The Sinner 4, la recensione dell’ultima stagione: chiude la serie crime su peccato e religione

Un caso avvincente che racchiude bene le tematiche della serie guardando all'attualità è al centro di The Sinner 4, l'ultima stagione del crime con Bill Pullman dal 15 dicembre disponibile su Nefflix.

The Sinner 4, la recensione dell’ultima stagione: chiude la serie crime su peccato e religione

Che gioia scrivere la recensione di The Sinner 4, l'ultima stagione del crime antologico con Bill Pullman che dopo il passaggio su Infinity+ arriva su Netflix dal 15 dicembre andando a completare il cofanetto della serie. Questo perché, dopo una terza stagione che sembrava essersi persa nei suoi stessi dilemmi filosofici, con un caso e una riflessione sottesa davvero poco avvincenti, il quarto ciclo di episodi chiude degnamente uno dei thriller più interessanti (e forse meno strombazzati) degli ultimi anni.

Ultima stagione, ultimo peccato

The Sinner 4 Bill Pullman
The Sinner 4: Bill Pullman in una scena

Dopo Cora, Julian, Jamie, l'ultimo caso riguarda la scomparsa di Percy Muldoon (Alice Kremelberg), una ragazza che vive nel paesino di pescatori nel Maine dove l'ex detective Harry Ambrose (Bill Pullman) si è trasferito insieme alla nuova compagna incontrata nella terza stagione, l'artista Sonya Barzel (Jessica Hecht). Ambrose sembra pronto a ricominciare e sembra aver trovato la compagna che lo capisca e assecondi, ma presto il suo spasmodico e forse insano bisogno di ricerca della verità, a costo di stare male anche fisicamente, si ripresenta alla loro porta. Come la detective protagonista di The Killing e molti altri prima di loro, Bill Pullman dipinge benissimo un ex detective imprigionato nel proprio ruolo e nel proprio lavoro, in una sorta di co-dipendenza pericolosa. Un detective che non si fa scrupoli a sporcarsi, aprirsi e confessarsi coi potenziali sospettati pur di risolvere il caso. Dopo aver scoperto i segreti del suo vissuto e della sua infanzia con cui deve convivere nelle precedenti stagioni, in quest'ultimo giro di boa Ambrose prova a fare ammenda per il peccato commesso nella terza e la brutta fine di Jamie, che non è riuscito a salvare da se stesso e dal gioco pericoloso in cui si era invischiato. Proprio di peccato e religione ha parlato questo thriller psicologico a puntate, che andando a ritroso nella mente del protagonista della stagione mescolava tinte di giallo whodunnit per svelare il colpevole alla fine con un bel colpo di scena.

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Che fine ha fatto Percy Muldoon?

The Sinner 4 Alice Kremelberg
The Sinner 4: Alice Kremelberg in una scena

Questa è la domanda che si pongono tutti i personaggi e abitanti del paesino, tutti o quasi potenziali sospettati. Sembra si sia suicidata gettandosi dagli scogli, sembra qualcuno l'abbia buttata giù, sembra che avesse un dolore enorme nel cuore che non riusciva a sanare. Un'inadeguatezza a stare al mondo, un'inquietudine irrefrenabile: gli stessi sentimenti contrastanti e radicati che prova l'ex detective e per i quali si sente vicino a lei e responsabile di scoprire cosa le sia successo. L'indagine prosegue, tra canali ufficiali e non, tra ricordi, fantasie e suggestioni date dalla religione wiccan che sembra si pratichi sulla riva del lago situato nei dintorni, con molti colpi di scena ben assestati che attendono Ambrose e la famiglia di Percy. Famiglia storica del luogo, pescatori da generazioni, capitanata dalla dura e intransigente Meg (Frances Fisher), la nonna della ragazza. Frances Fisher interpreta con grazia e asprezza il contraltare di Harry, colei che vorrebbe trovare a tutti i costi la nipote ma allo stesso tempo ha molti segreti da nascondere. Così come tutto il paesino, che alla stregua di Twin Peaks e degli altri visti in tv in cui una ragazza scompare e il marcio viene alla luce, ha quel fascino decadente dell'entroterra americano. Non siete preparati all'orrore che ne verrà fuori. Essendo un villaggio di pescatori, l'acqua è importante in questa stagione e con essa la pioggia battente e le maree. Religione e peccato vengono affrontati da un'ulteriore punto di vista, che si avvicina più al misticismo e alla scoperta di se stessi rispetto alla religione da setta del secondo capitolo, alla filosofia nichilista del terzo e all'estremismo religioso del ciclo inaugurale con Cora, da cui tutto è partito facendo rimanere Jessica Biel come produttrice esecutiva.

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Peccato al femminile

The Sinner 4 Bill Pullman Frances Fisher
The Sinner 4: un momento della serie

Apprezziamo la scelta di aver optato per un'interprete meno conosciuta di Jessica Biel, e nuovamente femminile dopo due parentesi maschili, per chiudere il cerchio. Alice Kremelberg, dal volto particolare e immediatamente riconoscibile, dona alla sua Percy un dolore costante negli occhi, uno sguardo sommesso che fa trasparire un passato travagliato, che attraverso il ruolo di "fantasma" nella mente di Harry porterà a conversazioni stimolanti tra i due, portando alla luce il loro io più oscuro con cui devono fare i conti. Anche la fotografia e la messa in scena rispecchiano il racconto e la sua "umidità" narrativa. The Sinner 4 permette anche di guardare all'attualità, grazie alle tematiche affrontate, come gli stranieri cinesi che si sono fatti strada tra i pescatori e sono tuttora mal visti, non riuscendo a inserirsi per davvero. O lo sceriffo locale, bonario e semplice, che rivelerà più di qualche sorpresa mostrando un lato potenzialmente positivo dell'America "rurale" e non necessariamente incompetente. Perché ovviamente nel paesino al centro della storia non si verificavano scomparse e potenziali suicidi/omicidi da... mai. Almeno finora. C'è un solo rammarico: la storyline orizzontale di Harry che ha attraversato le quattro stagioni, ci ha fatto scoprire il suo passato e sbirciare nel suo futuro, non trova completamente compimento, e questo ci dispiace.

Conclusioni

Chiudiamo la recensione di The Sinner 4 testimoniando come quest’ultima stagione riesca a chiudere al meglio la serie crime con Bill Pullman, che regala un’altra ottima interpretazione accanto alle nuove protagoniste. Si chiude il cerchio con un caso al femminile che scava nell’entroterra americano più tradizionale ed esplora nuove sfumature religiose per svelare l’orrore nascosto sotto lo scafo.

Movieplayer.it
4.0/5
Voto medio
4.2/5

Perché ci piace

  • Le interpretazioni di Bill Pullman, Frances Fisher e Alice Kremelberg.
  • Il caso della stagione, avvincente e che chiude il cerchio iniziato con Cora.
  • La fotografia e la messa in scena coi colori dell’acqua che trasuda ambiguità.
  • La storyline di Ambrose, che ancora una volta mette tutto se stesso…

Cosa non va

  • … rimasta però in parte incompiuta nel finale.