50 anni fa UFO Robot Goldrake, o dovremmo dire Grendizer, iniziava un cammino di due anni sulla giapponese Fuji TV, un percorso di 74 episodi che Rai 2 ripropone da oggi nella loro completezza, compresi i tre mai trasmessi in precedenza dalla Rai. Un'occasione ghiotta per immergersi nuovamente nel mondo del super robot creato da Go Nagai in una versione rimasterizzata che preserva però i titoli italiani dell'epoca e l'iconica sigla firmata da Vince Tempera e Massimo Luca con i testi di Luigi Albertelli, ancor più sentita, probabilmente, dopo che il remake Goldrake U ha attirato l'attenzione e fatto discutere all'inizio di quest'anno.

Ma è l'occasione per noi per tornare su un argomento a cui chi scrive tiene particolarmente, perché è parte di quella generazione che ha assistito all'arrivo di Goldrake che ha dato il via all'invasione di altri super robot e degli anime in generale, finendone inevitabilmente segnata e in qualche modo definita.
Si scrive Goldrake, va letto Grendizer: l'anime di Go Nagai
Prima però qualche doveroso cenno sull'anime di Go Nagai, per dare quel minimo di contesto al discorso. Pur apripista nei nostri cuori e nella nostra cultura, UFO Robot Goldrake non è il primo anime creato dalla fantasia di Go Nagai né tantomeno il primo anime robotico. Limitandosi soltanto al suo autore, è terzo di una ideale trilogia che inizia con Mazinga Z e prosegue con Il grande Mazinga che noi italiani guardammo successivamente, prestando il fianco alle incongruenze e la confusione che per tanti ancora permane. Un esempio su tutti il personaggio di Koji Kabuto, all'epoca rinominato Alcor nel doppiaggio italiano originale, che in Goldrake è un comprimario e pilota del TFO ma altri non è che il pilota di Mazinga Z.

Così come il nome italiano del robot protagonista, Goldrake, che abbiamo ereditato dalla Francia che ci ha anticipati nel portare in occidente questo tipo di anime che avrebbe segnato l'immaginario popolare di quegli anni, di quel periodo iniziato alla fine degli anni '70 e ha plasmato gusti e abitudini degli spettatori, partendo dalla televisione e scivolando pian piano in tutto il contesto culturale del nostro paese.
C'è un prima e dopo Goldrake
C'è infatti un prima e dopo Goldrake, almeno per quello che è l'immaginario culturale italiano, in primis, e occidentale. Se è cruciale la data di oggi, 5 ottobre, perché segna il debutto originale dell'anime, lo è ugualmente un'altra data che rappresenta una pietra miliare culturale e televisiva del nostro paese: 4 aprile 1978. Quello il giorno in cui Maria Giovanna Elmi annunciava il debutto di questo nuovo cartone animato sull'allora Rete 2; quella la prima volta che il giovane pubblico della nostra acerba tv entrava in contatto con un'animazione differente da quella a cui era stata abituata, fatta di Classici Disney da guardare al cinema, dei Looney Tunes o al più dei supereroi e delle altre produzioni che poteva fruire tramite GULP! I Fumetti in TV e Super Gulp.

In quell'aprile 1978 era da poco arrivata Heidi, negli anni passati avevamo già accolto alcuni interessanti lungometraggi e serie come Vicky il Vichingo o Barbapapà, ma si tratta di storia e toni non troppo distanti da quelli a cui il giovane pubblico dei cartoni animati era abituato. Solo con UFO Robot Goldrake debuttava un tipo di storie animate di natura diversa, aprendo le porte a quel che sarebbe seguito anche e soprattutto grazie alle televisioni private. Quel 4 aprile 1978 è nata una nuova generazione di spettatori, quella che è tornata a guardare Goldrake U restandone inevitabilmente delusa e scottata.
Una generazione nel segno di Goldrake
Immaginate la scena. Un placido pomeriggio italiano, un bambino seduto a terra davanti alla tv in attesa dei cartoni animati, l'annuncio di una novità e poi le note che ben conosciamo della sigla di Goldrake ad accompagnare immagini di un robot impegnato in combattimento contro dei mostri come nemici, un disco volante ad accompagnarlo, un pilota dai capelli lunghi che si trasformava indossando in volo indossando una tuta per prenderne il controllo. Qualcosa che fino a quel momento, in tv in Italia, non si era visto. Qualcosa che prendeva a schiaffi le abitudini di visione di piccoli spettatori abituati a look carini e rassicuranti. Qualcosa che apriva gli occhi e le menti, a dispetto dei tanti detrattori che ne accusavano la pericolosità e diseducazione.

Quello dell'aprile 1978 non era un debutto televisivo, ma un rivoluzione. Non era l'arrivo di un nuovo personaggio da seguire, ma di un'icona destinata a cambiare radicalmente il modo in cui approcciarsi a tutto quello che sarebbe seguito. Un fenomeno di costume amplificato, almeno per il nostro paese e le sue abitudini relative ad adattamenti e doppiaggi, dalla popolarità ottenuta anche dalle canzoni scritte per essere sigle degli anime, che ancora oggi tengono banco e rappresentano momenti imperdibili e irrinunciabili per eventi come Lucca Comics & Games o il Comicon di Napoli. Ai giovani che guarderanno oggi Goldrake su Rai 2, che sono abituati a ben altro e che cercano tutt'altra qualità di storie e animazioni, non possiamo che chiedere scusa per aver creato un fenomeno che forse riguarda solo noi. Ma ci sentivamo in dovere di spendere qualche parola per cercare almeno di spiegare cosa accadde quel gioco, qualcosa di irripetibile che non possiamo smettere di amare.