Torino 2010, giorno 6: Festa dei lavoratori

Nel giorno che precede l'auspicato arrivo dell'amministratore delegato di Fiat ironicamente invitato alla proiezione di Ridotte Capacità Lavorative, il concorso celebra i minatori francesi di Jéremy Gravayat e i fotografi sudafricani che raccontarono la fine dell'Apartheid; spazio anche al nuovo lavoro di Peter Mullan e al documentario Napoli 24.

Giro di boa per il 28.Torino Film Festival che nel sesto giorno propone numerosi film accomunati dal tema del lavoro. E' così per l'opera in concorso Les hommes debout, del francese Jérémy Gravayat che racconta attraverso le memorie del lavoratori emigranti il passaggio dalle miniere algerine d'inizio secolo alle fabbriche lionesi degli anni '70. La storia con la "S" maiuscola fa capolino anche nel secondo film in concorso di oggi, The Bang Bang Club di Steven Silver. E' la vera storia di quattro fotografi (il Bang Bang club, appunto) che attraverso i loro scatti hanno raccontato gli ultimi giorni dell'Apartheid. Protagonista Ryan Phillippe, già visto in Flags of our fathers. (Leggi la recensione del film) Chiudiamo il trittico di lungometraggi in lizza per la vittoria finale con Small Town Murder Songs del canadese Ed Gass-Donnelly, moderna favola gotica, ambientata in una comunità mennonita dell'Ontario, sconvolta dall'omicidio di una ragazza. A far luce su questo drammatico caso sarà un poliziotto che nasconde un passato violento. Nel cast Peter Stormare e Jill Hennessy.

Seguendo un ideale filo rosso dedicato al mondo del lavoro, arriviamo al programma delle opere fuori concorso con ¿Requiem for Detroit? di Julien Temple. Celebrato regista di video rock e grande documentarista, l'autore britannico, già vincitore del Premio Cult lo scorso anno, torna a Torino con un film che racconta ascesa e declino della città dell'automobile americana. E a proposito di lotte per difendere la dignità di operai, un posto speciale in prima fila è stato riservato all'amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, invitato d'onore alla proiezione che avrà luogo domani 2 dicembre alle ore 20:15 al Cinema Massimo di Torino del film Ridotte Capacità Lavorative, il documentario di Massimiliano Carboni presentato fuori concorso e dedicato ai lavoratori dello stabilimento Fiat di Pomigliano D'arco. Difficile che il dirigente accetti il pur suadente invito di Paolo Rossi, che nel film dà il suo significativo contributo umoristico inaugurando la stagione del "surrealismo sociale".

Di impatto decisamente diverso Homme au bain di Christophe Honoré, drammatico racconto della fine di un amore interpretato dalla star del porno gay François Sagat, presente nel capoluogo piemontese con un altro film che farà discutere, L.A. Zombie, manifesto del New Queer, diretto da Bruce La Bruce (bandito da diversi festival mondiali per oscenità e incitamento alla necrofilia). Il fuori concorso si arricchisce anche con il nuovo lavoro di Peter Mullan, Neds. Il regista scozzese, Leone d'Oro nel 2002 per Magdalene, racconta la difficile vita di un ragazzino della Glasgow degli anni '70 che diventa un "ned" (non educated delinquent), per omologarsi ad una società che non comprende le sue grandi qualità. (Leggi la recensione del film)
Dalla Scozia al Giappone della guerra sino-nipponica il passo è relativamente breve e si compie grazie a Caterpillar di Koji Wakamatsu (presente al TFF del 2008 con United Red Army), incentrato sulla figura del tenente Kurokawa, un militare che torna da eroe nel suo villaggio, dopo aver perso tutti e quattro gli arti; l'uomo, preda dei sensi di colpa per le orrende violenze perpetrate durante il conflitto in Cina, finisce per impazzire, mentre sua moglie cerca di ribaltare un rapporto dominato dalla sopraffazione. (Leggi la recensione del film)
Discorso a parte merita l'atteso Napoli 24, documentario collettivo in cui 24 giovani autori della scena cinematografica partenopea raccontano il capoluogo campano in micro film da tre minuti ciascuno, montati magistralmente da Giogiò Franchini come se fossero un unico grande lungometraggio. Paolo Sorrentino chiude idealmente la staffetta, a cui hanno preso parte anche Pietro Marcello (vincitore del TFF dello scorso anno con La bocca del lupo) e Andrej Longo, Giovanni Cioni, Bruno Oliviero, Gianluca Jodice, Diego Liguori, Roberta Serretiello, Luca Martusciello, Nicolangelo Gelormini, Guido Lombardi, Mariano Lamberti, Stefano e Mario F. Martone, Fabio Mollo, Mario Spada, Andrea Canova, Lorenzo Cioffi, Corrado Costetti, Massimiliano Pacifico, Marcello Sannino, Federico Mazzi, Vincenzo Cavallo, Gianluca Loffredo, Daria D'Antonio, infine Ugo Capolupo. (Leggi la recensione del film)
Tra i momenti più toccanti di oggi, inseriamo l'omaggio all'attore-regista Corso Salani, scomparso qualche mese fa, con la presentazione di sette cortometraggi realizzati appositamente per il TFF da filmmaker e critici che sono stati particolarmente vicini all'attore-regista fiorentino. Non poteva mancare, poi, la proiezione del film I compagni, una celebrazione ad hoc che il TFF fa ad un grande come Mario Monicelli. La pellicola, che si è aggiudicata la nomination all'Oscar per la miglior sceneggiatura originale, firmata da Age e Scarpelli, racconta delle lotte operaie nella Torino di fine Ottocento, con un Marcello Mastroianni perfetto nei panni del sindacalista, il prof. Sinigaglia.
A proposito di celebrazioni, segnaliamo la consegna del premio Gran Premio Torino a John Boorman. Istituito nel 2009, il riconoscimento viene assegnato ogni anno ai cineasti che hanno contribuito al rinnovamento del linguaggio cinematografico e alla creazione di nuovi modelli estetici. Il regista inglese avrà l'occasione di presenziare alla proiezione del suo capolavoro, Un tranquillo week-end di paura, caposaldo del 1972 interpretato da Burt Reynolds e Jon Voight; un dramma che fece discutere moltissimo per la forza di alcune sequenze (il celebre dueling banjos e lo stupro ai danni del personaggio interpretato da Ned Beatty) e che ancora oggi rappresenta un mirabile esempio di quel grande periodo di sperimentazione e innovazione che è stato il cinema americano degli anni '70
Dopo la dichiarazione d'amore di Saverio Costanzo nei confronti del cinema di Luis Buñuel, uno dei pochi autori, a detta di Costanzo, in grado di mantenere intatto il mistero delle immagini, proseguono gli incontri della sezione Figli e amanti che oggi vede di scena Carlo Mazzacurati. Al regista padovano il compito di presentare Il lungo addio di Robert Altman, un classico del noir tratto dal romanzo di Raymond Chandler, con uno straordinario Elliot Gould nei panni dell'investigatore privato Philip Marlowe.

Chiudiamo parlando ancora di documentari ed in particolare della sezione Italiana.Doc che vede in concorso I racconti della Drina di Andrea Foschi e Marco Neri, opera che rilegge il dramma del conflitto bosniaco attraverso la testimonianza di tre donne, tre testimoni che hanno il gravoso compito di ricostruire quello che gli uomini, vittime del proprio egoismo e della propria violenza, hanno distrutto.