Demi Moore e Dennis Quaid, divi della "vecchia generazione", sanno come stare al passo coi tempi. Lo dimostra la loro partecipazione a The Substance, body horror al femminile della regista francese Coralie Fargeat che ha entusiasmato Cannes. Le prime reazioni della critica presente al festival lodano The Substance per i temi femministi trattati e per la capacità di sconvolgere il pubblico tanto da spingere quella vecchia volpe di Dennis Quaid a lodare la Fargeat dicendo di aver assistito alla "nascita di un'autrice, un incrocio tra Stanley Kubrick e Sam Peckinpah. Ma il suo stile è unico e farà molti altri film".
Protagonista di The Substance, Demi Moore - accompagnata a Cannes dal suo chihuahua Pilaf, interpreta un'attrice di Hollywood sul viale del tramonto per sopraggiunti limiti di età che viene a conoscenza dell'esistenza di una sostanza liquida giallastra che, se assunta, è in grado di dar vita a una versione migliore di se stessi. Versione che, nelle fantasie della Fargeat, ha l'aspetto e la giovinezza di Margaret Qualley. Il film non lesina in sesso, violenza, nudità e scene scabrose. "Il livello di vulnerabilità per raccontare questa storia era altissimo" ammette Demi Moore. "Ci siamo riusciti grazie alla sensibilità della regista, io e lei abbiamo parlato tantissimo fino ad arrivare a un livello di mutua fiducia. Io e Margaret abbiamo affrontato scene in cui eravamo nude per ore sul set, ma ci siamo divertite molto".
Una sfida personale
A 61 anni, Demi Moore ha accettato di interpretare un film satirico su un'attrice che riflette in parte anche la sua condizione, la difficoltà di trovare ruoli di qualità per le donne a Hollywood dopo una certa età. L'attrice spiega che "la sfida, per me, è stata spingermi fuori dalla mia comfort zone. Coralie ci ha spinto all'estremo dando vita a qualcosa di unico. Dopo sei ore di make up neanche io mi riconoscevo, per fortuna mi riconosceva il mio cagnolino".
Moore nega, però, di aver provato la stessa angoscia del suo personaggio di fronte al passare del tempo. "Il vero problema è come tu ti relazioni con il problema" dichiara. "Non mi sento mai una vittima, ciò che ho amato dello script è la scelta di mostrare anche la prospettiva maschile dell'idealizzazione delle donne". Interviene la regista Coralie Fargeat spiegando di aver voluto porre l'accento su come il corpo delle donne definisca "il modo in cui siamo viste nella società. La violenza che indirizziamo verso noi stesse rifiutando il nostro aspetto riflette la violenza della società".
Il debito verso il genere horror
Appare chiaro che The Substance affonda le radici in horror di culto come Shining e La mosca. Coralie Fargeat ammette di essere cresciuta guardando questo tipo di film perché le davano "una sensazione di libertà e di voglia di sperimentare. Il genere è eccessivo, folle, pieno di energia che non riscontri nel quotidiano". Parlando della genesi del film, specifica che è stato generato "dalla riflessione sulla violenza che ho percepito in quanto donna. Non voglio essere guardata, non voglio preoccuparmi del giudizio degli altri. Sono una femminista, ma tutte queste idee sull'aspetto sono penetrate nel mio cervello con forza tale... Quando sei giovane ti senti sempre inadatta, troppo grassa, il naso troppo grande, troppo alta o troppo bassa. Il corpo delle donne è tutt'altro che neutrale".
Mentre si evidenzia il parallelismo tra la storia narrata da Coralie Fargeat e il classico Il ritratto di Dorian Grey, Dennis Quaid interviene ammettendo di sentirsi in minoranza "visto che sono l'unico uomo. A pensarci c'è un certo timore, anche se Coralie non odia gli uomini. Odia gli stronzi. Che però sono divertenti da interpretare". Poi aggiunge: "Ho dedicato il ruolo del produttore a Ray Liotta, che avrebbe dovuto interpretarlo, ma è scomparso due anni fa". Sulla regista, Quaid conclude: "In questo film abbiamo lavorato in modo raro, con qualcuno che ha una visione precisa. Questo film parlerà al pubblico persone anche tra vent'anni per la sua visione e modernità".