Mentre la serie madre si avvia alla sua conclusione, con l'annuncio di un'ultima lunga stagione per il prossimo anno, un altro spin-off di The Walking Dead prende il via su AMC, in America, e su Amazon Prime Video qui in Italia, seguendo una pubblicazione settimanale per assecondare la trasmissione originale. Si tratta di The Walking Dead: World Beyond, ambientata dieci anni dopo l'inizio dell'apocalisse zombie e incentrata su un cast almeno in parte più giovane. Ne abbiamo parlato con Nico Tortorella e Annet Mahendru, interpreti rispettivamente di Felix e Huck, due figure che per i ragazzi della serie rappresentano punti di riferimento.
Le caratteristiche di World Beyond
Qual è la caratteristica principale dei vostri personaggi?
Annet Mahendru: La freddezza. Ha un'attitudine incredibile nonostante il mondo in cui si trovano. È molto motivata, ma non forza nessuno a seguire quello in cui crede. Proprio questa sua freddezza mi ha aiutato molto, mi ha fatto capire che lo stress è il killer definitivo e se riusciamo a capirlo non possiamo che guadagnarne. È la definizione del cool.
Nico Tortorella: Felix è leale al punto da esserne danneggiato. Più di ogni altra cosa, è un protettore, protegge lo spazio che lo circonda e le persone che sono vicine a lui. In realtà si occupa più di chi gli sta accanto che di se stesso e talvolta questo lo mette nei guai. È una figura paterna, un protettore leale.
Cosa rende questa serie diversa dal The Walking Dead originale?
Nico Tortorella: Prima di tutto segue una generazione di personaggi più giovani. Vediamo il mondo attraverso occhi più giovani, più carichi di immaginazione e più ingenui. La vita non ha ancora segnato questa parte importante del nostro cast e possiamo vivere questa vita in modi diversi da quanto accade nelle altre serie del franchise.
Annet Mahendru: Sì, è così, e poi tutto è così intenso ed epico. I ragazzi sono molto segnati da quel che accade e lo si percepisce in World Beyond. Sono vulnerabili ma la speranza è che riescano ad affrontare tutto con la giusta leggerezza, altrimenti finirebbero su una via distruttiva per proteggersi e superare le avversità. Io e Felix, il personaggio di Nico, siamo lì per proteggerli ed aiutarli a fare le scelte giuste e superare queste difficoltà.
The Walking Dead ha tanti aspetti diversi, ma qual è stata per voi la sfida più grande, fisica o mentale?
Nico Tortorella: Direi che la componente fisica è molto più consistente di quella emotiva. Sono una persona molto emotiva e riesco ad attingere a quel che provo molto facilmente. Lo faccio quotidianamente. Il combattimento in The Walking Dead, invece, è qualcosa di complesso, è come una danza con una coreografia. Sono ore e ore di intensa attività fisica, in cui non devi solo aver consapevolezza del tuo corpo e dei tuoi movimenti, ma devi coordinarti con qualcun altro e un solo movimento sbagliato può essere un danno e un pericolo. C'è molta responsabilità e come attore è sicuramente l'aspetto più difficile. Ma va detto che è anche molto appagante.
Annet Mahendru: Lavorare con un cast così ampio è un'esperienza nuova per me e colpisce come ci si trovi in una grande serie, con un gran cast, ma si riesca a ottenere anche intimità allo stesso tempo. C'è tanto impegno sul set, hai la camera a stretta distanza che ti entra nell'anima, ed è stato un passaggio molto drastico per me nel vivere questo mondo con queste persone, proteggendosi a vicenda e agitando armi. Si è insieme, da ogni punto di vista, ma allo stesso tempo si è soli perché tutto è pericoloso e chiunque può morire con uno schiocco di dita. È qualcosa che ti fa sentire vivo, perché si tratta di sopravvivenza in un modo nuovo, grato di sopravvivere, con i sensi sempre all'erta. È il modo in cui si vive in The Walking Dead.
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Nel nome di The Walking Dead
Avete visto tutti gli episodi delle serie precedenti prima di questo ruolo?
Annet Mahendru: Ero troppo spaventata per guardarle! Ne ho visto un po', qua e là, perché era una delle serie che c'erano mentre crescevo e più tempo passa più mi spaventa e segna in profondità, quindi diciamo che ho evitato per tenermi al sicuro e la cosa ironica è che ora che ci sono dentro interpreto la tizia più cazzuta che abbia mai incontrato nella mia vita e l'adoro.
Nico Tortorella: Ho guardato la prima serie in modo religioso. Ho fatto il provino per Fear, non ho avuto la parte e non l'ho guardata, poi quando ho preso questo lavoro sono tornato indietro e ho recuperato tutto quello che ho potuto. Ma credo sia importante che i nostri personaggi non sappiano che cosa stia accadendo nelle altre serie del franchise, quindi non credo sia necessario essere esperti delle altre serie.
Avete un personaggio preferito nella serie originale? Qualcuno che vi ha ispirati per questo ruolo?
Nico Tortorella: Credo che la mia risposta sia un cliché, ma il modo in cui Andrew Lincoln è stato capace di prendere il personaggio di Rick Grimes e renderlo quel che è dentro e fuori lo schermo è qualcosa che da attore sogno di poter fare. Ruolo iconico, attore iconico. Il mio preferito a mani basse.
Annet Mahendru: Mi è sempre piaciuto il personaggio di Shane, che metteva in piedi un contrasto con Rick all'avvio della serie. Freddo e imprevedibile. Mi piacciono le sensazioni che trasmetteva, un ben personaggio e un essere umano autentico.
Il mondo oltre la serie
Entrambi venite da serie popolari, come The Americans e Younger, ma ora entrate in un universo altrettanto iconico. Come è stato il passaggio?
Annet Mahendru: Questo è il ruolo che mi ha aperto le porte in America e tutti sanno che parlo inglese ora. Il set di The Walking Dead è molto diverso, si vede passione e interesse, tutti sono molto legati all'universo del franchise ed è incredibile. Quando arrivi sul set ti immergi in un mondo autentico al duecento per cento e sembra di entrare in una realtà parallela da cui nulla ti fa uscire. Tutti danno il massimo per renderla quel che è.
Nico Tortorella: Younger è una serie da mezz'ora, e in quel mondo c'è una versione annacquata di me, mentre nel mondo post apocalittico di The Walking Dead sono un eroe che uccide zombie tutti i giorni. È sicuramente una transizione drastica! Mi ha fatto capire cosa voglia dire impegnarsi non solo mentalmente ma anche fisicamente. Anche solo le parti di combattimento richiedono molto lavoro e tutto è molto intenso. Se Younger è il lavoro più facile che mi è capitato di fare, The Walking Dead è il più difficile. Grazie a Dio esistono entrambi!
Secondo voi perché siamo così attratti dagli zombie come espediente narrativo?
Nico Tortorella: Credo che l'idea della vita appaia molto fragile ora in tutto in mondo. Tutti ci siamo trovati faccia a faccia con la morte in questa situazione globale e gli zombie parlano di questo in un modo che è sì intrattenimento, ma con una consapevolezza sociale e politica. Non credo ci sia stato un periodo più adatto di questo per raccontare questa storia ed espandere l'universo di The Walking Dead. Ci ricorda che siamo vivi.
Annet Mahendru: Gli esseri umani sono capaci di tutto e dentro ognuno di noi può esserci un mostro così come un angelo. Quando guardi qualcuno con questa consapevolezza, non puoi sapere cosa nasconda nel suo animo, ma pensare a queste possibilità ci rende più consci delle nostre responsabilità in questo mondo.
Da The Walking Dead a iZombie, tutti i morti viventi della TV
Se ci fosse un'apocalisse zombie nel mondo reale, quanto riuscireste a sopravvivere?
Nico Tortorella: Oh io resisterei molto a lungo! Siamo onesti, non siamo in una specie di apocalisse proprio ora? E siamo qui a chiacchierare, tecnicamente siamo dei sopravvissuti. Ottimo lavoro, ragazzi!