Recensione The Chaser (2008)

The Chaser dimostra come sia ancora possibile scrivere e girare un thriller che funzioni perfettamente, disattendendo costantemente le aspettative dello spettatore, senza però perdere mai di vista il valore del suo intrattenimento.

Un inseguimento lungo una notte

La Corea del Sud rialza la testa. Dopo un biennio abbondante di crisi qualitativa nerissima e silente, una nuova rinascita (o solamente un guizzo estemporaneo, staremo a vedere) passa ancora una volta per un incalzante thriller mozzafiato che racchiude tutto il meglio di quella new wave che fece del cinema coreano un'esperienza esaltante qualche anno fa. L'esordio sbanca botteghini di Na Hong-Jin racconta l'affannosa ricerca notturna di un serial killer di prostitute, che agisce da mesi senza lasciare tracce. Mentre la polizia brancola nel buio, tutta impegnata a risolvere un problema diplomatico accorso al sindaco (a cui vengono lanciati degli escrementi all'uscita di una cerimonia), nella stessa notte un protettore ex poliziotto si mette sulle tracce del killer, convinto che sia solamente qualcuno che sta vendendo le sue prostitute. Rintracciatolo casualmente riesce a consegnarlo alla polizia che si dimostra incapace di ottenere una confessione coerente e si vede costretta a scarcerarlo, nonostante si confessi il killer di dodici donne, di cui non si trovano i corpi.

Torna un pò in mente lo strabiliante Memories of Murder nel vedere The Chaser. Non per particolari affinità tematiche, al di fuori dell'aderenza di genere, anche perché il film di Na Hong-Jin non ha né la profondità né la complessità del capolavoro di Bong, ma ne condivide la durezza senza compromessi, il senso dell'azione, la spazialità della messa in scena e una capacità di gestione dei registri drammatici e grotteschi impressionante. The Chaser dimostra come sia ancora possibile scrivere e girare un thriller che funzioni perfettamente, disattendendo costantemente le aspettative dello spettatore, senza però perdere mai di vista il valore del suo intrattenimento. Con una potenza espressiva e una padronanza tecnica che non ci si aspetterebbe normalmente in un'opera prima, ma che è anche il risultato di un'industria solida (nonostante le derive degli ultimi tempi) e con delle maestranze di grande lusso. Di certo, poi, nel contesto di un'edizione di Cannes finora dominata da un asfissiante realismo, The Chaser è una boccata di vero cinema di cui converrebbe alimentarsi.