Ultima notte a Soho, Edgar Wright: “Ho raccontato il lato oscuro di Londra.”

La conferenza di presentazione di Ultima notte a Soho, in cui abbiamo parlato con regista e cast del film presentato fuori concorso a Venezia 78.

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Ultima notte a Soho: un primo piano di una terrorizzata Thomasin McKenzie

Tra i fuori concorso di Venezia 78 uno di quelli più attesi (insieme a Dune, ovviamente) è senza dubbio Ultima notte a Soho, la pellicola di genere thriller diretta da Edgar Wright, con un duo di protagoniste composto da Anya Taylor-Joy e Thomasin McKenzie. La storia, estremamente particolare fin dalle sue premesse, è quella di una studentessa di moda che dalle campagne della Cornovaglia si trasferisce a Londra, lì, però, viene trascinata in una serie di sogni e visioni con al centro una donna vissuta negli anni Sessanta.

Un racconto che ha come protagonista anche la città di Londra, nel presente ma soprattutto nel passato, in quegli anni Sessanta in cui, come sottolinea uno dei personaggi durante il film, vivere lì significava trovarsi al centro del mondo. Una città che esplode di musica, moda e arte, ma che nasconde un lato decisamente più drammatico e oscuro. Edgar Wright, che insieme a gran parte del cast abbiamo incontrato alla conferenza di presentazione del film, ci ha spiegato perchè ha scelto proprio Londra per il suo film: "Amo Londra, ma sono consapevole che è anche un luogo che fa paura. Ho vissuto lì per ben venticinque anni, proprio vicino a Soho dove è ambientato il film. Questa storia è cresciuta in me per un tempo lunghissimo e finalmente sono riuscito a realizzarla."

La musica, le scenografie e i costumi

La musica di quell'epoca è una componente essenziale del film, Edgar Wright ci ha raccontato di essere cresciuto con i dischi dei suoi genitori. L'esperienza sul set, per il cast, non sarebbe potuta essere la stessa senza le canzoni degli anni Sessanta selezionate dal regista, perfette per far entrare i suoi protagonisti nella parte. Anya Taylor-Joy ha commentato che "È stato bellissimo poter recitare con la musica, è stata fondamentale per capire come interpretare la parte."

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Ultima notte a Soho: un primo piano di una terrorizzata Thomasin McKenzie

Ultima notte a Soho è un vero e proprio viaggio nel tempo, reso possibile anche grazie ad alla grandissima cura data a scenografie e costumi. Matt Smith - che come ci fa subito notare di viaggi nel tempo se ne intende, essendo stato Doctor Who - ha sottolineato che sul set era come trovarsi in un'altra epoca, Michael Ajao, che interpreta un compagno di università della protagonista, ha aggiunto: "_Partecipare al film mi ha aiutato a scoprire molto della mia storia e di quella della mia città, ho visto com'era ed è stata un'emozione incredibile."

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Un thriller che sfocia nell'horror

Ultima notte a Soho è stato l'ultimo film a cui una grande attrice come Diane Riggs, scomparsa l'anno passato, ha avuto la possibilità di partecipare. "Diana non è più con noi, fa molto effetto pensare a com'è stato lavorare con lei, mi ritengo incredibilmente fortunato ad averlo potuto fare, lei è stata una professionista incredibile, è stata un esperienza meravigliosa, e la porterò con me per sempre" ha raccontato Edgar Wright.

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Ultima notte a Soho: una scena con Thomasin McKenzie

Difficile ascrivere questo film ad un unico genere, Wright ha però sottolineato che "volevo fare un thriller psicologico, che avesse derive horror, citando i grandi registi del passato ma portando tutto nella mia Londra. C'è meno humor rispetto ad altri miei film, il tema è molto pesante. Volevo fare qualcosa che per me fosse davvero disturbante, sono molto appassionato di cinema di genere e mi piace raccontare qualcosa di importante e profondo attraverso questo tipo di film." "Cosa ci vuole insegnare questa storia? Romanticizzare il passato - risponde il regista - è molto pericoloso, non si devono ricordare solo le cose belle, perché quello che oggi accade di brutto, molto probabilmente accadeva anche allora. Non fermiamoci alle musiche e ai bei vistiti."

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Ultima notte a Soho: Anya Taylor-Joy e Matt Smith sul set con Edgar Wright

Il film risulta particolarmente coinvolgente anche grazie alla profonda alchimia che lega le due protagoniste, Anya Taylor-Joy e Thomasin McKenzie. "Ci siamo sentite come sorelle - ha spiegato infatti Taylor-Joy - ci prendevamo cura l'una dell'altra. È stata la nostra fortuna per questo film."