Alex (Jonathan Tufvesson), tecnico del suono, è sul set di un documentario. Durante le riprese si accorge di aver registrato dei suoni strani: analizzandoli meglio si rende conto che sono delle voci. Il problema è che non appartengono alle altre persone presenti: sono voci che vengono dal passato. È in sala They Talk, quarto film di Giorgio Bruno, il suo terzo horror, genere con cui si sente più a proprio agio.
Ambientato in America del Nord, They Talk in realtà è stato girato in Calabria, più precisamente in Sila. Nel cast c'è anche Rocío Muñoz Morales, che ha già lavorato in passato con il regista e qui ha il ruolo di Amanda, donna che ha perso qualcuno di importante e aiuta il protagonista a scoprire la verità.
Abbiamo incontrato Giorgio Bruno e Rocío Muñoz Morales a Riccione, durante la decima edizione di Ciné - Giornate estive di Cinema, dove ci hanno raccontato com'è stato girare con la neve che arrivava alle ginocchia, in un posto dove i cellulari non prendevano.
La video intervista video a Rocío Muñoz Morales e Giorgio Bruno
They Talk: Location e suoni per creare un horror all'americana
They Talk e la trasformazione di Rocío Muñoz Morales
Ti sei un po' trasformata per il ruolo: ti è piaciuto interpretare una donna inquietante come Amanda?
Rocío Muñoz Morales: La colpa è tutta di Giorgio Bruno: è stato lui a volermi incontrare e pensare che potessi interpretare Amanda. Mi ha mandato la sceneggiatura e mi ha coinvolto con la sua passione per il genere. Ammetto che per me è stato molto divertente e anche emozionante poter viaggiare attraverso una donna completamente diversa da me. Ho lavorato molto su di lei: è una donna con un passato forte e un presente molto difficile. Ho lavorato sull'animo di questa donna che aspetta un bambino ma il padre di quel bambino è appena morto.
They Talk: la Sila come l'America
Avete girato in Sila, però il film è ambientato in America: perché?
Giorgio Bruno: Nella prima stesura della sceneggiatura si parlava di una strega, poi questa idea ha lasciato spazio alla possibilità che fosse un demone. Abbiamo ambientato il film in America perché ho sempre creduto che quell'ambientazione fosse più giusta. Come succedeva negli horror italiani di 40 anni fa: si tendeva sempre ad ambientarli in America perché, nell'immaginario collettivo, ci credi di più secondo me. All'inizio abbiamo pensato di ambientare il film in Italia, ma mentre leggevo la sceneggiatura non ci credevo. Pensavo che un'ambientazione in Nord America sarebbe stata più d'impatto. E abbiamo trovato la location perfetta in Sila, in Calabria. Abbiamo trovato delle location pazzesche.
È stato difficile girare in quei boschi?
Rocío Muñoz Morales: Abbiamo dormito in un posto allucinante, di una bellezza naturale incredibile ma davvero inquietante. Non c'era niente, non prendevano i telefoni. Abbiamo iniziato il film che non c'era la neve e dopo due settimane ci arrivava fino al ginocchio!
18 migliori film horror recenti da vedere
Giorgio Bruno: Siamo andati lì proprio perché dovevamo girare con la neve, ma per le prime due settimane niente. Siamo stati lì cinque settimane e ci siamo ritrovati a dover rigirare delle scene perché erano troppo diverse tra loro. Il posto è pazzesco, non pensavo davvero che potesse esistere qualcosa di simile. Abbiamo girato in un piccolo borgo che si chiama Silvana Mansio dove ci sono delle strutture proprio americane. Il lavoro di scenografia è stato semplice: abbiamo dovuto ricostruire più gli interni che gli esterni, perché erano case americane liberty tipiche. Abbiamo trovato anche La Colonia Silana: sembra uscita da un film di Guillermo Del Toro!