This is not how our story ends
È con l'inevitabile magone di dire addio a un'altra famiglia televisiva - in questo caso, "letteralmente" - che ci apprestiamo a scrivere la nostra recensione di This Is Us 6, la sesta ed ultima stagione del family drama che gioca col tempo dal 2 maggio su Fox Italia con doppio episodio settimanale.
L'inizio della fine
Sei stagioni e non sentirle. È così che si potrebbe riassumere l'incredibile percorso narrativo fatto da This Is Us in questi sei anni - nella storia, molti di più - grazie al lavoro di Dan Fogelman e del suo team. È stato inusuale e coraggioso da parte sua infatti tenersi per il finale della penultima stagione - e sapendo già che la sesta sarebbe stata l'ultima, come nei suoi piani iniziali - un colpo di scena così enorme e potente: non è Kevin a sposarsi ma a essere lasciato all'altare, è Kate qualche anno avanti a diventare la moglie di Philip, il suo odiato collega alla scuola per sordi.
Ripartiamo da lì e dal compleanno dei Big Three, come da tradizione, e tutti devono fare il bilancio della propria vita a quarant'anni e imparare a fare scelte diverse, proprio come nell'incipit che diede il via al tutto: Kevin (Justin Hartley) deve trovare una stabilità con Madison (Caitlin Thompson) e i gemelli, ora che non stanno più insieme, e sul lavoro deve fare una scelta che mai si sarebbe aspettato; Kate (Chrissy Metz) e Toby (Chris Sullivan) devono affrontare la crisi profonda de loro matrimonio e Randall (Sterling K. Brown) e Beth (Susan Kelechi Watsonn) la crescita delle loro figlie, l'ambizione e i sogni di entrambi. Uno dei migliori episodi di questa stagione è proprio quello dedicato a Beth, per chiudere la sua storyline e per ricordarci quanto come personaggio, la sua storia familiare e la sua passione per la danza, abbiano arricchito non solo Randall ma l'intero show.
Nessuno viene lasciato indietro
Fogelman & soci non si dimenticano di nessuno, equilibrando tutti gli spazi narrativi e tutte le epoche. Ed e per questo che sarà doloroso dire addio ai tre Big Three post-adolescenti forse ancor più ai loro corrispettivi adulti (la trilogia episodica finale dedicata ai fratelli Pearson è forse tra le più belle delle varie stagioni). Così come il tradizionale episodio del Ringraziamento, sede di liti e colpi di scena familiari. Questa stagione dopo averci raccontato ogni possibile sfaccettatura di una delle coppie televisive d'oro di sempre, Jack (Milo Ventimiglia) e Rebecca (Mandy Moore), dà spazio finalmente all'altra coppia veterana, ricordandoci che pur essendo nato dopo un lutto non è meno meritevole di attenzione e affetto l'amore fra lei e Miguel (Jon Huertas). Ed è proprio Mandy Moore a sbaragliare tutti in quest'ultimo giro di boa, non solo perché si ritrova a interpretare una Rebecca vista poco o niente, ovvero quella a 70 anni la cui malattia oramai corre inesorabile, grazie anche ad un trucco realistico e mai posticcio. Ci regala così tante sfaccettature del suo personaggio che già molti stanno chiedendo a gran voce - a ragione - che venga nominata agli Emmy (lo è stata solo una volta per il suo lavoro nello show, senza vincerlo).
Ricordi e seconde opportunità
La malattia della memoria è proprio una delle tematiche di questa stagione, vista nei suoi stadi principali, repentini e finali: quanto sono importanti i ricordi in una famiglia, soprattutto per chi è più avanti con l'età? Per come ci permettono di catturare e tenere con noi per sempre un sentimento, un'emozione, una sensazione, quanto sono preziosi e da preservare come un prezioso tesoro nascosto. L'altro tema portante della stagione sono sicuramente le seconde occasioni e opportunità, tanto amorose quanto lavorative: non solo quelle di Kevin e Madison, Kate e Toby, ma anche quelle di Rebecca e Miguel appunto. Fogelman gioca ancora di più col tempo in quest'ultima stagione, andando piano nei primi episodi per poi premere sull'acceleratore per coprire più anni di storia, ma senza risultare mai raffazzonato, anzi regalandoci un episodio da Emmy per il centesimo, che sarà anche quello del fantomatico matrimonio del finale della quinta stagione, ma in realtà conterrà molto molto molto di più al suo interno. Gli interpreti consolidano le caratteristiche che hanno contraddistinto i personaggi, in particolare i Big Three e ciò che gli ha lasciato in eredità la morte prematura di Jack: l'eccessivo rimuginare sulle cose di Randall, l'immotivato ottimismo e pragmatismo di Kate e la ricerca dell'anima gemella di Kevin.
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Presente, passato, futuro dei Pearson
Non si dimentica nemmeno del futuro lo showrunner ed eccoci quindi a ripescare gli adulti come Jack (Blake Stadnik) e Deja (La Trice Harper). Il casting di questa serie si dimostra ancora una volta qualcosa di impeccabile e mai visto prima in una produzione tv: la conferma arriva quando vediamo per pochissimo un Jack Damon bambino e ci convince sia fisicamente che nelle espressioni, così come il piccolo Jack dalla parlantina spigliata che avremo modo di conoscere. O ancora non dovremmo sorprenderci di come Philip (Chris Geere) riesca a inserirsi nel racconto senza risultare per nulla un intruso. Avranno modo di tornare davvero tutti in quest'ultimo ciclo, a testimonianza dell'amore e dell'affetto che corrono sul set tanto quanto davanti la macchina da presa: si sono trasformati in una famiglia, più e meglio di altri serial, e non li dimenticheremo mai (anche) per questo. Il sottile e delicato equilibrio fra dramma e commedia continua a tenere testa insieme a una regia e ad una fotografia che giocano coi dettagli e i volti dei protagonisti, con le luci e le musiche dolci. Proprio come dirà Kate a Toby: "Non è così che la nostra storia finisce". Non solo perché i Pearson resteranno sempre nel cuore degli spettatori anche molti anni dopo la visione, ma perché sarà solamente l'inizio di molte molte molte altre storie (e ci auguriamo nessuno spin-off).
Conclusioni
È lo stesso mix di dramma, commedia, risate, lacrime che ci ha accompagnato durante questa recensione di This Is Us 6, che quello provato durante la visione degli ultimi episodi. Dopo un coraggioso colpo di scena, Dan Fogelman ha abbracciato l’ultimo capitolo di questa storia familiare attraverso il tempo e ha dato un epilogo a tutti i personaggi, presenti passati e futuri, non dimenticandosi davvero di nessuno e lasciandoci un dono prezioso, quello dei ricordi e delle seconde chance, con questa sesta ed ultima stagione.
Perché ci piace
- La scrittura sopraffina di Dan Fogelman e il suo chiudere esattamente come avrebbe voluto nei piani iniziali.
- Il non dimenticarsi di nessun personaggio regalandoci degli episodi davvero da Emmy.
- Le interpretazioni degli attori, in particolare quella di Mandy Moore che compie un viaggio stratosferico negli anni insieme alla sua Rebecca.
- Le tematiche affrontate come la memoria familiare e le seconde occasioni.
Cosa non va
- Che finisce, anche se finire “On a high note” non poteva che essere il regalo migliore per i fan.