Un semplice incidente, intervista a Panahi: "Spero sempre di poter vedere i miei film in sala in Iran"

Il regista, premiato alla carriera da Giuseppe Tornatore, ha presentato a Roma il film che rappresenterà la Francia ai prossimi Oscar. Nonostante il bando in Iran, non perde la speranza.

Jafar Panahi alla Festa del Cinema Roma 2025 per presentare Un semplice incidente

Jafar Panahi è un eroe del cinema. Non è un'esagerazione: il suo paese, l'Iran, ha bandito i suoi film, ma lui, con una tenacia, un'ostinazione e un coraggio davvero ammirevoli, continua a girare lì, di nascosto, con il pericolo costante di essere arrestato. Tanto osteggiato in patria quanto osannato nel resto del mondo: Orso d'Oro a Berlino nel 2015 con Taxi Teheran, Leone d'Oro e Premio speciale della giuria rispettivamente a Venezia 2020 per Il Cerchio e Venezia 2022 con Gli orsi non esistono, ora Palma d'Oro a Cannes 2025 con Un semplice incidente.

Un Semplice Incidente In Panne
Una scena di Un semplice incidente

Nelle sale distribuito da Lucky Red, il film rappresenterà la Francia ai prossimi Oscar. Prima però è stato presentato in anteprima italiana alla Festa del Cinema, dove per l'occasione al regista è stato consegnato un premio alla carriera. A darglielo Giuseppe Tornatore. L'ammirazione dei colleghi per questo autore non è in discussione: Martin Scorsese, che Panahi ha definito il "Dio contemporaneo del cinema", gli ha espresso tutta la sua stima in una recente masterclass, tenutasi al New York Film Festival.

Si potrebbe pensare che la paura onnipresente, la persecuzione politica e le difficoltà nel proprio paese abbiano reso malinconico l'uomo dietro la macchina da presa. Ma non è così: proprio come dimostrano i suoi film, Panahi ha un'energia straripante, una tempra veramente sorprendente e, caratteristica che lo consacra davvero a leggenda, anche un grande senso dell'umorismo. Lo ha dimostrato nel nostro incontro, avvenuto proprio a Roma.

Panahi e il complicato rapporto con il governo iraniano

Interrogato su come faccia, in modo pratico, a girare i propri film, per poi vederli puntualmente banditi in Iran, Panahi dice senza scomporsi: "Quando si decide di realizzare un film come si vuole, è naturale aspettarsi che ci saranno dei problemi. Bisogna chiedere l'autorizzazione per girare al Ministero della Guida Suprema. E ovviamente loro fanno problemi, bisogna andare più volte. Cercano di cambiare la sceneggiatura. Alla fine il risultato è che quello non è più il tuo film. Quindi o rinunci a realizzare il tuo film, oppure devi trovare una soluzione".

Il regista rifiuta l'etichetta di eroe, ribadendo di non essere l'unico a dover agire così. Ci sono moltissimi registi iraniani che fanno lo stesso da anni: "Tutti i cineasti indipendenti in Iran cercano delle soluzioni e ognuno usa i propri metodi. E non è vero che sono meno sensibili su questo argomento. Non c'è mai stato un momento in cui si siano arresi. Ci sono alti e bassi. Purtroppo non è mai successo nemmeno che le autorità lasciassero libertà agli autori".

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Panahi verso l'Oscar

Il successo di Un semplice incidente in Francia è stato grande. E proprio questo paese lo ha candidato come proprio rappresentante agli Oscar 2026 come miglior film internazionale. Nell'attesa di sapere se Panahi rientrerà nella cinquina finale, non nasconde il desiderio di poter essere candidato un giorno per il proprio paese: "Ovviamente avrei preferito rappresentare il mio paese. Ma, per quanto riguarda la candidatura all'Oscar, c'è una regola: il film deve essere stato proiettato per almeno una settimana nel paese di origine. Tranne il mio primo film, tutti gli altri hanno avuto lo stesso destino e non sono mai potuti essere candidati all'Oscar. Addirittura Sony Pictures, che era il produttore di Offside, in passato ha cercato di convincere le autorità iraniane a permettere che il film fosse proiettato nel paese per una settimana, perché prevedeva che avrebbe potuto fare cose interessanti in vista dei premi. Ma nulla".

France Cannes Film Festival 2025
Jafar Panahi a Cannes

Dopo tanti anni, l'occasione di poter sognare gli Oscar è finalmente arrivata: "Per quanto riguarda il mio ultimo film invece, dato che ha una coproduzione internazionale tra Francia, Iran e Lussemburgo, bastava che uno di questi tre paesi avesse proiettato il film per una settimana e l'ostacolo sarebbe stato superato. E così l'ha candidato la Francia".

Un Semplice Incidente Momento Del Film
I protagonisti di Un semplice incidente

A proposito di Francia: Panahi ricorda l'emozione di poter finalmente vedere un suo film insieme al pubblico a Cannes: "La verità è che quando realizzi un film vorresti che fosse visto il più possibile. Quando non viene visto questo crea sofferenza. La sera della proiezione al Festival di Cannes erano passati quasi 17 anni dall'ultima volta che avevo visto un mio film in sala con degli spettatori. Quando un regista guarda il proprio film insieme al pubblico riesce a capire dalle reazioni quali sono i punti positivi e negativi, quelli di forza e di debolezza. Con me c'era tutta la troupe: ho guardato i loro occhi ed erano pieni di lacrime. Avevano visto il risultato dei loro sforzi grazie alla reazione del pubblico".

Il regista si augura che questo possa cambiare: "Spero che arriverà il giorno, e di essere ancora vivo, in cui potrò vedere questo film in Iran con gli spettatori iraniani".

Panahi tra Hitchcock e il senso dell'umorismo

Nel corso della masterclass tenuta alla Festa del Cinema di Roma 2025, Panahi ha rivelato che quando era giovane in Iran non si riuscivano a trovare film stranieri. Le prime VHS su cui è riuscito a mettere le mani sono state quelle delle opere Alfred Hitchcock. La suspence è presente in tutti i suoi lavori. In Un semplice incidente ancora di più: "Ho cercato di creare un ritmo incalzante per portare lo spettatore con me". E in effetti il film tiene incollati fino all'ultimissima inquadratura.

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Una scena del film di Panahi

Per quanto riguarda il senso dell'umorismo invece, l'uomo ne è sicuramente pieno, ma il regista invece non è così convinto di averlo inserito nel film: "Per quanto riguarda la comicità, diverse situazioni che generano ironia sono in realtà questioni culturali. Ci sono momenti del film che visti qui sembrano divertenti, in Iran invece non ride nessuno. Le scene in ospedale fanno ridere molti spettatori non iraniani. Ho notato che negli Stati Uniti e in Canada hanno riso molto, invece in Asia, in paesi come Corea e Giappone, non hanno riso".