Recensione L'antidoto (2005)

Il punto di forza del film sono i due protagonisti e l'alchimia che si è venuta a creare tra loro durante le riprese di questo film, liberamente ispirato ad una storia realmente accaduta.

Tutti insieme, appassionatamente

Jacques-Alain Marty è un brillante uomo d'affari, che sta attraversando un periodo particolarmente difficile: in procinto di concludere il più grande accordo della sua carriera, viene assediato da frequenti ed inspiegabili attacchi di panico dovuti ad un non meglio identificato trauma infantile. Quando Jacques incontra Andrè Morin, un semplice ma tenace contabile, si accorge che l'uomo è una valida soluzione ai suoi problemi: in sua presenza infatti, Jacques smette di sudare freddo e riesce a formulare delle frasi di senso compiuto. Considerato che il suo handicap emotivo gli impedisce di lavorare e sta per stroncare la sua prestigiosa carriera, Jacques decide di adottare Andrè e la sua famiglia, per averlo sempre a disposizione, nel caso debba presenziare ad un incontro di lavoro.

Il problema principale però è l'enorme differenza sociale e caratteriale che divide i due uomini: Morin è un uomo semplice , fortemente legato al suo lavoro che svolge con passione ed ai suoi hobby, ovvero la pesca e l'allevamento di ferocissimi piranhas, cui è particolarmente affezionato. La sua compagna di vita è una donna solare ed espansiva, molto affettuosa nei confronti di Andrè ed amante della cucina semplice. Per loro, il massimo è null'altro che una sostanziosa cena a base di trippa. La famiglia e l'ambiente lavorativo di Jacques invece sono l'esatto contrario, sua moglie infatti è una donna ipocrita e capricciosa, ed attorno a lui, i suoi collaboratori hanno issato una solida gabbia di regole e bugie.

E' facile intuire che la differenza tra i due protagonisti de L'antidoto, opera prima di Vincent De Brus, sia il fulcro del film: da qui partono infatti, una serie situazioni esilaranti, ed equivoci continui di cui sarà vittima il povero Jacques fino alla fine della pellicola. Andrè con la sua spontaneità accalappia Jacques ed alla fine, nonostante sia il manager a chiedergli di trasferirsi nella sua villa, con la sua compagna, è lui ad "imporre" il suo stile di vita ed i suoi interessi all'uomo. Particolarmente bravi gli interpreti, Christian Clavier, nel ruolo del manager costretto ad inciampare nelle sue stesse parole, e il compianto Jacques Villeret, scomparso poco dopo le riprese del film, nel ruolo del piccolo, ma tenace investitore che stravolge completamente la vita del manager e della sua famiglia. Il punto di forza della pellicola, infatti sono proprio loro, e l'alchimia che si è venuta a creare tra i due attori durante le riprese di questo film, ispirato liberamente ad una storia realmente accaduta.

Dopo un frenetico inizio costellato degli strafalcioni del povero Jaques, la storia si riempie di gustosi equivoci e clamorosi incidenti; e così tra le feroci aggressioni da parte dei famelici piranhas di Andrè, e disastrose interviste televisive, l'uomo d'affari riuscirà a capire le ragioni del suo malessere emotivo, ma non potrà fare altro che arrendersi alla semplicità del suo nuovo amico, se vuole salvare la carriera.

Movieplayer.it

2.0/5