Una bugia per due, la recensione: commedia politicamente (s)corretta o specchio del presente?

La recensione di Una bugia per due, commedia francese opera prima da regista di Rudy Milstein che unisce humor caustico e denuncia sociale.

Una bugia per due, la recensione: commedia politicamente (s)corretta o specchio del presente?

L'interprete di Embrasse-moi, The Villa e Lolo - Giù le mani da mia madre Rudy Milstein passa dall'altra parte della barricata debuttando alla regia con una commedia che fonde humor caustico e temi sociali. Questo connubio rappresenta la peculiarità del film, e a tratti anche il limite, come spiega la nostra recensione di Una bugia per due. Per il suo esordio, Milstein scommette su un protagonista dalla faccia pulita e dallo sguardo limpido come Vincent Dedienne, ritagliandosi il ruolo di Bruno, vicino di casa eccentrico e un po' tonto.

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Una bugia per due: Vincent Dedienne in una scena

Dedienne interpreta un giovane avvocato, socio di un prestigioso di studio, timido e impacciato tanto da risultare invisibile. Finché un giorno una diagnosi errata gli fa credere per qualche giorno di avere un tumore. È così che lo studio gli affida un'importante causa legata a un gruppo di malati di cancro che hanno fatto causa a un'azienda di pesticidi accusati di essere cancerogeni. L'incarico sconvolgerà la sua vita mettendo alla prova i suoi valori.

Risate politicamente scorrette

Una Bugia Per Due Vincent Dedienne Geraldine Nakache
Una bugia per due: Vincent Dedienne e Géraldine Nakache in una scena su una panchina

Fin dalle prime sequenze, Una bugia per due si distingue per l'abbondanza di battute abrasive che non guardano in faccia nessuno, ironizzando su malattia, disabilità, aspetto fisico femminile. Il tutto messo in bocca non solo ai personaggi più spregiudicati, ma anche allo stesso protagonista, il placido Louis, la cui gestazione viene definita dalla sua stessa madre, anche lei avvocato, una "invalidità". Per non parlare della "stronza", la bella e gelida Elsa, socia alla guida dello studio legale interpretata da Clémence Poésy.

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Un bugia per due: Vincent Dedienne e Clémence Poésy in una scena

Gli ingredienti per una commedia degli equivoci politically uncorrect che gioca sui luoghi comuni della malattia vengono anticipati in un incipit brillante, che ha il duplice scopo di introdurre il protagonista settando, al tempo stesso, il tono del film, ma le successive svolte narrative incanalano Una bugia per due in tutt'altro tipo di progetto. Sequenze fulminanti come la visita dal medico distratto e burlone o il dialogo nonsense di Bruno e Louis sulla chemioterapia con una farmacista alquanto perplessa restano, purtroppo, un unicum. A contatto coi querelanti malati di tumore, guidati da una portavoce dai modi bruschi che ha il volto di Géraldine Nakache, Louis rimette in discussione le sue priorità e il film abbandona i toni caustici per approdare a venature ben più drammatiche, sfiorando a tratti il patetico.

Un film dai toni molteplici

Una Bugia Per Due Vincent Dedienne Rabah Nait Oufella
Una bugia per due: un dialogo tra Vincent Dedienne e Rabah Nait Oufella

Rudy Milstein non sembra volersi limitare a un tuffo nel genere e confeziona una storia radicata nel presente che attinge a una tematica a cui tutti sono sensibili, la salute pubblica. Di avvocati spregiudicati, sul piccolo e grande schermo, ne abbiamo visto in abbondanza, perciò non presentano sorprese il personaggio di Clémence Poésy, l'opportunista Elsa, né il suo braccio destro Bastien (Johann Dionnet). Più sfumata la psiche di Louis, che non è certo un novello Erin Brokovich, ma più semplicemente una brava persona costretta ad affrontare un dilemma morale che rischia di mettere a repentaglio il suo impiego.

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Una bugia per due: un primo piano di Clémence Poésy

La scelta di Una bugia per due di abbracciare generi diversi causa un mutamento anche nei toni del film. Con l'avanzare della storia, la leggerezza viene meno a scapito del dramma e l'impegno sociale sembra catalizzare l'attenzione distogliendola dagli altri temi. Ma il vero fulcro della pellicola sembra essere l'evoluzione del personaggio di Louis in un coming of age atipico che lo segue nel suo percorso di ricerca del suo posto nel mondo. Ecco che, in quest'ottica, tutti i personaggi che gli ruotano attorno, genitori, colleghi e amici, sembrano esistere solo in funzione del suo sviluppo. Egualmente si spiegano così il ricorso alla macchietta e il mancato approfondimento psicologico di certe figure. Un romanzo di formazione che si rispetti non distoglie lo sguardo dal suo protagonista, anche se i motivi di distrazione, nel film, non mancherebbero di certo.

Conclusioni

Una bugia per due si propone come commedia degli equivoci caustica e brillante per poi deviare poi il direzione dell'impegno sociale. L'opera prima da regista dell'attore Rudy Milstein è un prodotto sfaccettato e piacevole che attinge a luoghi comuni e stereotipi per concentrarsi sull'evoluzione del protagonista, interpretato da un candido e disarmante Vincent Dedienne.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
3.5/5

Perché ci piace

  • Film scorrevole, leggero e piacevole.
  • Le battute caustiche colpiscono nel segno.
  • Vincent Dedienne ha il perfetto physique du role per il personaggio di Louis.

Cosa non va

  • Il cambio di tono vede diradarsi lo humor a favore di toni più patetici.
  • Alcuni personaggi di contorno sono poco approfonditi a livello psicologico.