Nel fitto mondo dei procedurali bisogna saper distinguersi e The Resident anni fa lo aveva fatto mostrando il lato più marcio e nero del sistema sanitario americano, portando sullo schermo una denuncia che altri soprattutto sulla tv generalista non avevano il coraggio di fare. Cinque anni dopo, ci ritroviamo a scrivere questa recensione di The Resident 5, dal 24 novembre su Star di Disney+, dispiaciuti nel vedere come lo show abbia perso la propria caratteristica distintiva, pur non dimenticandosene del tutto, e abbia dovuto affrontare dei pesanti addii nel cast.
Risvolti shock
Gli autori del medical drama prodotto da Antoine Fuqua, dopo gli addii della scorsa stagione in piena pandemia (fuori e dentro lo schermo) di Shaunette Renée Wilson (interprete della promettente specializzanda Mina Okafor) e Morris Chestnut (volto del perfido neurochirurgo Barrett Cain), nei nuovi episodi hanno dovuto affrontare un'altra grave perdita, che non riveleremo per non fare spoiler. L'assetto stesso del medical ha quindi dovuto ristrutturarsi e dare maggior spazio a new entry già accennate nella scorsa stagione, come l'amica d'adolescenza di Nic, Billie (Jessica Lucas), ex specializzanda del Chastain cacciata via per un errore con un paziente e ora reintegrata, Anuja Joshi (Leela Devi), specializzanda dislessica di origine indiana, e Trevor (Miles Fowler), un giovane che torna dal passato di uno dei personaggi come anticipato dallo scorso finale di stagione, oltre al figliastro ritrovato del Dr. Bell. Dato che molte di queste scelte sono state fatte dagli interpreti e gli sceneggiatori hanno dovuto adattare l'uscita di scena dei loro personaggi, la colpa non può essere totalmente imputata a questi ultimi, ma si poteva sicuramente fare meglio. Se nella "stagione del Covid-19" - come potremmo ribattezzare la scorsa annata per molte serie generaliste, soprattutto procedurali - The Resident aveva saputo inserire in modo interessante la pandemia nelle storyline dei personaggi scegliendo di passare direttamente al dopo con tutte le conseguenze del caso, quest'anno ci troviamo con storie ed evoluzione dei personaggi un po' ridondanti e traballanti, che si continuano a seguire più per affetto verso i personaggi dopo cinque anni che per vero interesse e originalità.
The Resident 4, la recensione: tornano i medici di Atlanta, tra pandemia e problemi economici
Medical villain
Quello di cui si sente soprattutto l'assenza in questa stagione è un villain, che rappresenti il marcio del sistema sanitario statunitense, da denunciare e provare a debellare. Fino allo scorso anno il ruolo era bene o male imputabile al Dr. Cain, dopo l'incidente quest'ultimo si è in parte redento, anche se non ai livelli di quanto accaduto quasi tra le righe al Dr. Bell (Bruce Greenwood) rispetto alla stagione inaugurale. Quest'ultimo è infatti l'esempio più emblematico di questo cambio di rotta del medical di FOX: inizialmente responsabile di alcune morti sospette in ospedale a causa di un problema alla mano e dell'età che incombeva, quella storyline sembra quasi passata sottobanco pur di farlo diventare "uno dei buoni" della storia, entrato nella "cricca" di Conrad e dello staff medico piuttosto che rimanere contro di loro dando manforte ai piani alti. Certo, l'ospedale è cambiato molto in questi cinque anni diventando pubblico e quindi potendo denunciare solo in parte l'inequità dell'assistenza sanitaria delle cliniche private, però l'evoluzione del personaggio, proprio perché accaduta soprattutto dietro le quinte, lascia un po' perplessi. Neanche a farlo apposta, però, proprio in questa stagione ritorna la tematica riportando in auge le "colpe passate" del Dr. Bell insieme all'elemento mystery che ha sempre caratterizzato lo show e che si proverà a legare anche all'uscita di scena dell'ennesimo personaggio chiave. Questo elemento rimane quindi come appannaggio della denuncia del marcio del sistema.
Le serie tv ai tempi del Covid-19: come la tv generalista affronta la pandemia
The Resident
Il protagonista vero del serial, nonostante si tratti di un prodotto corale, è sempre stato Conrad Hawkins, lo strutturato del titolo interpretato da Matt Czuchry (e non Manish Dayal alias Dr. Pravesh come si poteva pensare inizialmente) e il poster e la storyline di questa stagione lo confermano una volta per tutte, se mai a qualcuno fosse rimasto il dubbio. L'ospedale dovrà affrontare un attacco hacker all'inizio della stagione e, mentre Conrad avrà le sue belle gatte da pelare, a unire il percorso degli altri personaggi saranno la famiglia e l'amore. Le storyline amorose e familiari diventano infatti maggiormente preponderanti in questa stagione, provando a fungere da collante fra vecchi e nuovi personaggi, ma riuscendoci malamente. Insomma per tentare di colmare il vuoto di ciò che è stato. Ci riusciranno? Ci vorrebbe proprio un "miracolo medico" per sopravvivere al cambio d'identità dello show, che già aveva cambiato pelle nei primi anni di vita distinguendosi nel fitto panorama generalista e di genere, dopo essere già sopravvissuto a una pandemia globale.
Conclusioni
Concludiamo questa recensione di The Resident 5 sottolineando come la serie abbia dovuto far fronte a pesanti abbandoni del cast e questo non ha aiutato gli autori a trovare degli escamotage plausibili e a far evolvere in modo naturale le storyline dei personaggi in questa quinta stagione. Purtroppo il serial ha perso l’identità di ciò è stato e che lo distingueva dagli altri medical drama e oramai rimane negli spettatori più che altro l’affetto per i personaggi rimasti, che un vero interesse e curiosità per le new entry e il loro rapporto con la vecchia guardia.
Perché ci piace
- Le tematiche dell’amore e della famiglia che provano ad unire vecchio e nuovo.
- L’elemento mystery rimasto nello show…
Cosa non va
- …ma come appannaggio della denuncia del sistema sanitario americano che è quasi totalmente scomparsa.
- New entry poco incisive che portano a storyline ridondanti e poco convincenti.