Matt e Kate, una giovane coppia senza figli, si sono da poco trasferiti in una nuova casa in fase di ristrutturazione, salvo poi scoprire che tra quelle quattro mura anni prima ha avuto luogo un macabro delitto compiuto da un killer semplicemente identificato come John Doe. Durante i lavori si imbattono in una stanza segreta e capiscono ben presto come all'interno di questa sia possibile esaudire i propri desideri.
Come vi raccontiamo nella recensione di The Room - La stanza del desiderio, basta infatti che uno di loro brami qualsiasi cosa e questa comparirà tra quelle quattro mura: soldi, abiti e quant'altro, non vi è limite a quello che si può chiedere.
Peccato che la situazione prenda una piega imprevista quando Kate, desiderosa di diventare madre - ma senza mai essere riuscita a rimanere incinta - non domanda alla magica camera addirittura un bambino, che puntualmente compare sotto forma di un neonato. Ma quando Matt scopre che qualsiasi oggetto creato dalla stanza non può uscire dalla dimora e si dissolve non appena varcata la porta di casa, la situazione prende una piega imprevista. Cosa potrebbe succedere al piccolo se portato all'esterno?
Un abisso senza fine
Si parte da una premessa apparentemente semplice e banale per imbastire un percorso psicologico ricco di pathos e suggestioni. Da reminiscenze che riconducono al sottovalutato The Box (2009) di Richard Kelly ad altre forse più evidenti memori del bel Vivarium (2019) - uscito tra l'altro nelle stesse settimane - The Room - La stanza del desiderio intrattiene con gusto per novanta minuti ad alto tasso di sorprese, riuscendo a mantenere sempre costante il livello tensivo e trascinandoci verso un finale ricco di colpi di scena e tensione psicologica. Quella che poteva essere una sorta di puntata lunga di Black Mirror si risolve secondo vie le del thriller fantastico, ponendo il discorso sulla crisi di coppia quale elemento complementare all'anima surreale di un racconto che non offre spiegazioni di sorta ai suoi perché, lasciando in questo una potenziale amarezza a coloro che vogliono spiegazioni ad ogni costo.
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Credere o non credere
Spesso operazioni di questo tipo richiedono necessariamente la sospensione dell'incredulità, lo stare al gioco per poter apprezzare al meglio le sfumature di questo incipit sovrannaturale che da sfondo al percorso umano e intimo dei suoi protagonisti, una coppia che entra più in crisi proprio quando sembra ottenere tutto ciò che ha sempre desiderato. Se è vero che non si possono condurre oggetti nel mondo esterno è anche vero che tra quelle quattro mura si può bere a mangiare a sazietà senza spendere un centesimo, garantendo una sopravvivenza pressoché illimitata finché non ci si spinge oltre il consentito. E in The Room - La stanza del desiderio Matt e Kate superano i limiti etici, infrangono la morale e decidono di ergersi a divinità, dando luce ad un essere figlio di una mancanza conclamata che dovrà pagare - e cercherà di farla pagare a loro - gli sbagli commessi dai loro creatori.
Cenere alla cenere
Il regista francese Christian Volckman aveva già dimostrato una certa versatilità dietro la macchina da presa avendo diretto il film d'animazione Renaissance (2009), raffinato mix tra motion capture e computer grafica che reinventava il noir alla Blade Runner in uno stiloso bianco e nero. E anche in questo caso gioca con il genere, sfruttando la sua parallela carriera da pittore per gestire gli spazi e l'architettura della casa in maniera intelligente, imprimendo il corretto alone di claustrofobia che attanaglia la coppia al centro del racconto. Coppia interpretata con la corretta aderenza da Olga Kurylenko e Kevin Janssens, in grado di catalizzare quella sensazione di crescente dissociazione dalla realtà che assume progressivamente contorni sempre più inquietanti e incrina un rapporto prima di allora apparentemente idilliaco. The Room - La stanza del desiderio non offre nulla di particolarmente originale ma riesce a intrattenere con un certo polso e una messa in scena carica di personalità, capace di sviare e preparare potenziali ribaltoni in questa storia che intrappola il pubblico così come i suoi personaggi.
Conclusioni
Una giovane coppia trasferitasi in una nuova casa, teatro anni prima di un macabro e duplice omicidio, scopre una stanza all'interno della quale è possibile materializzare qualsiasi cosa si desideri. Ben presto però le richieste finiscono per superare i limiti etici e i protagonisti si troveranno a pagarne le conseguenze... Come vi abbiamo raccontato nella recensione di The Room - La stanza del desiderio ci troviamo di fronte ad un thriller psicologico dall'incipit fantastico, che si muove su una struttura narrativa costruita su un progressivo crescendo tensivo fino a quella resa dei conti finali ricca di inventiva a livello visivo, che offre sorprese ed emozioni più amare del previsto. Un film accattivante nelle sue enormi connotazioni empatiche - al posto dei due protagonisti, noi cosa avremmo chiesto? - che intrattiene con gusto pur latitando a livello di risposte, un difetto veniale in operazioni di questo tipo dove è necessario venire a compromessi con le volute lacune di sceneggiatura.
Perché ci piace
- Una storia ricca di suggestioni che riflette tramite il fantastico su dilemmi ben più terreni.
- Il regista Christian Volckman sa come dirigere gli attori e sfruttare il contesto ambientale e scenografico.
Cosa non va
- La narrazione è accattivante ma lascia volutamente questioni in sospeso e sfrutta personaggi secondari creati ad hoc per far evolvere la storia.