abitudini, assicurandosi che ogni episodio abbia una propria identità narrativa, tematica e umoristica. La vita dopo la morte non è (quasi) mai stata così spassosa.

Movieplayer.it
4.0/5
Voto medio
3.8/5

Perché ci piace

  • L'equilibrio fra satira, mistero, pathos e commedia pura è gestito molto bene.
  • La premessa è ricca di spunti su livelli multipli.
  • Robbie Amell e Andy Allo funzionano perfettamente insieme.

Cosa non va

  • La stagione finisce sul più bello.