Ci troviamo in Puglia, negli anni '70, e la storia è quella di due giovani innamorati: Matteo (Michele Riondino), che fa il meccanico ma ama scrivere canzoni d'amore, e Francesca (Laura Chiatti), che dalla vita vuole qualcosa di più, fuori dai confini del paesino in cui entrambi sono cresciuti. Francesca sceglie di essere libera e per 5 anni gira per il mondo, da Londra a San Francisco, lasciando Matteo con il cuore infranto. Al suo ritorno a casa la ragazza porterà con sé la voglia di cambiamento ed evasione tipiche di quegli anni, spingendo anche Matteo, che mai l'ha dimenticata, a rivoluzionare la sua vita per stare con lei.
Un'avventura, diretto da Marco Danieli e in uscita al cinema il 14 febbraio, decide di raccontare la storia d'amore tra Matteo e Francesca in un modo completamente nuovo per il cinema italiano, con un musical che si serve delle canzoni di Battisti e Mogol come strumento narrativo, utilizzando brani che sono pietre miliari nella storia della musica del nostro paese. All'anteprima stampa del film abbiamo incontrato il regista e parte del cast tecnico e degli interpreti, che ci hanno raccontato cosa ha significato per loro lavorare in un progetto così ambizioso, approcciandosi ad un repertorio così importante e prezioso come quello creato da Battisti e Mogol.
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Un film che a Lucio Battisti sarebbe piaciuto perché parla della vita reale
Per la sceneggiatrice Isabella Aguilar: E' facile notare la somiglianza tra Un'avventura con quello che è stato fatto per i Beatles con Across the Universe, questo film vi è servito da ispirazione? Possiamo quindi considerarlo una versione italiana del film di Julie Taymor?
L'idea per il film è venuta dai nostri produttori, mi hanno lanciato la sfida di fare un film con le canzoni di Lucio Battisti e Mogol e per me è stata un'esperienza incredibile. Il confronto con Across the Universe e con alcuni altri film mi ha dato la sensazione di non essere completamente pazza e sola nell'impresa, ma soprattutto il dialogo con Mogol mi ha rafforzato nella prima fase di lavoro in cui questo progetto poteva sembrare solo un'impresa fantastica e folle. Spero che questo film, questa storia a cui tengo molto, possa essere percepita dal pubblico come qualcosa il più lontano possibile da un'operazione commerciale, perché per me è stata un'operazione di vita e di cuore.
Per Mogol, che per il film ha fatto da consulente artistico: che cosa ne pensa di questo film, come è intervenuto nella storia e nella scelta delle canzoni? Che cosa avrebbe detto Battisti di Un'avventura?
Io ho visto il film e ne sono rimasto piacevolmente sorpreso: questo è un film vivo, vi ho trovato la stessa differenza che c'è tra la pastasciutta scotta e quella al dente, la prima è immangiabile e la seconda è straordinaria. Questa è la stessa differenza che c'è tra il marketing e la vita: in Un'avventura c'è la vita, si ispira ai miei testi ed io nelle mie canzoni ho sempre parlato della mia e delle vite degli altri che osservavo. Un'avventura è un film d'impatto, che colpisce chi si immedesima, come la vita che ci colpisce con la sua imprevedibilità, ma che per questo è magica ed è il più bel regalo che abbiamo ricevuto. Per quanto riguarda quello che avrebbe detto Lucio Battisti di questo film, mi chiedete qualcosa di veramente difficile, forse impossibile. Se mi devo basare sull'uomo che ho conosciuto posso dirvi che lui cercava sempre di guardare avanti, di conoscere altri artisti e di assimilare il loro contributo artistico; Battisti ha passato la vita ad ascoltare e a superarsi, quindi questa storia gli sarebbe piaciuta perché è attuale e moderna.
Per Michele Riondino: sono passati dieci anni da Dieci Inverni, un altro tuo film su una storia d'amore travagliata. Ora torni a parlare di un amore simile in un musical, in cui sei attore, cantante e anche ballerino, come hai vissuto questo cambiamento?
Sono passati dieci anni da quel film per me e per Isabella Aguilar, Dieci inverni infatti lo ha scritto lei, è stato molto importante, un'esperienza bellissima. In Un'avventura c'è qualcosa di quel tipo di narrazione, in questo film però è stato di fondamentale importanza il contributo delle storie create da Mogol e Battisti: nelle loro canzoni c'è tutto il materiale necessario per raccontare una storia d'amore pura, vera, una storia che per essere tale deve passare sui cadaveri di relazioni precedenti, come accade nella realtà. Questo film è una commedia romantica musicale che non è la storia d'amore sdolcinata con il classico lieto fine, ma una storia reale che per raccontarsi deve passare anche attraverso delusioni e tradimenti.
Personaggi femminili che incarnano lo spirito di cambiamento del loro tempo
Per Laura Chiatti: questo film parla d'amore e di musica, ma è anche una storia incastonata in un momento storico particolare per il nostro paese, un periodo importante soprattutto per le donne. Il cambiamento del nostro paese negli anni '70 si rispecchia nell'evoluzione del tuo personaggio nel corso del film?
Francesca all'inizio del film è molto giovane e vive l'amore con Matteo nel contesto del paesino, un ambiente troppo circoscritto per lei che è ambiziosa, per lei che vuole evolvere ed emanciparsi. Poi parte e sparisce per cinque anni, periodo durante il quale cambia irrimediabilmente e si rende conto di cosa vuole dalla vita: quando torna tutto ciò che aveva lasciato indietro è rimasto quello che era e lei si sente lontanissima dal suo passato. Al paese riprende però la storia d'amore con Matteo dove l'aveva lasciata, e da quel momento intraprende insieme a lui un nuovo percorso di cambiamento.
Per Valeria Bilello, che interpreta il personaggio di Linda: A proposito di figure femminili, parliamo ora del tuo personaggio, un'eterna seconda in questa vicenda.
Possiamo dire che Linda è un'eterna seconda perché esordisce nella narrazione con il racconto di un'altra sua storia finita male, quella in cui faceva l'amante di un uomo sposato, cosa che per i tempi era qualcosa di difficile, una situazione senza dubbio molto pesante per lei. Quando risponde a Matteo con "Non sono un mutuo", nel momento in cui lui dice di volerla perché è una persona affidabile e concreta, Linda riafferma la propria dignità di donna. Questa battuta è anche un omaggio ad un film di Barbra Streisand, artista molto amata dalla sceneggiatrice Isabella Aguilar.
Un film che ha permesso ad autori ed interpreti di superare i propri limiti
Per il regista: Perché ha deciso di intraprendere questa sfida, approcciandosi ad un patrimonio musicale importantissimo per il nostro paese? come sono state scelte le canzoni, privilegiandone alcune rispetto ad altre?
Per quanto riguarda il repertorio musicale è stata Isabella a tessere una tela che legasse le canzoni alla trama del film, la storia che volevamo raccontare ha in parte condizionato la scelta dei brani ma anche viceversa, è stata infatti calibrata in base al contenuto dei testi. La mia decisione di fare questo film è dipesa proprio dal fatto che si basasse sulle canzoni di Battisti e di Mogol, con cui sono cresciuto. Con un po' di incoscienza ci siamo avventurati in questo progetto così ambizioso, in qualcosa che è parte della storia e della cultura del nostro paese, e nel farlo c'è voluto rispetto e pudore. Per molte delle canzoni è stato fatto un lavoro di ristrutturazione, per esempio con Acqua Azzurra, Acqua Chiara per altre come Balla Linda abbiamo deciso di dargli un senso leggermente diverso: Linda non è il personaggio libero a cui si è ispirato Mogol, il nostro personaggio, anche se molto intelligente, è più dipendente dalle relazioni sentimentali, dagli affetti in generale e dalla figura maschile. Le chiacchierate con Mogol sono però state estremamente interessanti, ci sono servite per scavare nei brani e coglierne i sottotesti.
Per i due protagonisti: dover cantare e ballare per questo film vi spaventava? quanto ha pesato nella costruzione dei vostri personaggi?
Laura Chiatti: Io ho sempre amato cantare ma non ho mai potuto esternare completamente questa mia passione: il musical in Italia esiste quasi esclusivamente a teatro, ed io non penso di essere portata per quel tipo di realtà ed espressione artistica. E' stato molto bello pensare un musical per il cinema, facendo ovvio riferimento a film come La La Land e Chicago: per Un'avventura è stato fatto un grande lavoro di squadra, soprattutto è stato fondamentale il contribuito di Luca Tommassini, responsabile delle coreografie, che ci ha fatto lavorare con grande impegno sulla danza. Adattare il ballo ad una storia è solitamente molto complicato, in questo caso però l'aspetto musicale è ben integrato nella trama ed è a mio parere molto realistico.
Michele Riondino: Solitamente quando ti prepari per un film tradizionale non vedi l'ora di trovarti davanti alla cinepresa per mettere a frutto quello che hai imparato, per questo film però è stato diverso: in Un'avventura la parte cantata e coreografata è ovviamente preponderante, e noi non avremmo mai voluto smettere di provare perché non ci siamo mai sentiti veramente padroni della materia. Quello del musical non è il genere che prediligo ma è stato comunque un'esperienza che mi ha insegnato molto.
Sempre per i due protagonisti: Alcuni grandi capolavori come Mi ritorni in mente e La canzone del sole non sono stati inseriti nel film, voi quale brano di quelli esclusi avreste voluto interpretare?
Michele Riondino: Fuori ne sono rimaste troppe, io in particolare avrei voluto cantare Insieme a te sto bene, ma forse verrà usata per un altro film, per il sequel di Un'avventura che so essere già stato pensato dai produttori.
Il produttore Marco De Angelis: Le dieci canzoni da usare per questo film sono state scelte a tavolino, anche perché volevamo capire se ci sarebbe stata la possibilità di fare un sequel, in base ovviamente al successo di Un'avventura.
Laura Chiatti: A me è mancata molto Emozioni, che è una canzone che mi ricorda di quando ero piccola e cantavo in pubblico solo canzoni interpretate da donne. Emozioni era forse l'unica che volevo cantare, ma solo a casa, mai in pubblico. Un'avventura sarebbe stata un'occasione carina per poterla condividere.
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