È il caso di dirlo: altro giro, altra corsa, altra storia al limite dell'incredibile. Netflix prosegue il suo fortunato percorso di storytelling umano e sportivo con il franchise Untold, docuserie divisa in volumi e in diversi capitoli, ognuno dei quali incentrato su personaggi ed eventi del mondo dello sport. Basket, Football Americano, streetball, vela, atletica, boxe. La peculiarità di Untold infatti sta nell'andare oltre le apparenze, le congetture e i titoli da prima pagina. Si indaga invece la verità, gli aspetti intimi delle vicende e i riverberi umani che queste storie assurde (e spesso inedite) hanno sui protagonisti. Che sia un arbitro NBA coinvolto in un giro di scommesse oppure la cocente sconfitta degli USA contro l'Australia in America's Cup. Del resto, non c'è nulla che spieghi la vita meglio dello sport (e del cinema stesso), e allora eccoci di nuovo in un turbinio di emozioni, delusioni, vittorie e sconfitte. Questa volta al centro dello show in quattro episodi (a rilascio settimanale dal 16 agosto al 6 settembre) c'è il giocatore di football Manti Te'o che, come vi racconteremo in questa recensione di Untold: La Fidanzata Inesistente, ripercorre il suo assurdo coinvolgimento in una storia di catfishing, ovvero la malsana pratica di ingannare, tramite account fake, una persona on-line facendogli credere di essere qualcun altro/a.
Fede, famiglia, football
Di Untold: La Fidanzata Inesistente non vogliamo raccontarvi troppo, e vi esortiamo a non cercare troppe informazioni su Google, in quanto la vicenda di Manti Te'o ha davvero degli aspetti sorprendenti e delle svolte inaspettate. Andiamo con ordine: Te'o, ragazzone nato nel 1991 a Laie, nella Hawaii da una famiglia samoana, coltiva il sogno di diventare un giocatore di football professionista. Fin da piccolo, seguendo il mantra dei sua madre e di suo padre - fede, famiglia, football - dimostra un certo talento, aiutato da un fisico adatto al ruolo. Nel 2009 finisce alla University of Notre Dame, dove gioca per i Notre Dame Fighting Irish football, la squadra del college. L'Indiana e le Hawaii sono due Stati agli antipodi, e sarà la solitudine, sarà che Facebook era ancora uno strumento semi-sconosciuto che si imbatte nel profilo di una bella ragazza, Lennay. I due sembrano avere molte cose in comune, iniziano a parlare, a confidarsi, iniziando una storia d'amore a distanza. C'è qualcosa di strano, ma Te'o è un bravo ragazzo e le cose con i Notre Dame vanno davvero alla grande, tanto da essere etichettato come una delle stelle nascenti del football. Poco importa se non ha mai visto o parlato al telefono con Lennay, il momento arriverà, l'amore è anche saper aspettare, e le relazioni on-line non sono così male. Poi, il dramma: viene informato che Lennay è rimasta vittima di un incidente e che le è stata diagnosticata la leucemia. Qualche tempo dopo, l'11 settembre 2012, inizia l'incubo: muore sua nonna e muore la sua ragazza. Te'o è sconvolto, ma questo lo spinge ad essere un uomo e un giocatore migliore. Peccato però che Lennay non sia mai esistita, e che dietro l'identità della ragazza ci sia Ronaiah 'Naya' Tuiasosopo, donna transgender anch'essa cresciuta con la tripla F: fede, famiglia, football.
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Tra sport e intimità
Come per gli altri capitoli, Untold: La Fidanzata Inesistente segue un approccio tanto lineare quanto efficace, rivelando la storia poco a poco. Non solo, dietro la cornice sportiva comunque predominante (Manti Te'o, all'epoca dei fatti, era considerato tra i giocatori più promettenti e fu finalista dell'Heisman Trophy, prestigioso premio a livello di College, è tutt'ora un ottimo lineabacker, giocando in NFL per i New Orleans Saints) la serie Untold mette in risalto gli aspetti più intimi e riservati di Te'o e di Naya per mezzo di lunghe interviste, amalgamate in modo efficiente dai registi Ryan Duffy e Tony Vainuku. Ascoltiamo quasi increduli le loro versioni e le loro emozioni messe a nudo, proviamo a capire cosa abbia (s)mosso Naya ad "intrappolare" il ragazzo, e come sia stato possibile, da parte di Te'o, credere in una improbabile messa in scena. Inverosimile, sì, ma capace di alzare un polverone sociale, personale e mediatico dopo che il blog sportivo Deadspin rivelò lo scoop. Insomma, insieme ad altre voci e ai filmati dell'epoca, ci ritroviamo a che fare con un classico esempio di catfishing, inserito in un momento storico "di mezzo" per i social network: Facebook era una novità, internet era ancora una landa oscura e in pochi immaginavano che ci potessero essere dei veri pericoli dietro un account on-line.
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Untold, un format sorprendente
Come detto, il format Netflix Untold funziona bene in quanto non lascia nessuna storia a metà, esponendo i fatti oggettivi e soggettivi senza però prendere posizione, bensì enfatizzando il più possibile il valore assoluto del racconto. In questo senso si prende i suoi tempi narrativi e gli episodi da un'ora sono verbosi, dettagliati e fluidi. L'ultima parola viene lasciata agli spettatori, che si ritrovano a far parte di una sorta di giuria popolare in mezzo ad un flusso di pensieri e gesta sportive che fanno da raccordo agli eventi. Nel caso di Manti Te'o e di Ronaiah 'Naya' Tuiasosopo poi c'è il fattore umano e privato che è marcatamente preponderante. Non è una storia di corruzione, né di doping o di sconfitte sportive, bensì è una storia d'inganni mascherata da storia d'amore, in cui un uomo - se pur ingenuo - è finito in una rete da cui è stato difficilissimo liberarsi. Perché, per quanto strano sia, chiunque può finire vittima del catfishing. E non solo tramite social network.
Conclusioni
Chiudiamo la recensione di Untold: La Fidanzata Inesistente rimarcando quanto il franchise Netflix sportivo sia molto efficace sotto l'aspetto narrativo. Anche questo capitolo, particolarmente profondo e intimo, ha delle interessanti svolte, e sovrappone in modo lineare gli aspetti umani e sportivi dei racconti.