Un blockbuster d'autore
Uscito tra il 1989 e il '90 Batman rappresenta uno dei primi casi di blockbuster d'autore del cinema recente. Certo, all'epoca Tim Burton era un mezzo sconosciuto che si era fatto notare principalmente con la commedia horror Beetlejuice - Spiritello porcello, ma gli ingredienti della sua poetica cinematografica furono subito messi nel calderone di quello che era da anni inseguito come uno dei progetti più ambiziosi dell'industria hollywoodiana: un film, appunto, sul Cavaliere Oscuro.
Il film inizia quando Bruce Wayne è già adulto e ha già intrapreso la scelta di combattere il crimine vestito da uomo pipistrello. Già questa è una scelta prettamente burtoniana: Bruce Wayne/Batman viene sì presentato come un personaggio diviso tra due animi differenti, ma alla fin fine la sua rappresentazione appare quasi stilizzata rispetto a quello che secondo Burton doveva essere il vero padrone assoluto della scena. Ecco dunque spiegata la scelta di raccontare le origini di Joker, interpretato da un divino Jack Nicholson e di relegare, almeno nel primo tempo, il personaggio titolare a comparsate fugaci in attesa dello scontro frai due, vero fulcro tematico del film.
Sia Batman che Joker sono infatti due personaggi complementari, due esperienze simili che sono maturate in modo opposto. Uno dei cambiamenti radicali rispetto al fumetto, ovvero la rivelazione che a uccidere i genitori di Bruce Wayne sia stato lo stesso Joker da ragazzo, viene poi integrato nella riuscita complessiva per la necessità di un legame che unisca in modo tragico i due destini: Jack Napier ha trasformato un giovane miliardario in un uomo vendicativo e ombroso che anni dopo trasformerà il gangster Jack Napier nel folle Joker.
Il tutto filmato attraverso quella lente dark-gotica (supportata da una magistrale colonna sonora di Danny Elfman) che rende il film pieno di fascino e che avrebbe consentito a Tim Burton di diventare grazie a pochi film uno dei registi più visionari e interessanti della sua generazione.