Un inganno di troppo, la recensione: Harlan Coben torna al giallo su Netflix… e funziona

La recensione di Un inganno di troppo, la nuova serie Netflix tratta da un romanzo di Harlan Coben, che mescola elementi di genere thriller e tematiche d'attualità per un ritorno alle origini dello scrittore. Dal 1° gennaio in streaming sulla piattaforma.

Un inganno di troppo, la recensione: Harlan Coben torna al giallo su Netflix… e funziona

Oramai Harlan Coben e Netflix sono una garanzia per gli appassionati di gialli e thriller, complice l'accordo stretto tra lo scrittore del New Jersey, che nel corso degli ultimi anni ha portato a vari adattamenti televisivi dei suoi romanzi bestseller, spesso di ambientazione e lingua europea. Tre anni dopo Stay Close e chiusa per il momento la parentesi Prime Video con la malriuscita Shelter, Coben torna "a casa" sia sul primo colosso dello streaming sia nel Regno Unito inaugurando il nuovo anno 2024 con Fool Me Once. Come spiegheremo nella recensione di Un inganno di troppo (questo il titolo italiano scelto), si tratta di un vero e proprio ritorno alle origini per una storia appassionante e ricca di colpi di scena.

Un giallo di troppo

Un Inganno Di Troppo Michelle Keegan Richard Armitage
Un inganno di troppo: una scena della serie

Un inganno di troppo va ad aggiungersi quindi alla oramai lunga lista di miniserie Netflix tratte dai romanzi di Harlan Coben con una trama che segue abbastanza le caratteristiche principali dei suoi racconti ma allo stesso tempo se ne discosta. C'è una protagonista, Maya Stern (Michelle Keegan), che torna nel paesino d'origine, ma questa volta dopo una missione in guerra e non un solo lutto. La giovane donna si ritrova infatti senza la sorella Claire e, pochi mesi dopo, senza il marito Joe Burkett (Richard Armitage, oramai un habituè nelle storie dello scrittore), entrambi vittime di due rapine finite male. Costretta a crescere la figlioletta da sola, la donna cerca di affrontare lo stress post traumatico che questa sequela di eventi ha comportato nella sua vita.

Un Inganno Di Troppo Adeel Akhtar
Un inganno di troppo: una scena della serie

Non aiutano le continue ingerenze delle famiglie che la circondano e che insieme alla sua formano vari sottoinsiemi di una più grande. Da un lato, i ricchi e snob Burkett, capitanati dalla temibile matriarca Judith (Joanna Lumley, un'altra vecchia conoscenza) insieme ai figli superstiti, Caroline e Neil, CEO dell'azienda di famiglia. Dall'altro, i parenti di Claire, ovvero il marito Eddie che ha cominciato a bere qualche birra di troppo e i due figli adolescenti Abby e Daniel. Dall'altro ancora, la sua "famiglia lavorativa" ovvero quella dei commilitoni con cui ha servito all'estero, a partire dall'amico Shane (Emmett J. Scanlan). Parallelamente, come da copione, ci viene raccontata la storia della polizia che svolge le indagini parallelamente ai protagonisti, in questo caso rappresentata dal quasi-padre Sami Kierce (Adeel Akhtar), ex alcolista con qualche problema di salute.

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Un indizio di troppo

Un Inganno Di Troppo Michelle Keegan Joanna Lumley
Un inganno di troppo: una scena della serie

L'aspetto più riuscito di Un inganno di troppo è che non ruscireste mai ad indovinare come tutte queste famiglie apparentemente distanti tra loro si andranno ad unire in un unico gomitolo fatto di rivelazioni scioccanti e colpi di scena ben assestati. La struttura narrativa, grazie all'adattamento a cura di Danny Brocklehurst, mantiene le caratteristiche dei precedenti prodotti a marchio Harlan Coben: continui flashback che via via si fanno più composti e compositi per lo spettatore; spiegazioni snocciolate qui e là come fossimo in un giallo da prima serata sulla BBC; e un montaggio e una regia (a cura di Nimer Rashed e David Moore) che indugiano sui protagonisti e sui loro dilemmi e pensieri man mano che alcuni plot twist si dipanano all'orizzonte.

Un Inganno Di Troppo Michelle Keegan Emmett Jscanlan
Un inganno di troppo: una scena della serie

È soprattutto negli ultimi episodi che la serie si discosta dai precedenti adattamenti targati Netflix e acquista maggiore tensione narrativa e spessore, grazie anche ad alcune tematiche affrontate come quella dei big pharma (già vista in piattaforma in Painkiller o La caduta della casa degli Usher) e del controllo della privacy da parte delle nuove tecnologie. Anche il pretesto con cui inizia la storia - Maya che vede il marito defunto in un video - è perfettamente nelle corde di Coben e aiuta a settare subito il tono della narrazione e il gioco che gli autori intavolano immediatamente con il pubblico. Spettatori che vorrebbero non essere fregati e ancora una volta proveranno a scovare non tanto e non solo la soluzione ma soprattutto le motivazioni dietro l'identità del colpevole. Un inganno di troppo è insomma un giallo che unisce atmosfere thriller e dramma familiare all'elaborazione del lutto e al PTSD con una protagonista convincente e un caso intrigante e appassionante.

Conclusioni

Alla fine della recensione di Un inganno di troppo (Fool Me Once) ci rendiamo conto di aver parlato di molte tematiche (forse un po’ troppe) che la serie vuole affrontare attraverso il giallo che racconta. Big pharma, elaborazione del lutto, disturbo da stress post-traumatico dopo la guerra, controllo della privacy, non manca davvero nulla e c’è anche qualche ridondanza. Grazie ad un cast in parte conosciuto in parte nuovo e ad una scrittura e regia asciutte che vanno dritte al sodo, giocando continuamente con il pubblico, il ritorno su Netflix fa bene ad Harlan Coben.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
4.5/5

Perché ci piace

  • Michelle Keegan e Adeel Akhtar guidano bene la narrazione.
  • Scrittura, regia e montaggio tengono incollato lo spettatore.
  • Le tematiche messe in campo…

Cosa non va

  • …anche se alcune già affrontate sul servizio streaming in tempi recenti.