Recensione Guido che sfidò le Brigate Rosse (2006)

Un film d'impegno civile che commemora un personaggio fondamentale per l'Italia, un uomo che rappresenta l'orgoglio, la forza e la coerenza di tutti coloro che hanno vissuto il dramma del terrorismo brigatista, tema purtroppo dolorosamente attuale.

Una pagina di storia tra coraggio e violenza

Un film necessario, quanto controverso e di forte impatto. La storia di uomo, del suo coraggio e della sua umanità. Un nome intessuto nella storia italiana in un capitolo del nostro Paese fin troppo taciuto, un periodo tragico su cui ancora non c'è chiarezza.
Con la regia di Giuseppe Ferrara, Massimo Ghini interpreta Guido Rossa, operaio sindacalista dell'Italsider di Genova che a metà degli anni settanta si oppose al terrorismo delle Brigate Rosse, pagando la lotta con la sua stessa vita.

Un film d'impegno civile che commemora un personaggio fondamentale per l'Italia, un uomo che rappresenta l'orgoglio, la forza e la coerenza di tutti coloro che hanno vissuto il dramma del terrorismo brigatista, tema purtroppo dolorosamente attuale. Eppure di Guido Rossa non si parla, per quanto la sua morte abbia avuto un'importanza politica tranquillamente paragonabile all'uccisione del Presidente Moro (avvenuta un anno prima di Rossa); per quanto fu il segno di un'opposizione, mai così forte fino ad allora, di un rappresentante della classe operaia contro quelle Brigate Rosse che volevano portare gli operai della loro parte.
Un film difficile, che fa riflettere e ripensare, proprio per questo indispensabile a colmare una profonda disinformazione e ad abbattere un muro di silenzio che allontana, soprattutto le nuove generazioni, dalla comprensione storica e politica del nostro Paese.

Guido che sfidò le Brigate Rosse racconta la vita di eroe comune: la vicenda politica è costruita sulla base della vicenda umana di un lavoratore con le sue convinzioni, i suoi valori, le sue passioni. Un padre, un marito e un amico, oltre che un politico militante. Un amante della rampicata in montagna, che fondeva il metallo creando, avanza tempo, crocifissi come vere opere d'arte.

Accanto a lui, una moglie impaurita e fragile (Anna Galiena) e in parallelo, tra immagini di repertorio e preziose ricostruzioni dei fatti realmente accaduti, la storia dei terroristi Roberto-Riccardo Dura (Gianmarco Tognazzi), Nora-Fulvia Miglietta (Elvira Giannini) e il Vecchio (Mattia Sbragia). Uomini e donne, anche loro, con una loro storia personale, ricostruita tramite flash back e scorci di un passato violento, traumi di caratteri scostanti forse ragione del loro odio verso il sistema che li ha portati ad unirsi alla Lotta Armata e ad uccide a sangue freddo.

Un film imperfetto, impreciso in alcuni aspetti tecnici, come il sonoro con dialoghi spesso fuori sincrono ed effetti speciali non del tutto realistici, ma queste carenze sono dovute a una mancanza di risorse, non ad errori strutturali e, in un'ottica complessiva, non vanno ad intaccare il valore e il significato dell'opera.
Guido che sfidò le BR è stato prodotto con la collaborazione dell'Associazione del Centenario CGIL; gode dell'approvazione e del supporto della UIL, CISL e ACIL; la RAI ha acquistato i suoi diritti, ma meriterebbe un più forte sostegno da parte delle cariche istituzionali e dovrebbe essere diffuso nelle scuole per il suo fondamentale ruolo educativo oltre che informativo.