The Umbrella Academy 2, come la prima stagione della serie, si è riconfermato uno dei migliori adattamenti di fumetti di supereroi degli ultimi anni, con quel suo mix eclettico di pathos, azione, humour, musica e follia che rendono ognuno dei dieci episodi un'esperienza divertente e imprevedibile. Fino ad arrivare a un finale davvero sorprendente, soprattutto per chi ha letto il fumetto originale (da cui, per ripetuta dichiarazione dello showrunner Steve Blackman, lo show disponibile su Netflix devia solo quando strettamente necessario), che rimescola tutte le carte e promette una terza annata ancora più strana e spassosa (nella nostra intervista esclusiva, Blackman ha detto "Non posso dirti esattamente dove intendo andare a parare, ma i fan non saranno delusi"), dove presumibilmente si analizzeranno nel dettaglio tutte le conseguenze inattese dei viaggi nel tempo. Nell'attesa, ecco le nostre riflessioni su come si è conclusa la seconda stagione, parlando nello specifico degli ultimi due episodi. Ovviamente, l'articolo contiene spoiler.
Questo omicidio non s'ha da fare!
Il viaggio nel tempo è un elemento comune nella fantascienza in generale e nelle storie di supereroi in particolare: per quanto concerne quest'ultimo elemento, l'abbiamo visto nei film e nelle serie degli Avengers, degli X-Men, di Flash, ed era una componente fondamentale di Heroes e Misfits (con cui The Umbrella Academy condivide l'attore Robert Sheehan), senza dimenticare prodotti di science fiction meno specifici come Lost o quel caposaldo sempiterno che è Doctor Who (anche se nel suo caso è più o meno legittimo considerarlo un supereroe). "È una fantasia comune", ci ha detto Blackman, e la seconda stagione prende alla lettera tale convinzione, poiché lo spunto di partenza è una cosa che tutti abbiamo immaginato almeno una volta nella vita: cosa sarebbe successo se John F. Kennedy non fosse stato ucciso? Non a caso, un certo Stephen King ha affrontato la questione in uno dei suo romanzi, portato sul piccolo schermo nella forma della miniserie 22.11.63, e c'è una parziale sovrapposizione tra la sua idea e quella della serie Netflix nel momento in cui i protagonisti si rendono conto che sventare l'assassinio presidenziale avrà effetti letteralmente apocalittici.
In entrambi i casi c'è anche la nozione di individui che sorvegliano la linea temporale per evitare paradossi e quant'altro, e nel caso dell'Umbrella Academy si tratta di una vera e propria Commissione, di cui Five ha fatto parte prima di decidere di averne avuto abbastanza dei loro metodi. Metodi senz'altro estremi, ma al netto di alcuni membri specifici è difficile pensare che si tratti di veri antagonisti, conclusione a cui giunge lo stesso Five nel finale di stagione quando scopre chi sarà il direttore ad interim dopo che lui ha ucciso tutti i pezzi grossi dell'organizzazione (anche se in questo universo la morte è un po' un'opinione, tra i poteri di Klaus che consentono ai defunti di manifestarsi fisicamente e il ritorno in scena di persone morte e sepolte come The Handler, che passa nuovamente a miglior vita in questa sede ma quasi sicuramente tornerà a far danni in un modo o nell'altro). D'altronde è grazie alla loro tecnologia che i fratelli Hargreeves scoprono la verità su come impedire una nuova Apocalisse e teoricamente ripristinare la linea temporale, come nel fumetto (dove la storyline di Kennedy è solo uno dei tanti elementi narrativi del secondo volume).
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Vanya e Ben
Ancora una volta l'Apocalisse è legata a Vanya e alla sua crisi d'identità: nella prima stagione era la frustrazione legata alla scoperta di essere stata maltrattata e manipolata da sempre, con fuoriuscita incontrollabile dei poteri della giovane che hanno distrutto la Luna e di conseguenza anche la Terra; nella seconda, priva di memoria, viene rapita e torturata dalle forze dell'ordine, il che provoca una nuova reazione distruttiva che va di pari passo con il ripristino dei ricordi degli abusi subìti (la presenza onirica del "padre" è emblematica da quel punto di vista, perfettamente in linea con il suo statuto di villain ufficioso nel corso della serie). E a salvare la situazione è Ben, l'unico immune ai poteri della sorella in quanto già defunto da tempo e solitamente spalla comica di Klaus. Un sacrificio importante, con il fantasma che accetta di lasciare questo piano d'esistenza e andare verso la luce dopo aver convinto Vanya a tornare in sé, lasciando così la squadra senza uno dei suoi elementi più formidabili, poiché grazie a Klaus era possibile per Ben manifestarsi in battaglia e attingere ai poteri lovecraftiani che aveva in vita.
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Fine? Ovviamente no. Perché se nel secondo volume del fumetto tutto torna più o meno come prima, il corrispettivo per lo schermo decide di fare tutt'altro, con i Hargreeves che tornano a casa, ma in una linea temporale stravolta dove Ben è vivo e fa parte di una nuova "famiglia" creata da Sir Reginald, le cui intenzioni sembrano decisamente poco nobili (nel passato si allude pesantemente al fatto che non sia umano, aspetto che presumibilmente avrà un ruolo importante nella prossima stagione). Con una frase che cambia tutto in vista degli episodi a venire, quando i nostri eroi sostengono di essere nella sede dell'Umbrella Academy. "Sbagliato di nuovo", risponde Reginald. "Questa è la Sparrow Academy." E in quel momento, dinanzi a un tale cliffhanger (il cui elemento più interessante a questo punto è la caratterizzazione di Ben, che vedremo per la prima volta in carne e ossa al di fuori dei flashback), è impossibile non ripensare alla proposta di Diego di cambiare il nome del gruppo in Team Zero, per eliminare la gerarchia imposta da Reginald ai tempi. È ufficiale: l'Umbrella Academy è morta, viva l'Umbrella Academy!