Un set tutto da ridere

Il segreto dell'alchimia tra il regista e i due interpreti de 'L'antidoto': armonia, improvvisazione, professionalità e tante risate.

Jacques-Alain Marty è un brillante uomo d'affari che si appresta a portare a termine un grosso accordo che potrebbe dare un'ulteriore svolta alla sua carriera; il problema è che Jacques da un po' di tempo è vittima di misteriosi quanto devastanti attacchi di panico che quasi gli impediscono di parlare. Non riuscendo a spiegarsi simili ansie, l'uomo decide di rivolgersi ad uno psicanalista, grazie al quale riesce a capire che i suoi timori sono tutti legati ad un trauma infantile.
Per andare avanti, nella vita, Jacques deve focalizzare la propria attenzione su qualcosa o qualcuno in cui trovare tutta la sicurezza che gli manca. André Morin è un contabile dall'aria buffa e stravagante, tenacemente attaccato al suo lavoro ed affezionato ai suoi piranha che alleva con dedizione, e per Jacques, André potrebbe essere l'antidoto da avere sempre accanto in modo da scongiurare gli attacchi di panico che stanno compromettendo seriamente la sua brillante carriera e la sua vita personale.

L'idea de L'antidoto è ispirata ad una storia vera della quale si è parlato per un po' di tempo sui giornali francesi: al produttore Christian Fechner l'idea di portare sullo schermo questa storia così bizzarra piaceva molto e con l'aiuto di Arnaud Lemort l'ha rielaborata per circa due anni. Fin dall'inizio però era chiaro che il ruolo dei due protagonisti dovesse essere affidato a Christian Clavier e Jacques Villeret, mentre la regia è stata affidata a Vincent De Brus, autore di spot pubblicitari e videoclip: "Vincent utilizza le sue capacità per potenziare il valore e la riuscita del film" - ha detto Fechner - "Capita spesso che in una commedia ci si limiti a "registrare" le performance di un attore, invece con De Brus è avvenuto l'opposto, perchè possiede uno stile di regia del tutto particolare: spesso riprende le scene comiche come se fossero sequenze d'azione, con dei bei movimenti di macchina e veloci cambi d'asse e ripresa, propri degli action movies. Ma non lo fa mai, in nessun caso, a discapito dell'umorismo e della risata. Il pubblico sicuramente apprezzerà questa combinazione". Secondo il compianto Jacques Villeret, recentemente scomparso, De Brus non è approdato alla commedia per caso: "Lui adora la commedia, forse molto più di ogni altra cosa". Gli fa eco Christian Clavier che definisce De Brus un uomo preciso, che sa ciò che vuole ma allo stesso tempo ama essere sorpreso. "Vincent adora la commedia e si diverte a dirigerla immergendosi in essa senza che questo comprometta il suo giudizio e la sua attenzione. Ciò che mi piace di lui è che in ogni situazione ci consente di andare oltre la sceneggiatura, fino ad arrivare all'improvvisazione, e poi guarda i risultati ottenuti. E poi lui ha una risata estremamente contagiosa ed è spesso difficile trattenere una risata e continuare a recitare!"

Il regista d'altra parte ha avuto la fortuna di avere a sua disposizione una troupe a suo dire eccellente ed affiatata: "Gli attori si sentivano a proprio agio ed erano davvero rilassati, non dovevano preoccuparsi di far altro che recitare, tutto il resto era perfetto. Clavier e Villeret recitavano in maniera spontanea, talvolta senza accorgersene: arrivavano sul set, ed in modo del tutto naturale cominciavano a recitare. Fin dall'inizio delle riprese tutta la troupe era cosciente che era arrivato il momento di divertirsi: Villeret e Clavier arrivavano a scambiarsi battute fenomenali che spesso e volentieri non erano presenti sulla sceneggiatura, ma che erano ugualmente efficaci". De Brus definisce l'improvvisazione una "scatola delle sorprese" dentro le quali un regista fortunato può provare a pescare, ed alcune di queste sorprese a suo dire, erano così eccellenti da essere tra le più divertenti del film.

A convincere Christian Clavier ad accettare il ruolo di Jacques pare sia stato il fatto che l'attore si è sempre sentito attratto dal mondo luccicante descritto nei film americani come Wall Street, in cui si metteva in luce l'universo della finanza e del potere. "In realtà non avevo mai conosciuto prima d'ora la vita privilegiata dei grandi magnati dell'economia francese" sostiene l'attore "Alcuni sono veramente importanti, e l'universo in cui si muovono è una sorta di jet set dai tratti molto particolari: questi personaggi sono dei VIP, ma non sono celebrità, sono persone estremamente potenti che decidono i destini di molti.".
A Jacques Villeret è stato affidato invece un ruolo opposto, quello di un piccolo investitore, un uomo ordinario che mostra la sua piccola realtà ad un grande boss della finanza, abituato a vivere tra elicotteri, viaggi in aereo e la Borsa. "Per questo ruolo mi sono ispirato alla storia vera di un tale che per qualche tempo aveva fatto parlare di sè sulla stampa: un uomo che da solo aveva tenuto testa ai grandi mostri della finanza senza mollare mai il proprio piccolo dominio, la sua minuscola azienda. Sono così bravo da attirare Jacques nella mia rete e non mi sfuggirà facilmente.".