Nonostante la presenza in cabina di regia di Michael Bay, che per sua stessa ammissione non ha mai particolarmente amato il franchise originale, la saga cinematografica di Transformers ha sempre avuto un occhio di riguardo per i fan, principalmente a livello di scrittura con vari ammiccamenti ad opera di sceneggiatori come Ehren Kruger (lui sì appassionato della prima ora) e tramite alcune scelte di casting, principalmente quella di Peter Cullen per la voce inglese di Optimus Prime, personaggio a cui è legato dal 1984. Transformers - L'ultimo cavaliere, che dovrebbe essere l'addio di Bay al franchise (e il regista lo lascia intendere radendo al suolo alcune location degli episodi precedenti), non fa eccezione, a cominciare dal ritorno, sempre nella versione originale, di Frank Welker come doppiatore di Megatron. Passiamo in rassegna i dettagli nascosti più significativi.
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1. Da un franchise all'altro
Quando Sir Edmund Burton (Anthony Hopkins) spiega la storia del rapporto tra i Transformers e la razza umana, Cade Yeager (Mark Wahlberg) interviene per convincere la scettica Vivian Wembley (Laura Haddock), citando Arthur C. Clarke: "Ogni forma di tecnologia sufficientemente avanzata è indistinguibile dalla magia." Una frase con cui Hopkins dovrebbe avere una certa familiarità sullo schermo, poiché è stata usata anche per spiegare la natura "divina" di Asgard in Thor, dove l'attore gallese interpreta Odino. Guarda caso, il film di Kenneth Branagh è stato prodotto dalla Marvel, che negli anni Ottanta era la casa editrice dei fumetti dei Transformers, e distribuito dalla Paramount, che detiene i diritti cinematografici di Optimus Prime e compagnia bella.
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2. Downton Autobot
Chi vede il film in inglese riuscirà forse a riconoscere la voce di Cogman, il maggiordomo robotico e sociopatico di Burton, che in certi momenti si lamenta della propria condizione servile. Trattasi di Jim Carter, scritturato ufficiosamente già durante la stesura del copione per via della sua performance nella popolare serie Downton Abbey, dove interpreta Mr. Carson. Sempre in originale c'è un altro inside joke che va parzialmente perso nel doppiaggio internazionale: Hot Rod, un altro alleato di Burton, parla con l'accento francese pur non essendo di origine transalpina (nelle varie serie televisive è tendenzialmente americano come la maggior parte dei suoi simili), ma in inglese è interpretato da un vero attore gallico, ossia Omar Sy.
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3. A volte ritornano
Nel prologo arturiano (che si ricollega in parte ad un episodio della serie televisiva originale dove però c'erano di mezzo i viaggi nel tempo) il celebre sovrano britannico ha le fattezze di Liam Garrigan, un attore che con quel ruolo ha una certa dimestichezza avendolo già interpretato in una dozzina di episodi di C'era una volta. Merlino ha invece il volto di Stanley Tucci, che nel precedente Transformers 4: L'era dell'estinzione era lo scienziato Joshua Joyce. E se anche lui fosse un discendente del celebre mago, come spiegato nel film?
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4. Inversione di ruoli
La perfida Quintessa (nome che nella serie animata era riferito al pianeta natale dei creatori dei Transformers), creatura robotica capace anche di assumere sembianze umane come visto nella sequenza mid-credits, è interpretata dall'attrice Gemma Chan, già abituata a personaggi artificiali in quanto una delle protagoniste della serie Humans, in onda su Channel 4 dal 2015. Nello specifico, il suo personaggio è un essere sintetico riprogrammato con una nuova identità, esattamente la stessa cosa che Quintessa fa ne L'ultimo cavaliere quando trasforma Optimus in Nemesis Prime.
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5. Di nuovo insieme
Anche in questo caso il doppiaggio fa un po' di danni, poiché impedisce di apprezzare pienamente una piccola reunion del cast de Il grande Lebowski: l'Autobot Hound, sovrappeso e guerrafondaio, ha la voce di John Goodman, mentre l'infido contrabbandiere Daytrader è Steve Buscemi. È presente nel cast anche John Turturro, che però non condivide nessuna scena con gli altri due. A questo punto manca all'appello solo Jeff Bridges. Il sostituto di Bay per il sesto film farà caso al completamento di questo piccolo omaggio coeniano?
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