Con The Sandman è possibile sperimentare. Gli episodi "regolari" della nuova e sorprendente serie Netflix firmata dallo stesso Neil Gaiman hanno messo in chiaro una fedeltà traspositiva al materiale originale davvero encomiabile, forse perdendo fisiologicamente per strada una sensibilità estetica più adatta alla tavola che al piccolo schermo, complessa se non addirittura vagamente ermetica da adattare in live-action. Questo significa uno show di grande respiro e misura in cui si è tentata - con successo - un'operazione d'equilibrio formale nella messa in scena, sostanzialmente "serializzandola" secondo i canoni più contemporanei del media. Si è data così continuità creativa e artistica al progetto, che almeno nella sua linea principale risulta in effetti composto nella sua ben confezionata qualità visiva. La sorpresa che nessuno si aspettava è però un episodio aggiuntivo - l'undicesimo - pubblicato senza preavviso da Netflix in piattaforma, quello di cui parleremo in questa recensione dell'episodio speciale di The Sandman, lo stesso che pur continuando sulla strada delle conformità traspositiva ha scelto, almeno in parte, una vena più virtuosa, possibile grazie alla natura one shot delle storia adattate. Queste ultime, per altro, seguono ancora con pedissequa devozione l'andamento originale della pubblicazione fumettistica, essendo i primi due racconti del terzo volume della serie.
Anche i gatti sognano
È nei primi venti minuti della puntata extra che The Sandman mostra i muscoli concettuali del proprio virtuosismo creativo. Il sogno di mille gatti è infatti un corto che potrebbe benissimo essere ascritto a una produzione targata Love+Death+Robots, anche e soprattutto per lo stile animato scelto, bellissimo da vedere. Un passo due rielaborato e autorializzato che sembra prendere ispirazione da titoli come Spider-Man: Un nuovo Universo, Klaus o anche La famosa invasione degli orsi in Sicilia, ma anche dalla bellissima Undone. Non è un caso che sia alla regia che al production design del corto ci sia Hisko Hulsing, proprio il regista della serie Prime Video. Raffinato, di gusto ricercato, cinematograficamente accattivante: lo stile animato scelto per Il sogno di mille gatti è qualcosa di splendido che va a impreziosire ancora di più il progetto seriale Netflix più importante dell'ultimo anno.
Nel merito del racconto, esattamente come nel fumetto, attraverso i gatti si elabora un discorso razziale più ampio su padronanza e subordinazione, tra giustizia, illusione e rivelazioni. Ci si interroga sulla natura stessa degli animali protagonisti, sul loro orgoglio e gli indecifrabili enigmi dei loro atteggiamenti. Siamo noi a dominare loro o viceversa? Ed è sempre stato così? Pensare poi che l'intera questione nasca dal dolore di una madre per la perdita dei propri figli, rende il corto una vera e propria parabola femminista sull'auto-determinazione, tra emancipazione e riscatto. Esaustivo e brillante. Da sottolineare inoltre il cast stellare di doppiatori originali: Sandra Oh, Rosie Day, James McAvoy, David Tennant, Michael Sheen (questi ultimi legati al podcast di The Sandman e Good Omens su Amazon).
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Cantami, o Diva...
Il fil-rouge che unisce Il sogno di mille gatti alla seconda parte dell'episodio, quella live-action e più sostanziosa, è sempre il desiderio di libertà ed emancipazione femminile, in questa senso apertamente molto più critica contro il perpetrarsi delle lordure patriarcali e della mascolinità tossica (molto vicino all'interessante Men di Alex Garland). Diretto dalla brava Louise Hooper, già dietro a diversi episodi di The Witcher, Flesh and Blood e Inside N. 9, Calliope narra infatti di uno scrittore (Arthur Darville) in piena crisi creativa che si rivolge a un collega (Derek Jacobi) per "imbrigliare l'ispirazione", la musa più pregata dagli artisti (Melissanthi Mahut). Cerca terreno fertile per il suo nuovo romanzo dopo due anni di blocco, ma le scelte che prenderà lo condurranno faccia a faccia con il suo sogno/incubo peggiore. Anche questo un episodio molto elegante e di respiro sociale in sotto testo diegetico che va a fortificare la sensazione che The Sandman possa anche andare oltre un impianto narrativo "statico", sviluppando in concomitanza o come speciali 'a la Doctor Who e simili diversi episodi one shot di grande gusto e ricercatezza.
Dopotutto, basta attingere come fatto finora ai tanti racconti delle raccolte fumettistiche. Non è allora da escludere che nei prossimi mesi e prima della seconda stagione possano anche arrivare le trasposizioni delle restanti due storie del terzo volume di The Sandman, "A Midsummer Night's Dream" e "Faҫade". Certo, al momento restano un sogno, ma non sono proprio i sogni a plasmare la realtà?
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Conclusioni
Tirando le somme di questa recensione, l'episodio extra di The Sandman è grande conferma della bontà qualitativa e strutturale della serie, che può adesso permettersi di sperimentare. "Il sogno di mille gatti" è un corto animato pregno di significato e raffinatezza, mentre "Calliope" segue ed elabora in modo ancora più esplicito la tematiche della libertà e dell'emancipazione dell'opera appena precedente per arrivare a discutere dell'ispirazione che muove l'uomo. Due one shot slegati tra loro ma uniti da un fil rouge evidente e ben ancorati nel mondo da sogno di The Sandman.
Perché ci piace
- Lo stile animato de "Il sogno di mille gatti"; la sua eleganza visiva.
- La precisione dell'adattamento, sempre fedele nei toni e nei modi alla controparte fumettistica.
- Le tematiche cardine dell'episodio affrontate con grande delicatezza e comptenza.
- L'idea che con The Sandman si possa arrivare a sperimentare in stili e modalità differenti.
Cosa non va
- La sproporzione di run time tra i due racconti.
- Ne vorremmo già di più.